Cara Signora Prina, studio da molti anni danza classica e sto iniziando un percorso di teatro. Saprebbe dirmi quali benefici potrebbe avere un attore che inizia a studiare danza e viceversa?
(Luigi da Lecce)
Caro Luigi, sono certa che lo studio della danza e della recitazione siano meravigliosamente utili e complementari. Il danzatore apprende ad essere più incisivo o, comunque, ad aumentare la sua forza espressiva esteriore e a togliere alcune rigidità e/o manierismi che la danza classica a volte ci impone. L’attore, che spesso imposta la sua potenza espressiva quasi esclusivamente sulla voce, impara ad essere più sciolto e ad esprimersi anche con i gesti e con il corpo sottolineando l’eloquio e i silenzi. Soprattutto oggi che il teatro tende ad essere inclusivo e globale è indispensabile conoscere e studiare le varie forme artistiche teatrali. Buon lavoro !
Gentile Signora Prina, vorrei sapere quale sensazione manca di più dopo aver lasciato la scena?
(Valeria da Roma)
Cara Valeria, questa domanda mi è stata rivolta parecchie volte e la mia risposta ha sempre stupito i miei interlocutori! La scena non mi è mai mancata, neppure i primi tempi dopo aver lasciato il Corpo di ballo della Scala. Sicuramente questo è dovuto al fatto di essermi subito dedicata ad una professione che mi appassionava moltissimo, ovvero l’insegnamento e la Direzione di una Scuola importante che mi ha vista bambina. Il mio destino, infatti, era già segnato, poiché il Sovrintendente Paolo Grassi e il Direttore del Corpo di Ballo Sir John Field (all’inizio degli anni ’70) avevano individuato in me una possibile collaboratrice del M° Field e a questo scopo avevano iniziato ad addestrarmi. Quindi sinceramente non ho mai avuto tempo di avere rimpianti personali. La scena era comunque da me vissuta tramite i miei allievi, che seguivo sia per gli spettacoli della Scuola sia negli spettacoli del Teatro. Ho amato e amo tantissimo il mio lavoro di didatta e di direttrice che ho svolto con grande passione! Sono tornata in scena nel 2014 e nel 2016 (Madame-one woman show dove recitavo oltre a ballare-; TreD, al Teatro dell’Arte con la Compagnia Dreamtime e danzatori della Scala) con spettacoli molto interessanti che mi hanno coinvolta anche nella fase creativa e mi hanno gratificato per il successo ottenuto. Ora lascio la scena ai giovani perché la Danza è loro! Cari saluti
Cara Signora Prina, volevo chiederle se esiste un ruolo del repertorio di danza classica che non ha mai interpretato?
(Monica da Venezia)
Certo che esiste, cara Monica! Sono stata una buona solista della Scala, ma mai Prima ballerina o Etoile come amano dire ora. Questo vuole dire che non ho mai ballato ruoli come Odette-Odile (Lago dei cigni), Aurora (Bella addormentata), Giselle. Per onestà, vorrei aggiungere che, a causa della mia conformazione fisica e della mia versatilità, ero una danzatrice più adatta a balletti neo-classici e moderni; infatti ho sostenuto ruoli solistici in coreografie di Roland Petit, Mario Pistoni, George Balanchine, Jeffrey Cauley e altri. Ciò non toglie che io abbia studiato parecchi ruoli principali, molti anche nel mio periodo moscovita, per poterli poi insegnare agli allievi. D’altronde, anche la grande didatta russa Agrippina Vaganova è stata una fortissima solista e non ha mai danzato, per esempio, Odette-Odile. Perdoni l’accostamento, fatto con grande rispetto, ma è soltanto per far notare che non sempre un ottimo danzatore è un buon didatta. Cari saluti
La posta di Anna Maria Prina
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