Il Caso
Le scuole di danza, in Italia, rappresentano un settore dello spettacolo dal vivo che comprende, più o meno, circa 30.000 scuole. Il loro valore educativo e sociale è molto importante: a loro spetta, infatti, non solo la formazione degli insegnanti, non solo l’educazione dei giovani all’ascolto, alla pazienza, al rispetto dell’altro, a dare una valenza profonda alla parola “sacrificio”, ma anche a promuovere la diffusione della cultura attraverso un’intensa e poliedrica attività aggregativa.
L’emergenza del Covid-19 non ha risparmiato nemmeno loro, imponendo la chiusura immediata delle scuole senza prevedere alcun salvagente. Anzi, il decreto “Cura Italia” non ha previsto nessuna misura di sostentamento per la categoria, sia in termini di ammortizzatori sociali che economici.
La ripartenza (le prime indiscrezioni)
Per poter ritornare alle lezioni di danza nei luoghi prestabiliti, sarà necessario rispettare una serie di regole ben precise.
- Innanzitutto gli ingressi saranno scaglionati, mentre nelle palestre più piccole ci si potrà allenare soltanto su prenotazione. L’uso degli spogliatoi è del tutto vietato, dunque sarà impossibile cambiarsi in loco.
- Abolite anche le lezioni di gruppi numerosi. Anche in sala le persone dovranno mantenere una distanza di almeno due metri anche se lo spazio ideale sarebbe di 7 metri a persona.
- I maestri dovranno indossare mascherina e guanti. Riguardo gli attrezzi, invece, dovranno essere sanificati dopo ciascun utilizzo. All’ingresso e all’esterno dei locali dovranno essere posti dei dispenser per il disinfettante e mascherine.
- Nell’attesa di un quadro chiarificatore che probabilmente ogni singola struttura metterà in pratica, le altre regole per la riapertura prevedono termoscanner all’ingresso.
Dunque, regole stringenti che causeranno disagi non indifferenti ai maestri e direttori delle scuole di danza e palestre. Bisognerà lavorare più a lungo per soddisfare tutti gli iscritti. Allo stesso tempo i costi saranno maggiori, a fronte di guadagni minori. Senza contare che il timore del contagio potrebbe del tutto scoraggiare la cittadinanza a recarsi in tali centri.
Non resta che attendere l’uscita del decreto per capire e valutare.
Redazione www.giornaledelladanza.com