“Anna Karenina” è una storia di passione, ipocrisie, rifiuto e autodistruzione, un’opera di vibranti emozioni. La bella ed elegante Anna vive un matrimonio senza gioia con un funzionario governativo severo e molto rispettato a San Pietroburgo. Incontra casualmente il conte Vronskij, e si innamora di lui. Dopo aver iniziato una relazione, viene presto scoperta e, a sua volta, ostracizzata dalla società. Alla fine Anna cade nella disperazione, intrappolata tra il dovere morale coniugale e l’amore. Rispetto agli altri capolavori di Lev Tolstoj“Guerra e pace” e “Resurrezione”, “Anna Karenina” ha una narrativa lineare, che ha permesso di realizzare diversi film (si ricordano quelli storici con Greta Garbo per la regia di Clarence Brown e quello con Vivien Leigh per la regia di Julien Duvivier, e quello più recente con Keira Knightley e la partecipazione della ex danzatrice del “Royal Swedish Ballet” Alicia Vikander dirette da Joe Wright). Impossibile non nominare la grande produzione di Maya Plisetskaya che nel suo appassionato ritratto della sfortunata protagonista offre una donna lacerata e infine distrutta da una relazione impossibile dimostrando quanto la danza e il teatro siano intrecciati. Performance registrata dal vivo sul palcoscenico del Bolshoi con la regia di Margarita Michajlovna Pilichina e un cast di prim’ordine (tra cui Alexdander Godunov, Nina Sorokina, Yuri Vladimirov) e costumi originali disegnati da Pierre Cardin, in cui la divina Maya catturò la forza drammatica della tragica storia di Tolstoj).
Oltre al cinema “Anna Karenina” ha catturato anche numerose versioni coreografiche che hanno permesso di distinguersi per la capacità di esprimere i diversi stati psicologici dei protagonisti. Si ricordano i balletti firmati da Christian Spuck, Alexei Ratmansky, Yuri Possokhov, Teet Kask, John Neumeier, Boris Eifman.
Al Teatro dell’Opera e del Balletto di Sofia sono in programma quattro rappresentazioni, il 21, 22, 23 e 24 marzo 2024. Il balletto è accompagnato dalla musica tratta da varie composizioni selezionate di Pëtr Il’ič Čajkovskij. I ruoli principali verranno interpretati dalle prime ballerine Marta Petkova e Katerina Petrova, dai primi solisti Nikola Hadjitanev e Tsetso Ivanov. Lo spettacolo vede la partecipazione del violino solista di Stoimen Peev, del Quartetto di Sofia, della voce del soprano Tsvetana Bandalovska e dall’Orchestra dell’Opera e del Balletto di Sofia diretta da Andrey Galanov.
Il balletto porta la firma coreografica di Leo Mujić (anche regista dello spettacolo) ed è stato messo in scena per la prima volta al Teatro Nazionale Croato di Zagabria nel 2014. La versione portata a più riprese all’Opera di Sofia è una nuova versione con modifiche alla coreografia originale e con una diversa scenografia a cura di Cvijeta Schwin (costumi di Ayenne Lars).
Questa versione coreografica di “Anna Karenina” ha ricevuto un significativo entusiasmo sia di pubblico che di critica. È stato rappresentato su tutti i principali palcoscenici croati e in numerosi teatri internazionali prima di approdare in Bulgaria. Per la creazione Leo Mujić ha ricevuto alcuni importanti riconoscimenti, tra cui il Premio Teatrale Croato per la migliore Coreografia.
Per quanto la storia di Lev Tolstoj sia conosciuta, e per quanto la narrativa di Mujić sia delineata in modo chiaro grazie al vocabolario del corpo e all’estetica, una lettura riepilogativa migliora il piacere della visione ballettistica.
Anna Karenina arriva a Mosca per visitare la famiglia di suo fratello Steve. Sul treno incontra la contessa Vronskaya, la madre di Alexei. Vengono presentati Anna e Vronskij. Per caso sono testimoni di un incidente: il treno investe una persona. A casa del principe Shcherbatsky, Levin lo propone a Kitty, ma lei lo rifiuta perché è innamorata di Vronsky. Al ballo Anna danza tutta la sera con Vronskij, il quale non riesce a nascondere la sua ammirazione per la giovane donna. Kitty è disperata: aspettava che Vronskij le proponesse di sposarsi e le desse il suo cuore. Anna torna a San Pietroburgo. È turbata al pensiero di Vronskij e desidera partire il prima possibile per non rivederlo mai più. Ma Vronskij sale sullo stesso treno. Alla stazione di Bologoe, Alexei dichiara il suo amore ad Anna. Arrivata a San Pietroburgo Anna incontra suo marito, Alexei Karenin. Vedere il suo amatissimo figlio riporta Anna alla normale routine. Nel salone della principessa Betsy Tverskaya, Anna incontra ancora una volta Vronsky. Le sue avances si fanno sempre più insistenti. Anna le accetta. Karenin è perplesso del comportamento di Anna e le chiede di non fare passi sconsiderati e di non infrangere le ben note leggi della moralità che non possono rimanere impunite, ma Anna si muove come se non capisse gli avvertimenti del marito. Rimasto solo, Vronskij pensa incessantemente ad Anna. In sogno vede l’uomo schiacciato alla stazione ferroviaria, a cui seguono un susseguirsi di visioni in cui appare Anna (che da lì a poco viene a trovarlo).
Tutta la società pietroburghese si è riunita all’ippodromo di Krasnoe Selo. Alle corse gli occhi di Anna restano incollati su Vronskij. All’improvviso il cavallo di Vronskij cade. Anna non riesce a controllare le sue emozioni. Ammette di amare Vronsky a Karenin. Il marito chiede ad Anna di lasciare le gare con lui. A Karenin non piacciono i pettegolezzi e le chiacchiere della società e insiste affinché le apparenze siano mantenute. Anna è gravemente malata. In punto di morte chiede perdono al marito e lui le promette di dimenticare il suo tradimento. Tuttavia, dopo essersi ripresa dalla malattia, Anna apprende da Betsy Tverskaya che Vronskij ha tentato il suicidio. Lascia il marito e il figlio e parte per l’Italia con Vronskij. Ad Anna manca suo figlio e torna in Russia. Ottiene segretamente di entrare in casa di Karenin per vedere Seryozha, ma suo marito la manda via. La disperazione di Anna per la separazione dal figlio e l’umiliazione che prova quando va all’Opera le spezzano il cuore. La cerchia sociale in cui si trova Vronskij le è chiusa. Tormentata dalla solitudine e dalla gelosia Anna non vede altra soluzione che uccidersi gettandosi sotto un treno.
Michele Olivieri
Foto: Alexander Bogdan Thompson
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