Torna in scena al Teatro di San Carlo di Napoli dal 27 maggio al 4 giugno l’Orfeo ed Euridice di Cristoph Willibald Gluck, amatissimo allestimento sancarliano con la regia e coreografia di Karole Armitage. La regina dell’avanguardia newyorkese, nel suo lavoro coreografico sospeso tra rigore neoclassico e tensione astratta, fa combaciare a perfezione la purezza delle linee in movimento dei ballerini con le note musicali dei cantanti. Le scene minimal sono firmate da Brice Marden, i costumi sono di Peter Speliopoulos. Sul podio a dirigere Orchestra e Coro del Massimo napoletano sarà Francesco Ommassini. Il cast vocale annovera Daniela Barcellona e Sonia Prina nel ruolo di Orfeo, Cinzia Forte e Alessandra Marianelli in quello di Euridice, Giuseppina Bridelli e Aurora Faggioli nel ruolo di Amore.
Orfeo ed Euridice sono due personaggi mitologici legati da una tormentata storia d’amore narrata da Virgilio nel libro quarto delle Georgiche e da Ovidio nelle Metamorfosi. Al loro mito si sono ispirati numerosi artisti e letterati. Orfeo, ritenuto figlio della Musa Calliope, era considerato il maggior poeta vissuto prima di Omero. Si diceva di lui che col suo canto dolcissimo aveva il potere di muovere gli alberi e di rendere mansuete le belve. Tornato dalla Colchide, si era stabilito nella Pieria, sulle coste meridionali della Tracia, e lì sposò la bella ninfa Euridice. In quello stesso tempo, dalla lontana Libia, in cui era nato da Apollo e da Cirene, si traferì in Tracia Aristeo, benemerito per aver insegnato agli uomini molti utili precetti agricoli e per averli tra l’altro iniziato all’apicoltura.
Costui si innamorò pazzamente di Euridice e di continuo l’importunava con le sue proteste d’amore. Un giorno che Euridice, per sfuggire Aristeo, aveva preso un viottolo tra i campi, fu morsa da un serpente velenoso nascosto tra l’erba e morì. La morte inaspettata della sua sposa gettò Orfeo nella disperazione più cieca, nulla poteva lenire il suo dolore e la sua angoscia e così decise di tentare l’impresa disperata di scendere nell’Averno e pregare le potenze infernali di restituirgli la sua sposa. Col suo canto riuscì a varcarne le soglie ed implorò Proserpina e Plutone, così gli fu concesso di riportare Euridice in terra ma ad una condizione, di guardarla né toccarla finché non avesse raggiunto la luce del sole. Se si fosse voltato, l’avrebbe persa per sempre. Il poeta, col volto trasfigurato dalla felicità, si inchinò al sovrani e si avviò verso l’uscita.
Una forma di donna coperta da un velo si alzò dai piedi del trono e lo seguì silenziosamente. Camminarono a lungo, ma il pensiero di Orfeo era per lei che gli stava dietro. Con gli occhi fissi davanti a sé, lottava disperatamente con il desiderio di voltarsi a guardare il viso della sposa adorata. All’improvviso un dubbio atroce gli attanagliò il cuore: Euridice era lì che lo seguiva o Proserpina l’aveva ingannato?
E proprio quando la luce del sole cominciava a filtrare tra le tenebre, Orfeo non fu più capace di resistere. Si girò. La fanciulla gli stava di fronte e con le mani si tolse il velo che ancora la ricopriva. Era bella più che mai, ma gli occhi erano tristi. Fu un attimo. Una nebbia fitta e grigia avvolse la giovane che scomparve negli abissi per sempre. Il dolore di Orfeo fu terribile e a nulla valsero le sue suppliche agli dei infernali, che non gli concessero una seconda possibilità. Orfeo tornò sulla terra, vagò per mesi attraverso boschi e praterie. A poco a poco la sua profonda disperazione trovò conforto nella musica, di cui tracciò le note su una corteccia d’albero.
ORARI&INFO
Mercoledì 27 maggio 2015, ore 20:30
Giovedì 28 maggio 2015, ore 20:30
Venerdì 29 maggio 2015, ore 18:00
Sabato 30 maggio 2015, ore 20:30
Domenica 31 maggio 2015, ore 17:00
Mercoledì 3 giugno 2015, ore 20:30
Giovedì 4 giugno 2015, ore 19:00
Teatro Di San Carlo di Napoli
Via San Carlo, 98 – Napoli
Infoline: 0817972331 – 412
biglietteria@teatrosancarlo.it
Lorena Coppola
www.giornaledelladanza.com
Foto gentilmente concesse dal Teatro San Carlo di Napoli