All’interno della 68a edizione dell’Estate Teatrale Veronese dal 25 al 30 luglio e dall’1 al 6 agosto tornano al Teatro Romano i Momix, la compagnia americana di ballerini-illusionisti diretta da Moses Pendleton.
Dopo il successo dello scorso anno per la celebrazione dei trentacinque anni della compagnia con lo spettacolo W Momix Forever, il gruppo riproporrà, a quindici anni di distanza dalla “prima” europea al Teatro Romano, uno dei suoi più grandi successi, Opus Cactus. Non mancherà, anche da parte loro, un omaggio alle celebrazioni shakespeariane con una sorpresa davvero speciale.
Lo spettacolo, scandito da ritmi tribali, rituali col fuoco e danze iniziatiche provenienti dai più remoti luoghi della terra, ci proietta dal deserto dell’Arizona a tutte le più importanti superfici desertiche, rendendolo così un tributo a queste aree misteriose e affascinanti.
Moses Pendleton, grazie ai costumi di Phoebe Katzin, trasforma di volta in volta i suoi strepitosi ballerini in strani rettili striscianti, in variopinte specie di flora e fauna, in imponenti cactus e minacciosi uccelli-totem che si innalzano fendendo albe poetiche e inquietanti tramonti di fuoco, svelando i pericoli, ma al contempo la straordinaria sensualità, mista a humour e bellezza, di un mondo celato dietro la propria vastità.
Sul palco, gli effetti di luce creati da Joshua Starbuck, Woody Dick III e dallo stesso direttore artistico Pendleton, mostrano un deserto ora nell’accecante luce del giorno, ora nel blu della notte. I dieci ginnasti-ballerini, cinque uomini e cinque donne, sembrano sfidare le leggi della gravità: volano, saltano, rimbalzano, si librano su alti pali, roteano intorno a una struttura metallica che sembra disarticolarsi per poi ricomporsi.
L’accompagnamento musicale spazia da Bach a Brian Eno (The drop), dai Dead can Dance (The serpent’s egg) a Peter Buffet (Spirit Dance), da danze tribali degli indiani d’America a brani di altre culture “desertiche” come quella degli aborigeni australiani.
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Foto di Charles Azzopardi