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Carlotta Zambelli: l’Étoile italiana che incantò Parigi

Nel firmamento della danza classica, poche stelle brillano con la grazia e la longevità di Carlotta Zambelli, ballerina italiana che, tra la fine dell’Ottocento e la prima metà del Novecento, conquistò i teatri più prestigiosi d’Europa e lasciò un’impronta indelebile nell’evoluzione del balletto moderno.

Carlotta Zambelli nacque a Milano il 4 novembre 1875, si formò alla Scuola di Ballo del Teatro alla Scala. Fu presto notata per le sue qualità tecniche eccezionali: un’eleganza naturale, un perfetto controllo del corpo e una sensibilità interpretativa fuori dal comune.

La svolta avvenne nel 1894, quando venne invitata a danzare a Parigi. Da quel momento, la capitale francese sarebbe diventata la sua seconda casa e il luogo dove avrebbe raggiunto la consacrazione artistica.

Nel 1894, Carlotta Zambelli debuttò all’Opéra Garnier di Parigi in un ruolo solitamente riservato alle grandi étoile francesi. La sua interpretazione, sostenuta da una tecnica impeccabile e da un’eleganza naturale, incantò il pubblico parigino, ancora abituato a una danza più accademica e meno virtuosistica rispetto a quella italiana.

Zambelli si distinse per la sua straordinaria capacità di unire la forza tecnica italiana – in particolare nei virtuosismi come i fouettés – alla raffinatezza espressiva della scuola francese.

Fu la prima ballerina italiana ad essere acclamata come étoile all’Opéra di Parigi, una rarità per l’epoca. La stampa la soprannominò la perla della danza italiana, e il suo nome divenne sinonimo di eccellenza.

Dopo essersi ritirata dalle scene nel 1930, si dedicò completamente all’insegnamento. Fu nominata direttrice della scuola di danza dell’Opéra di Parigi, dove formò generazioni di danzatori, contribuendo in modo decisivo alla rinascita del balletto francese nel Novecento.

Tra le sue allieve si ricordano nomi importanti come Yvette Chauviré, che divenne una delle étoile più celebri del XX secolo.

Carlotta Zambelli venne a mancare a Parigi nel 1968, a 92 anni, circondata dall’affetto di allievi e colleghi.

Merita un eccezionale posto nella storia del balletto, non solo come artista di rara eleganza, ma come vera pioniera che ha contribuito a forgiare il volto della danza europea moderna.

Fu più di una ballerina di successo: fu una costruttrice di ponti, una visionaria che seppe vedere oltre i confini del proprio tempo e del proprio Paese.

Michele Olivieri

www.giornaledelladanza.com

©️ Riproduzione riservata

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