Darryl Jaffray, danzatrice ed ex direttrice dell’Education and Access del Royal Opera House, dichiarava: “Se il balletto deve sopravvivere come forma d’arte, abbiamo bisogno di più cercatori di verità e di rondelle meno strette”.
L’insegnamento della danza e del balletto in particolare è sempre stato resistente al cambiamento e inquadrato in una serie di canoni rigidi che hanno limitato l’adattamento a nuovi modelli culturali e artistici, sia per gli insegnanti sia per gli studenti.
L’insegnamento della danza è intriso di tradizione, pratiche e standard accettati da secoli, e tramandati di generazione in generazione. I maestri spesso insegnano ciò che è stato insegnato loro e nel medesimo modo. Tuttavia, questa lealtà e questo legame così ancorato alla tradizione possono rappresentare un ostacolo al cambiamento e all’innovazione, resi necessari dalla rivoluzione socio-culturale senza precedenti avvenuta negli ultimi decenni.
Secondo Karen Berry, tutor e supervisore per la Royal Academy of Dance e responsabile della formazione degli insegnanti presso la Royal Ballet School di Londra, aprirsi al cambiamento può significare un riesame delle radici di ciò che si insegna e di come lo si fa, senza rinnegarne le origini o perdere la propria identità.
Negli ultimi anni, il numero di corsi di formazione per insegnanti di danza è cresciuto esponenzialmente, però quasi tutti si basano sulla conoscenza dei contenuti e della tecnica piuttosto che sulla competenza pedagogica, a discapito di un apprendimento più ampio e approfondito.
Questa scarsa attenzione verso la pedagogia, intesa come scienza dell’insegnamento, si traduce in un forte limite al risultato dell’insegnamento stesso. Un focus limitato al programma e alla tecnica non sviluppa ballerini qualificati ed eclettici, è invece necessario trovare un sano ed efficace equilibrio tra tecnica e pedagogia.
La pedagogia permette, infatti, di educare a una determinata disciplina, raggiungere profondamente l’animo dell’allievo e incoraggiare lo sviluppo più completo possibile delle sue attitudini all’interno dell’attività artistica che ha scelto di coltivare. Perché, come sappiamo, la danza non si limita a passi e tecnica, ma coinvolge il ballerino a ogni livello, psicomotorio, cognitivo, fisico e affettivo.
Indipendentemente dalla materia, dunque, un insegnamento efficace si basa sul mix tra contenuto tecnico e formazione pedagogica che aiuterà a massimizzare l’apprendimento degli studenti. La mancanza di corsi di formazione per insegnanti che forniscano informazioni pedagogiche attuali e pertinenti è quindi dannosa per il progresso dell’educazione del balletto classico e della danza nel suo complesso, in quanto forma d’arte.
La Royal Ballet School sta implementando un cambiamento radicale ed epocale nella formazione dei suoi docenti, che incorpora una nuova filosofia ampia e trasversale volta a formare insegnanti ricreativi, educativi e professionali.
Solo attraverso l’istruzione, infatti, è possibile stimolare il cambiamento, aiutare maestri e allievi a comprendere il significato dell’evoluzione nell’insegnamento e nell’apprendimento della danza, e di conseguenza stimolare un miglioramento nelle prestazioni e nella motivazione degli studenti di qualsiasi livello e stile.
Stefania Napoli
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