Ho definito questo drammatico evento che sta sconvolgendo l’intera umanità ” la grande prova”. Noi danzatori sappiamo bene cosa è una prova, perché per tutti noi, in una maniera o in un’altra fa parte della nostra quotidianità. Ne conosciamo gli scopi che sono quelli di perseguire il superamento dei nostri limiti con amore, passione, volontà e determinazione in una ricerca continua di trasformazione e miglioramento.
So quanto in momenti di crisi sia importante trovare degli slogan consolatori ma se poi questi diventano delle scappatoie finiscono per essere dannosi.Mi riferisco in particolar modo a ” Andrà tutto bene” e ” Tornerà tutto come prima”.
Per quanto mi riguarda la prima frase è accettabile solo se si aggiungono molti “se”. Sarà possibile se saremo capaci di modificare il nostro stile di vita, se riusciremo a ritrovare i valori che giustificano la vita ed il nostro passaggio su questo pianeta se…se…se…ognuno può trovare i suoi se.Per quanto riguarda la seconda frase, per me se il”prima” in generale non mi sembra auspicabile ( penso ai disastri che gli umani stanno perpetrando nei confronti della terra), nel caso della danza il prima lo reputo addirittura catastrofico.
Auspico che questa grave crisi ponga la danza italiana nella condizione di riflettere su quello che io reputo un punto cruciale per la stessa sopravvivenza di quest’arte. Credo sia giunto il momento di pensare a come raggiungere una propria autonomia che regoli finalmente le nostre attività nelle varie sfaccettature.
Insomma non più un adolescente che ha bisogno di “protettori” che si chiamino musica, sport o quant’altro ma un entità consapevole della sua importanza e del suo valore che riesca ad interloquire alla pari con le altre arti e sopratutto con lo Stato ed i suoi rappresentanti.La danza italiana ha molti secoli non ce lo dimentichiamo e sopratutto è arte e in quanto tale deve essere regolamentata.
Elsa Piperno
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