Partiamo dalla definizione scientifica di intelligenza: capacità di affrontare e risolvere con successo situazioni e problemi nuovi o sconosciuti, e complesso delle facoltà cognitivo- emotive che concorrono a tale abilità.
L’intelligenza quindi è strettamente connessa alla nostra capacità cognitiva ed è molto indagata dalla comunità scientifica. Numerosi studi hanno dimostrato i benefici per la salute della danza sul nostro stato psicofisico, grazie alla riduzione dello stress e all’aumento del livello di serotonina. Di recente, però, è emerso un altro fondamentale vantaggio: se praticata frequentemente, la danza aumenta la capacità cognitiva a tutte le età.
L’Albert Einstein College of Medicine di New York ha condotto uno studio su ventuno anziani dai 75 anni in su e ha analizzato l’effetto sul cervello di attività quali lettura, scrittura, l’uso si strumenti musicali, giocare a tennis, a golf, nuotare, ballare, e via dicendo. Una delle sorprese emerse da tale lavoro è stata che, pur apportando rilevanti benefici cardiovascolari, quasi nessuna delle attività fisiche offriva protezione contro la demenza senile e l’Alzheimer, a eccezione del ballo che, effettuato con regolarità, comporta la più rilevante riduzione del rischio di degenerazione cognitiva e fisica.
Il neurologo Robert Katzman di UC San Diego School of Medicine ha dimostrato inoltre che la danza aumenta la riserva cognitiva e la complessità delle sinapsi neuronali, tesi comprovata anche dallo psichiatra della Harvard Medical School, Joseph Coyle, secondo cui la corteccia cerebrale e l’ippocampo sono plastici e si ricablano in base al loro utilizzo. Il nostro cervello, infatti, ricollega costantemente i suoi percorsi neurali, se necessario, ma se non è necessario, non lo farà.
Quando le cellule cerebrali muoiono e le sinapsi si indeboliscono a causa del naturale invecchiamento, perdiamo dunque l’accesso alle informazioni memorizzate e immagazzinate nell’ippocampo. Le attività che richiedono un processo decisionale rapido, come la danza appunto, risvegliano il sistema neuronale che rimane attivo e vigile. Inoltre, modificando gli schemi abituali di pensiero grazie a passi sempre nuovi, il processo creativo aumenta, e le sinapsi e le connessioni neuronali sono maggiormente stimolate.
Perché ballare apporta più benefici di altre attività alle nostre abilità mentali? La risposta è semplice: danzare significa integrare contemporaneamente diverse funzioni cerebrali, cinestesiche, razionali, musicali ed emotive, aumentando ulteriormente la connettività neurale.
C’è uno stile di danza migliore di un altro a tale scopo? La risposta questa volta è più complessa: ogni stile apporta i suoi benefici, tuttavia quelli codificati, in cui vengono ripetuti sempre gli stessi passi, non generano i medesimi vantaggi di altri che richiedono cambiamenti e riadattamenti continui, e che perciò sollecitano maggiormente la necessità di nuovi percorsi neurali.
Variare stile e cimentarsi con classi di livelli più avanzati costituiscono quindi un grande stimolo. Più decisioni prendiamo, più la nostra intelligenza viene sollecitata e si mantiene attiva e funzionante. In definitiva, balliamo, tanto e spesso, e invitiamo i ragazzi a farlo, aiutiamo noi stessi e loro a costruire una vita più sana, lunga e attiva.
Stefania
Napoli
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