Nel panorama della danza classica, pochi nomi risplendono con la stessa intensità di Pierina Legnani. Fu una star internazionale.
Considerata una delle ballerine più straordinarie del suo tempo, Legnani ha lasciato un’impronta indelebile nel mondo del balletto per la sua tecnica impeccabile e per aver spinto i confini dell’arte a livelli fino ad allora impensabili.
Nata a Milano il 30 settembre 1863, si formò alla Scuola di Ballo del Teatro alla Scala, allora diretta da Caterina Beretta.
Fu proprio alla Scala che Legnani affinò la tecnica combinando la severità dello stile italiano con la leggerezza e il virtuosismo che anticipavano le tendenze del balletto russo.
Pierina Legnani è universalmente riconosciuta per essere stata la prima ballerina ad eseguire 32 fouettés en tournant consecutivi sul palco nella produzione russa di Cenerentola al Teatro Mariinskij di San Pietroburgo.
Questo momento rivoluzionario fu accolto con stupore e immediata consacrazione.
I 32 fouettés furono successivamente incorporati ne Lago dei Cigni diventando uno degli standard di virtuosismo per ogni Odile che si rispetti.
In Russia, Pierina Legnani divenne “prima ballerina assoluta”, un titolo raramente conferito.
Collaborò con Marius Petipa partecipando alla creazione di ruoli fondamentali in balletti come Raymonda, Le Corsaire e La Camargo.
La sua carismatica presenza la rese una musa per compositori, coreografi e costumisti.
Nel 1901, a soli 38 anni, Legnani diede l’addio alle scene. Tornata in Italia, visse lontano dai riflettori e dal clamore.
La scelta di ritirarsi all’apice del successo rimane una delle decisioni più enigmatiche della storia della danza.
Non fondò scuole, non scrisse memorie, non cercò la ribalta: sparì con la stessa grazia con cui era apparsa.
Venne a mancare a Milano nel 1930. Il suo nome continua oggi ad essere sussurrato tra le quinte, come un passaggio segreto tra passato e futuro.
Michele Olivieri
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