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Quando posso iniziare il lavoro delle “punte”?

  Linee guida per la programmazione dello studio delle “punte” David S. Weiss, M.D., Rachel Anne Rist, M.A., e  Gayanne Grossman, P.T., Ed.M. Traduzione a cura della Dott.ssa Luana Poggini Riassunto  L’inizio dello studio delle “punte” per le allieve di danza dovrebbe essere determinato dopo l’attenta valutazione di una serie di fattori.  Questi includono: la fase di sviluppo fisico dell’allieva, la qualità del suo controllo del tronco, degli  addominali  e del  pavimento pelvico (stabilità  del “centro”), l’allineamento dei suoi arti inferiori (anca-ginocchio-caviglia-piede), la forza e la flessibilità dei piedi e delle caviglie, ed infine la durata e la frequenza della sua formazione di danza. Per le ragazze che soddisfano i requisiti relativi a tutti questi fattori, che hanno iniziato lo studio della danza intorno all’età di otto anni, e che frequentano le lezioni di danza almeno due volte alla settimana, lo studio delle “punte” dovrebbe essere avviato durante il quarto anno di formazione. Le studentesse che hanno invece uno scarso controllo del “centro” oppure una ipermobilità delle caviglie e dei piedi, necessitano di una lavoro supplementare di rafforzamento, prima di intraprendere in modo sicuro lo studio delle “punte”. Per tutte coloro che studiano danza classica con la frequenza di una sola ...

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Alberto Testa fondatore dell’International Dance Competition di Spoleto, l’omaggio di Paolo Boncompagni

A dieci giorni dall’inizio della Settimana Internazionale della Danza e del Concorso Internazionale di danza Città di Spoleto che si terrà dal 18 al 24 marzo 2018 al Teatro Nuovo ”Giancarlo Menotti”,  vogliamo ricordare il Fondatore di questo prestigioso concorso: il Maestro Alberto Testa, oggi Presidente Onorario della Manifestazione. Sono davvero pochi nel mondo della danza a non sapere chi è Alberto Testa, danzatore, critico e storico del balletto, nato a Torino il 23 dicembre del 1922. Testa infatti è da considerarsi senza dubbio una delle massima autorità della danza  a livello internazionale. Oggi novantacinquenne il Maestro non ha perso la sua vitalità, come il suo amore per la danza che ha studiato niente di meno che con il figlio di Enrico Cecchetti, Grazioso. Testa Iniziò infatti la carriera di danzatore esibendosi nei principali teatri italiani e stranieri sotto la guida di grandi maestri come Leonide Massine, Margarete Wallmann e Aurel Milloss, partecipando a numerosi festival come quelli del Maggio Musicale Fiorentino, della Sagra Musicale Umbra, del Festival di Salisburgo . Ma la carriera del danzatore non è quella che gli ha dato maggior fama, infatti è stato un ballerino e coreografo sui generis in quanto nel 1942 si laureò in lettere all’Università di Torino con una dissertazione sulla danza. ...

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Dolore alla pianta del piede: non trascuriamo la fascia plantare

Molti danzatori, indipendentemente dal tipo di danza praticata, riferiscono di aver sofferto di dolore alla pianta del piede, più spesso localizzato posteriormente verso il calcagno ma che, a seconda dei movimenti dell’avampiede, si può irradiare verso le dita. Per comprendere meglio l’origine di questo disturbo, è utile ricordare che lo scheletro del piede (composto da tarso, metatarsi e falangi) visto di profilo presenta una struttura “a volta”, che viene mantenuta anche sotto carico, cioè nella stazione eretta e che consente di identificare  due archi longitudinali, mediale e laterale (tesi tra il calcagno e le teste del primo e del quinto metatarso), e un arco trasverso (teso tra la testa del primo e del quinto metatarso). E’ appunto la maggiore o minore ampiezza dell’arco longitudinale mediale che ci consente di determinare il tipo di piede: cavo, quando l’arco plantare è molto evidente; piatto, quando invece tale arco si appiattisce o scompare sotto l’effetto del peso del corpo; normale in tutti gli altri casi. La principale struttura deputata al mantenimento degli archi plantari sotto carico prende il nome di fascia plantare. La fascia plantare è una robusta fascia di tessuto connettivo fibroso che si trova sulla pianta del piede subito sotto lo ...

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La tecnica maschile – Lo stile di Arthur Saint-Léon – di Flavia Pappacena

“Tra storia e tecnica della danza” di Flavia Pappacena   La tecnica maschile – Lo stile di Arthur Saint-Léon   Arthur Saint-Léon (1815-1870) viene ricordato per la sua multiforme competenza di violinista e di coreografo (soprattutto del celebre balletto Coppelia andato in scena all’Opéra di Parigi il 25 maggio 1870), ma difficilmente lo si ricorda come danzatore. Si era formato con il padre Arthur Michel nella linea della scuola dell’Opéra di Parigi e in breve tempo aveva raggiunto la notorietà come danzatore di grandi capacità tecniche e interpretative. Riguardo alle esibizioni degli anni Quaranta in Francia, in Inghilterra e in Italia, tutte le recensioni che uscirono sui giornali concordano nel rilevare una tecnica vigorosa e dal tratto fortemente mascolino, una tecnica caratterizzata da una non comune capacità di elevazione nel salto e da una perizia nell’eseguire veloci ed estremamente elaborate pirouettes. In Italia, in cui era ancora in auge la tradizione autoctona fondata su una tecnica asciutta e di stampo decisamente atletico, Saint-Léon fu apprezzato, invece, per la leggerezza, la morbidezza e la grazia, oltre che per la rara capacità di sospendere il corpo nell’aria durante il salto. Prerogativa, questa, che fu eguagliata in seguito da altri danzatori, ma per ...

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Idee regalo 2016 per gli appassionati e amanti della danza

Ideare, acquistare e confezionare i regali di Natale è sempre un’impresa ardua ed è proprio per questo che quest’anno il giornaledelladanza.com ha selezionato varie idee regalo, ispirati ovviamente al mondo della danza e del balletto, da consigliare ai nostri lettori. Ciambella o hair donut in inglese Basso, alto, morbido, tirato, lo chignon è una delle acconciature fondamentali per le danzatrici! Se siete a corto di idee e siete in vena di una pettinatura ricercata, seguite i miei consigli per avere uno chignon da fare invidia! Per realizzarlo avrete bisogno di uno strumento, chiamato ciambella o hair donut in inglese. E’ una specie di grande elastico a forma di ciambella appunto che vi servirà come base per fare il famoso chignon. Inoltre vi serviranno molte forcine, due elastici per capelli, uno normale e uno molto sottile nero, trasparente o, meglio ancora se del colore dei vostri capelli, e infine una spazzola. Scegliete la dimensione della cipolla in base a quanto grande volete che sia il vostro chignon ma anche in base alla lunghezza dei vostri capelli. Più li avete lunghi, più grande può essere l’hair donut. Per creare il vostro chignon iniziate facendo una coda di cavallo sulla parte alta della testa e ...

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Il giornaledelladanza.com proclama Sergei Polunin “Danzatore dell’anno 2015”

Anche per questo 2015 il giornaledelladanza.com ha proclamato il suo Danzatore dell’anno indirizzando la scelta sul “bad boy”  della danza  l’étoile Sergei Polunin. Negli anni passati, la nomina di danzatore dell’anno è andata: nel 2011 all’étoile del Teatro alla Scala e principal dell’ABT Roberto Bolle, nel 2012 all’étoile internazionale Giuseppe Picone,  nel 2013 al primo ballerino scaligero Claudio Coviello e nel 2014 alla prima ballerina del Teatro alla Scala Nicoletta Manni. Nel mondo della danza tutti lo conoscono come “bad boy”, probabilmente a causa dei numerosi tatuaggi che ha su tutto il corpo. Sergei Polunin, venticinquenne di origini ucraine, dopo un passato al  Royal Ballet, è attualmente il primo ballerino allo Stanislavsky Music Theatre di Mosca. Sergei Polunin è da tutti considerato l’erede di Rudolf Nureyev, danzatore di forte tecnica e entusiasmante carisma, ma al di là del suo spirito alternativo è il danzatore più tatuato della storia. Danzatore tenace,  ribelle e fuori dalle righe,  di grande temperamento sulla scena, di tecnica forte ed entusiasmante,  sono alcune delle caratteristiche che hanno indirizzato la scelta del Direttore Sara Zuccari, dei nostri lettori  e della redazione del GD.com verso la Sergei.     Redazione www.giornaledelladanza.com  

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Studiare per conoscere: il linguaggio nascosto dell’anima

Il movimento del corpo è una necessità e un diritto sin dalla nascita. Ci muoviamo per il piacere, per aspetti comuni, rituali per auto-espressione. Quando il movimento è consapevolmente strutturato ed eseguito con consapevolezza per se stessi, essa diventa danza. La danza è alla base della natura umana ed è una forma fondamentale di espressione individuale e culturale. È pre-verbale, ed ha inizio prima che le parole possano essere formate. Nei bambini è innata ancor prima che possiedano comando sulla lingua, ed è evocato quando i pensieri o le emozioni sono troppi potenti per le parole da contenere. La danza può essere gioco, preghiera, corteggiamento, svago, divertimento, e il bisogno umano di comunicare il senso della vita in arte, così come in tutte le società che creano forme di rappresentazioni visive, suoni e musica. Tutte le culture organizzano movimento e ritmo in una o più forme di danza. La danza può essere un potente mezzo artistico per comunicare i valori e le convinzioni circa l’esperienza umana. Si studia l’arte della danza per imparare il linguaggio del movimento corporeo, essa esprime e comunica l’essenza dell’umanità. L’educazione della danza serve oltre a stimolare la consapevolezza del movimento, a sviluppare una conoscenza estetica ...

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Torna la fortunata rubrica del giornaledelladanza.com “Dentro la danza”

  Se i nostri protagonisti della danza hanno dormito sonni tranquilli finora, è perché per un breve periodo una certa rubrica del Giornaledelladanza.com si è presa una pausa restyling… Ma adesso è venuto il momento di tornare a guardare ai nostri ballerini, coreografi e professionisti della danza attraverso l’occhio vigile più ironico e attento del web: quello della rubrica Dentro la danza! Nata da un’idea del direttore Sara Zuccari, e portata avanti dal caporedattore,  la rubrica ha riscosso un notevole successo tra gli affezionati lettori del Giornaledelladanza.com, e per questo anche nella sua nuova veste,  a firma del  caporedattore Greta Pieropan, non fa differenza: con una grafica nuova, ma con la tradizionale verve che non fa sconti neanche ai grandi della danza, tra soprannomi ironicamente affettuosi, voci di corridoio, e voci di backstage; tra i “dicono che…” e i “hai saputo la novità?”, per non perdersi neanche un’indiscrezione e una notizia. Un modo per concedersi del leggero gossip ristoratore, in due appuntamenti mensili, e per dimostrare che anche la danza ha i suoi divi, le sue stranezze e il suo strano mondo di pettegolezzi. Allora…Vi ricordate come vi si dava l’appuntamento alla prossima notizia da dentro la danza? State attenti! ...

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Partecipare ai concorsi di danza?

In generale, la mia opinione per chi partecipa ai concorsi di danza, è sicuramente positiva, ma sempre con moderazione; può diventare un mezzo di scambio, dando agli studenti una visione più ampia del mondo della danza, e facendo capire ai genitori l’impegno e l’importanza di quest’arte, con una diversa ottica verso i nuovi stili, tecniche, e  vari modi di insegnamento nel settore. I concorsi danno una mission da compere agli allievi, portando a termine un progetto coreografico sul palcoscenico. Ho avuto esperienze molto contrastanti come giudice e come pubblico per quanto riguarda i concorsi di danza, ho visto danzatori preparati eseguire bene le coreografie, con scelte di coreografie appropriate  e giudicati in modo equo. Seduto tra il pubblico ho visto genitori infuriati quando a volte si rendevano conto che i loro figli non erano preparati abbastanza e con costumi imbarazzanti ecc. C’è da dire però che l’altro lato della medaglia, rappresentato dalle scuole che “concorrono” ai concorsi, dovrebbero avere più consapevolezza nella preparazione dei propri allievi, in modo da poterli inscrivere nelle “categorie” adatte secondo la loro padronanza della tecnica e artisticità. A mio parere, non è positivo per “tutti” partecipare a un concorso se non si è preparati abbastanza. ...

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