Mens sana in corpore sano, dicevano gli antichi. Già, soprattutto se il corpo in questione viene tenuto in forma a ritmo di musica. Ad aggiungere questa postilla al celebre detto latino arriva un nuovo studio pubblicato sulla rivista dell’American Geriatrics Society, che ha voluto provare quello che molti appassionati di salsa, merengue, valzer & co sostengono da anni: ballare aiuta non solo la salute dell’organismo, ma anche quella più strettamente mentale. Lo studio in questione ha analizzato e incrociato tra loro i risultati di 32 ricerche precedenti, per un totale di 3.500 persone con età compresa tra i 50 e gli 85 anni. Oltre a ribadire l’ormai più che sicuro legame tra attività fisica costante e mantenimento delle facoltà cognitive, il team di esperti è stato in grado di rilevare che gli adulti abituati a ballare tra i 60 e 120 minuti a settimana dimostravano in linea generale una migliore salute del cervello, con effetti positivi sulle capacità di apprendimento, di comunicazione, di memorizzazione e di adattarsi a situazioni nuove.
Seguire il ritmo, imparare nuovi passi e adattarli alla persona con cui si sta danzando, insomma, costituirebbero un ottimo allenamento per la nostra mente, migliore di molte altre tipologie di sport o di attività fisica. Certo, certificare un rapporto diretto di causa-effetto non è semplice: come sottolineano gli studiosi, è anche possibile che gli adulti in buona salute fisica e mentale siano semplicemente più abituati o più propensi a saltare in pista dei coetanei con acciacchi vari ed eventuali. In ogni caso, ballare sarebbe in qualche modo sinonimo di salute. Sotto ogni punto di vista.
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