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A Narni si danza con “Viro” di Abbondanza Bertoni

Dopo il successo di Femina, finalista Premio Ubu 2023 come “Miglior spettacolo di danza”, la Compagnia Abbondanza/Bertoni torna al Teatro Manini di Narni, mercoledì 19 novembre alle ore 21, con Viro, un nuovo lavoro che esplora il tema della mascolinità contemporanea.

La coreografia è di Antonella Bertoni, la regia di Michele Abbondanza, gli interpreti sono Cristian Cucco e Filippo Porro.

Viro è un mostro, una creatura tagliata in due che ignara dello scisma, amplifica sdoppiandosi, la sua natura eroicamente autocompiaciuta e depressa. – spiega Michele AbbondanzaModerno ferito centauro, contemporaneamente tata tatillo tatone*, virile e virale perché splendidamente banale; bello, sbarbato e ben pettinato, bipolarmente orientato, trascina le sue due parti in una sinergica continuità fisicamente sgrammaticata; con velleitaria movenza elegantemente chip, sciorina buone maniere da social e nel tormento di un pressante ritmo sonoro, agisce i suoi tic gestuali senza mai scomporre il grigio canna di fucile della capigliatura. Con i suoi pensieri, spettinati quelli sì, sfida gli interpreti e le loro maschere nel ciclo continuo dell’incarnarsi in forme nuove, attraverso il destino di una partitura spietata, del resto accessibile ed esigibile solo in uno stato di apnea creativa, unico lasciapassare verso il nuovo stato di coscienza gemellare e lobotomizzato. Blasfemo offertorio di un’eucarestia ribaltata di carne che diventa ostensione maschile senza soffio e spirito, inessenziale e vuota.”

*Tata, tatillo, tatone=(Reg) I tre nomi sono impiegati nella lingua napoletana, per designare la figura paterna, seppur con alcune oscillazioni di significato.” Michele Abbondanza

Fitto tratteggio, che a tratti diventa uno scarabocchiare, per un’esposizione dell’Uomo contemporaneo in forma coreografica, attraverso stereotipi e luoghi comuni. La composizione, presa in prestito dalla realtà, è a tratti chirurgica, evoca un tempo estraneo che sa di indeterminatezza, dove fa capolino un’ironia sottile e paradossale a commento di alcune ossessioni della contemporaneità. I gesti appartengono a un istinto collettivo, nel quale ognuno riconosce i segni dell’altro. Due danzatori in scena, uguali, specchi opposti che si confrontano. Due avatar rappresentanti della specie della mascolinità minuscola. Due minuscolisti. In aderenza continua alla musica elettronica di Byetone che nel suo essere quadrata impone il proprio ritmo al racconto, Viro è una partitura sociologica per leggere il nostro tempo e forse comprenderlo, in modo ambivalente come il teatro sa fare.” Antonella Bertoni

Info e biglietti: 075 57542222 / www.teatrostabile.umbria.it

Michele Olivieri

Foto di Tobia Abbondanza

www.giornaledelladanza.com

© Riproduzione riservata

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