La maestra e coreografa Daniela Ayala dopo aver iniziato a praticare ginnastica artistica, lascia lo sport per dedicarsi alla danza. Studia al Teatro San Carlo di Napoli sotto la guida di Tony Ferrante e Melina Serpico. A Milano, dopo tre anni di studi, si diploma in Musicall presso l’Accademia di M.A.S., Music art and show, diretta dalla maestra Susanna Beltrami.
Partiamo dall’inizio, come ti sei avvicinata alla danza?
Ho iniziato a soli sei anni a praticare la ginnastica artistica, e a dire la verità sognavo di fare le Olimpiadi. Dopo tre anni, però, la mia maestra rimase incinta e smise di darci lezione. Io ebbi il desiderio di smettere perché ero molto legata a lei e non volevo nessun altro insegnante. E così pensai di provare ad iscrivermi ad un corso di danza classica, e da allora non ho più smesso.
Quale percorso formativo e artistico hai seguito negli anni?
Ho conseguito il diploma in danza classica, della durata di otto anni nella scuola del Maestro e Ballerino del Teatro San Carlo Tony Ferrante. Ho studiato con lui e le sue splendide figlie avvicinandomi anche alla danza di carattere e alla danza contemporanea con un’altra maestra della scuola Melina Serpico, grazie alla sua didattica e dolcezza ha iniziato a farmi amare questo genere di danza. Ho proseguito poi gli studi trasferendomi da Napoli a Milano all’età di 18 anni e ho conseguito un diploma di 3 anni in Musicall presso l’accademia del M.A.S., Music art and show, sotto la direzione artistica di colei che mi ha letteralmente “rapita” con la sua arte e forte personalità e mi ha introdotta in questo mondo: Susanna Beltrami. Dopo il diploma ho continuato a studiare tramite dei seminari per approfondire ciò che avevo iniziato a conoscere nei tre anni di studio milanese: il canto, la recitazione e la danza in quasi tutti i suoi generi: dal tip tap, al flamenco, al jazz, al modern. Poi sono comparsi i balli di coppia e da lì è stato amore a prima vista.
Cosa vuol dire per te la danza?
Posso dirlo con una sola parola? Per me la danza è vita. Credo che non potrei farne a meno, non riuscirei a comprendere un’esistenza senza questa magica arte.
Mentre il Tango Argentino, cosa rappresenta per Daniela Ayala?
Questa danza sudamericana, il Tango, mi dà la possibilità di esprimere a pieno tutte le emozioni che fanno parte dei rapporti umani: dalla passione alla gioia alla rabbia, alla malinconia entrando in una sintonia col partner che supera ogni altra disciplina e lavorando con il corpo in delle dinamiche molto affascinanti e sempre nuove. Tango è condividere magicamente un’intimità che è racchiusa in quel singolo momento.
Restiamo in tema di danze di coppia, parliamo del tuo modo di ballare ed insegnare Tango.
Le danze di coppia sono affascinanti perché ci regalano la possibilità di ascoltare l’altro con una attenzione, anche se oggi giorno purtroppo si è un po’ persa nei rapporti umani, ed inoltre ci danno l’occasione di ripristinare i ruoli: l’uomo propone e la donna accoglie. Si è entrambi dedicati l’uno all’altro con rispetto e complicità. Questo è quello che mi piace insegnare aldilà della pura tecnica e delle sequenze di passi, così come anche contribuire attraverso questo splendido ballo alla socializzazione tra le persone.
Quali sono i partner che hanno danzato in coppia con te?
Molti sono stati i partner con cui ho avuto il piacere di condividere la scena: Simone Di Pasquale, Pablo Moyano, Eduardo Moyano, Daniel Montano, Sergio Natario, Mariano Navone, Guillermo Berzins, Filippo Avignonesi, Fabrizio Grazian, Roberto Ricciuti, Pino Buongiorno, Simone Pigliacelli.
Posso dire che sei tra le ballerine più apprezzate anche in chiave televisiva?
Sono stata ospite alla nuova trasmissione di Amadeus su Rai 2 e poi nella fiction “E’ arrivata la felicità” trasmessa su Rai 1 e, non da ultimo, sempre in Rai come coreografa per il programma con il tenore Bocelli.
Perché le tue performance coreutiche sono così richieste?
Non saprei in realtà, probabilmente perché cerco sempre di modellarmi a seconda delle richieste artistiche che mi vengono proposte restando però coerente con una “verità espressiva”.
Un tuo pregio e un tuo difetto, come danzatrice?
Direi che sono molto morbida e sinuosa ma un po’ deboluccia in struttura fisica. Mi sono rotta più ossa e legamenti fino ad oggi che un qualsiasi novantenne.
Veniamo ai tuoi prossimi impegni. Che progetti ci sono?
L’undici dicembre andrà in onda su Rai Uno la serata di Andrea Bocelli intitolata “il mio Cinema” in cui ho curato le coreografie di tango ed ho partecipato in qualità di ballerina. Attualmente sto preparando delle convention aziendali in collaborazione con Simone di Pasquale, ho delle esibizioni di tango come ospite in eventi privati e sono impegnata alla promozione della mia linea di abiti e scarpe da Tango “Gomez”. Sono reduce da una sfilata che ha riscosso un ottimo consenso di pubblico, spero vada sempre meglio. Ci sono altri progetti in cantiere per gennaio ma meglio non parlarne per scaramanzia.
Un sogno nel cassetto
Tutti i miei sogni si stanno avverando giorno per giorno. Se continua così non ho altro da desiderare.
Massimiliano Raso
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