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Maykel Fonts: Cuba, la Salsa e Ballando con le stelle 9

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Parlare di Maykel Fonts è come leggere un libro di Ernest Hemingway. I protagonisti dei romanzi dello scrittore americano, infatti, che vengono chiamati a mostrare grazia in situazioni particolari, sono uomini dall’indole forte. Maykel è solare, è positivo, è energico. Dopo aver attraversato l’oceano per trasferirsi da Cuba in Italia, era il mese di settembre del duemila, inizia una lunga carriera di ballerino professionista nel nostro paese. Da allora il suo nome è legato alla salsa cubana, alla rumba, all’afro, una bravura tecnica ed emotiva che non ha eguali. Capacità espressiva e comunicativa nel ballare e intensità di movimenti corporei sono le caratteristiche di Maykel che toccano il cuore, in un continuo emozionarsi. Del resto è cubano, e a Cuba, nell’Isla Major, la gente ha sempre avuto bisogna di passioni forti e di attimi danzanti.

 

Conosciamo meglio il ballerino Maykel. Raccontami della tua importante carriera artistica nel mondo della danza.

Ho studiato nella scuola di danza più famosa di Cuba, il Tropicana. Ho studiato discipline di danza diverse tra loro, dalla danza classica, moderna e contemporanea, alla rumba (Guaguanco, Yambu, Columbia) alla musica e alla danza afro. Ho frequentato anche un corso professionale di flamenco, di jazz, di hip hop.

Quando sei arrivato in Italia, qual è stata la tua prima impressione sul mondo salsero italiano?

Sono arrivato in Italia nel settembre del 2000. A quel tempo l’impressione generale era che tutti si divertissero a ritmo di salsa. Non c’erano molte pretese. Gli spettacoli erano pochi ma buoni e soprattutto si respirava un’atmosfera più vivace, genuina e semplice.

E poi cos’è successo?

Nella prima parte degli anni duemila c’era ancora molto spirito amichevole tra le persone, anche tra gli addetti al lavoro. Col tempo, però, il clima salsero si è raffreddato. Una concorrenza spietata, sia dei nuovi locali sia dei nuovi maestri, ha dato vita ad un clima meno accogliente stravolgendo la realtà. Troppe competizioni, troppo commercio, troppa superficialità nel trasmettere una cultura così sincera e profonda, quella della mia terra, cioè Cuba. Ciò ha causato un peggioramento della situazione, a svantaggio dei nuovi allievi.

La salsa in Italia è un commercio florido, quindi, non una cultura musicale, un ballo, un’arte che abbiamo importato dall’isola di Cuba. È così?

Si è proprio così. A livello europeo l’Italia è un paese dove ci sono molti spettacoli ben pagati. Vengono chiamati periodicamente artisti senza darne un’informazione corretta sia sulle origini del ballerino sia sul prodotto artistico. La salsa è fatta di tante sfumature, e bisogna insegnare la verità sulle origini del ballo cubano. Conoscerne tutti gli stili, il profondo aspetto popolare, la sua musicalità. Gli allievi, del resto, scelgono tra un mare di proposte spesso non esatte.

Ballando con le stelle 9. Sei tra le novità del fortunato programma di Rai 1. Che mi racconti?

A Ballando con le stelle mi trovo molto bene. Milly Carlucci è una grande professionista. Posso scegliere la musica che ritengo migliore per la trasmissione, sempre seguendo le mie idee. Naturalmente la televisione è tutto un mondo più complesso rispetto alla danza, e la verità assoluta non posso portarla in pieno, ma sta andando alla grande.

La tua compagna VIP, la bella Veronika Logan, è una brava attrice, lo sappiamo. Ma come ti stai trovando con lei, dimmi la verità.

È stato difficile all’inizio. Non solo per me, anche per lei che non sapendo ballare si è trovata in difficoltà, ma è normale. Adesso le cose stanno un po’ migliorando, vedremo.

Tra le personalità della nona edizione, hai qualche simpatia in particolare?

Si. Massimo Boldi. È una persona umile, nonostante sia un attore famoso. Massimo ha sempre una buona parola per tutti. L’ultima volta mi ha mostrato, ad esempio, le foto di alcuni suoi film, i cosiddetti cine-panettoni. Mi ha mostrato le foto dei suoi colleghi, Christian De Sica e Gigi Proietti.

Maykel da te, dal numero uno della salsa mondiale, vorrei un’analisi sul futuro di questo ballo in Italia, anche se non hai la sfera di cristallo.

Mi auguro che questo momento di visibilità che ci ha dato la televisione italiana, la Rai, possa essere di buon auspicio per il mondo della salsa in Italia. Certo c’è da chiedersi perché in passato si sia dato poco spazio a questa grande cultura che proviene da Cuba. Ci tengo a dirlo, io rappresento con orgoglio Cuba. Il divertimento mi va anche bene, ma bisogna conoscere ed avere radici profonde per esportare una grande tradizione di musica, di danza e folclore come quella della mia amata Cuba.

 

Massimiliano Raso 

www.giornaledelladanza.com

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