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Antichi balli di Natale e storiche tradizioni legate alla danza

Durante il periodo di Natale, la danza ha sempre avuto un ruolo speciale, legato tanto alle celebrazioni religiose quanto a tradizioni popolari molto più antiche.

In Italia, per esempio, era diffusa la tresca, un ballo vivace tipico del Centro Italia, eseguito in cerchio o in file contrapposte: nelle campagne accompagnava le feste d’inverno come gesto di buon auspicio.

Al Sud, invece, anche la tarantella aveva una sua versione natalizia, più lenta e solenne, suonata con zampogne e tamburelli davanti ai presepi viventi o nelle case durante le veglie.

Molte tradizioni affondano le radici nel mondo pastorale: le antiche pastorali, eseguite con zampogne e ciaramelle, erano una sorta di danza ritmata che univa movimento e contemplazione, a metà tra processione e ballo. Anche nel resto d’Europa le feste natalizie erano animate da danze caratteristiche.

Nelle regioni alpine di Austria e Germania si praticavano le danze dell’Avvento, balli lenti e corali accompagnati dal suono dei corni alpini, pensate per celebrare la comunità e affrontare simbolicamente l’inverno.

Nei paesi anglosassoni, invece, il Natale era il momento privilegiato delle country dances, ordinate e gioiose, con cambi di coppia e figure che coinvolgevano interi villaggi.

In Francia, a Natale si danzavano i branle, antichi balli a passo laterale della tradizione medievale e rinascimentale, mentre in Spagna i celebri villancicos erano originariamente danze popolari prima di diventare canti.

Nel mondo slavo sopravvive ancora il korovod, una danza circolare molto antica, praticata anche nel periodo natalizio come rito propiziatorio. Comune a molte culture, infatti, era l’idea che la danza potesse scacciare gli spiriti dell’inverno e chiamare prosperità per la nuova stagione. Per questo, in vari paesi comparivano danze mascherate con figure di animali, folletti o spiriti della neve: tradizioni vive ancora oggi nei Balcani e nelle regioni alpine. Un’altra usanza diffusa era la danza attorno al ceppo di Natale, il grande tronco acceso nella notte della Vigilia.

Le famiglie si riunivano intorno al fuoco, cantando e compiendo movimenti circolari lenti, quasi rituali, come gesto di protezione e augurio. Questi balli, diversi per stile ma simili nello spirito, raccontano un legame profondo tra danza, comunità e luce: un modo antico e condiviso di celebrare il tempo del Natale.

IN ITALIA
La “Tresca” (Centro Italia)
Un’antica danza popolare, tipica di Toscana, Umbria e Marche. Ballo vivace, in cerchio o in file contrapposte. Spesso eseguito durante le feste d’inverno, soprattutto dai contadini come rito di buon augurio.

La Tarantella natalizia (Sud Italia)
Non solo danza d’estate: esiste anche una versione lenta o solenne per il periodo natalizio. Strumenti: zampogna, organetto, tamburello. Molto diffusa in Campania, Basilicata e Calabria, spesso eseguita davanti ai presepi viventi.

Le pastorali danzate
Derivano dai balli dei pastori con zampogne e ciaramelle. Erano una forma di danza ritmica ma contemplativa, al confine tra processione e ballo.

IN EUROPA
Danze dell’Avvento (Alpenländische Adventtänze)
Tipiche delle zone alpine. Balli circolari lenti, accompagnati da corni alpini. Erano danze comunitarie per scacciare l’inverno e chiedere protezione.

Christmas Country Dances
Durante il Natale, nei paesi anglosassoni erano popolari le Country Dances, poi divenute anche balli di corte. Danze di gruppo, ordinate, con figure e cambi di coppia. Vere e proprie feste popolari nei villaggi.

Le branle de Noël
Il branle è un ballo medievale e rinascimentale a passo laterale. Per Natale si facevano branle “sacri” o “pastorali”. Venivano danzati nei chiostri o nelle piazze.

Villancicos bailados
I villancicos (canti natalizi) in origine erano danze popolari. Ritmo vivace, spesso accompagnato dal pandereta (tamburello). Le comunità danzavano all’aperto davanti alle case.

Korovod / Khorovod
Antichissima danza circolare slava. In inverno aveva valore propiziatorio. Molto praticata anche durante il Natale ortodosso.

TRADIZIONI RITUALI LEGATE ALLA DANZA
Danze per scacciare gli spiriti dell’inverno
In molte culture precristiane le danze del solstizio servivano a: allontanare le forze oscure; attirare fertilità e prosperità

Danze mascherate
Maschere di animali, spiriti della neve, folletti.
Presenti in: Dolomiti. Balcani (Kukeri). Carpazi

Danze intorno al ceppo di Natale
Il “ceppo”, acceso per tutta la notte della Vigilia, era spesso accompagnato da: canti, danze circolari lente, come rito di protezione della casa.

Così, tra passi semplici e gesti tramandati nei secoli, le antiche danze di Natale continuano a respirare dentro il presente, come una brace che non si spegne mai. Sono ricordi in movimento: cerchi di mani intrecciate, suoni che tornano ogni inverno, lumi che rischiarano il buio della stagione più fredda.

Oggi forse non danziamo più come un tempo, ma basta ascoltare una zampogna in lontananza, vedere un presepe vivente, o il brillare di un fuoco nella notte della Vigilia, perché quelle tradizioni riemergano, vive e familiari.

La danza diventa allora un ponte silenzioso: collega generazioni, unisce lingue e paesi diversi, e ricorda che, in fondo, il Natale è sempre stato un modo di cercare luce, comunità e speranza.

E in quel ritmo antico, che ancora vibra sotto la superficie delle nostre feste moderne, si ritrova la stessa promessa che da secoli accompagna l’inverno: la certezza che, dopo ogni notte lunga, c’è sempre un nuovo inizio che attende di essere celebrato.

Michele Olivieri

www.giornaledelladanza.com

© Riproduzione riservata

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