Due pièce, una firma che fa rima con garanzia: al Teatro Filarmonico di Verona va in scena il dittico El amor brujo, Cavalleria Rusticana, con la regia di Renato Zanella, con la partecipazione dell’orchestra, del coro e del corpo di ballo della Fondazione Arena di Verona. Direttore Jader Bignamini, scene e costumi Leila Fteita.
El amor brujo (L’amore stregone) è un balletto in un atto e due scene su musica di Manuel de Falla e libretto di Gregorio Martínez Sierra. È la storia del fantasma di un amore che perseguita la gitana Candelas, che troverà la soluzione nella danza come metafora di morte, ma anche vita e magia, e la cui versione più celebre è quella di Gades. Cavalleria Rusticana è un melodramma in un unico atto di Pietro Mascagni, su libretto di Giovanni Targioni-Tozzetti e Guido Menasci, tratto dalla novella omonima di Giovanni Verga.
La scena si svolge in un paese siciliano il giorno di Pasqua. A sipario calato si sente Turiddu cantare una serenata a Lola, sua vecchia fidanzata che durante il servizio militare di Turiddu ha sposato Alfio. La scena si riempie di persone in festa e giunge Santuzza, attuale fidanzata di Turiddu, che chiede a mamma Lucia notizie del figlio. La madre risponde che Turiddu è andato a Francofonte a comprare il vino, ma Santuzza le dice che è stato visto in paese durante la notte. Lucia replica stizzita, ma giunge Alfio che le domanda del vino: Lucia riferisce che Turiddu è andato a Francofonte per comprarne, ma Alfio replica di averlo visto al mattino vicino casa sua. Alfio si allontana e Santuzza svela a Lucia la relazione tra Turiddu e Lola. Lucia, attonita, invoca la Madonna e si allontana. Giunge Turiddu che discute animatamente con Santuzza; quindi interviene anche Lola e le due donne si scambiano battute ironiche. Dopo che Lola è entrata in chiesa, la discussione tra Turiddu e Santuzza degenera in lite violenta fino a che, gettata a terra da Turiddu, Santuzza gli augura la malapasqua. Quindi Turiddu entra in chiesa. Santuzza, rialzatasi, vede arrivare Alfio e gli racconta la tresca della moglie. Dopo la messa Turiddu offre vino a tutti i paesani ed anche ad Alfio, ma questi rifiuta. Allora Turiddu getta via il vino e, con la scusa di un abbraccio, morde l’orecchio ad Alfio sfidandolo a duello. Turiddu corre a salutare la madre e, ubriaco, le dice addio affidandole Santuzza. Poco dopo si sente un forte vociare e un urlo sovrasta gli altri: “Hanno ammazzato compare Turiddu!”.
Un dittico da non perdere, da vedere e ascoltare. Senza sosta.
ORARI & INFO
8 marzo ore 15.30
10 marzo ore 19.00
12 marzo ore 20.30
15 marzo ore 15.30
Teatro Filarmonico
Via dei Mutilati, 4
Verona
Tel: 045 800 2275
Redazione www.giornaledelladanza.com
Foto ENNEVI