Se Dante potesse assistere a La Divina Commedia Reloaded, probabilmente ne sarebbe sorpreso — non tanto per riconoscersi, quanto per scoprire che, sette secoli dopo, la sua opera può ancora volare. Letteralmente!
Lo spettacolo ideato da Emiliano Pellisari per NoGravity Theatre è un’esperienza che trasforma la parola in carne, la danza in disegno, il palcoscenico in sogno.
Non c’è narrazione lineare, ma un’esplosione di immagini viventi che si muovono oltre ogni legge fisica: i corpi sfidano la gravità, fluttuano come anime, si intrecciano in geometrie viventi che evocano tormento e salvezza.
Ogni scena delle dieci proposte è una tavola mistica: i dannati si contorcono in architetture umane fatte di dolore e bellezza, i corpi si aprono ad un respiro sospeso per poi dissolversi in luce. Non c’è bisogno di parole: bastano le forme, le ombre, il battito visivo di ogni figura umana trasformata in segno.
La danza non è decorazione ma scrittura. Scrittura scenica, visiva, emotiva. Una lingua nuova che riesce a parlare del viaggio dell’anima senza didascalie, senza recitazione, senza orpelli. Non si tratta di adattare il poema: qui Dante viene ricreato. La sua discesa e la sua ascesa diventano metafore fisiche.
Gli effetti — levitazione, luci taglienti, specchi, giochi di prospettiva e illusione — non sono virtuosismi ma veicoli poetici. Ogni elemento tecnico è al servizio di un’idea chiara: l’aldilà non è un luogo, ma una trasformazione. Non si attraversa con i piedi, ma con lo spirito. La protagonista femminile — alter ego di Dante, Mariana/P — attraversa le cantiche allegoriche senza parlare, ma il suo corpo racconta tutto: la fatica, il dubbio, la meraviglia, la redenzione, e con lei gli altri cinque straordinari danzatori.
La Divina Commedia Reloaded non è uno spettacolo per chi cerca la spiegazione. È un’opera da sentire, da vivere con lo sguardo spalancato e il pensiero sospeso. Chi si aspetta un racconto didattico resterà forse confuso. Ma chi si affida, troverà un Dante che non si studia, si respira. In un’epoca in cui il teatro spesso rincorre la parola, NoGravity Theatre sceglie il silenzio e l’immagine.
Il risultato (visto al Teatro Lirico Giorgio Gaber di Milano nella rappresentazione di domenica 5 ottobre 2025) è un evento che non chiede di capire, ma di percepire. La Divina Commedia Reloaded non si limita a portare sul palco l’aldilà dantesco: “lo reinventa” con fantasia, suggestione e raffinata abilità.
Michele Olivieri
www.giornaledelladanza.com
© Riproduzione riservata