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Addio a Trisha Brown, coreografa della postmodern dance americana

trisha brown

È arrivata oggi, dalla compagnia che porta il suo nome, la notizia della scomparsa della coreografa Trisha Brown, avvenuta lo scorso 18 marzo all’età di 80 anni, sette mesi dopo il marito, in seguito a una lunga malattia a causa della quale già nel 2012 aveva dovuto annunciare il ritiro, definendo come “the last”, le ultime, le coreografie create alla fine del 2011.

Pioniera della postmodern dance americana, Trisha Brown ha collaborato con i più grandi artisti suoi contemporanei: da Laurie Anderson a Robert Rauschenberg (entrambi coinvolti in Set and Reset del 1983), da Baryshnikov al corpo di ballo dell’Opera di Parigi. Proprio in Francia le conferirono nel 1988 il titolo di Chevalier dans l’Ordre des Arts et Lettres (fino a diventare Commandeur nel 2004), mentre è suo il primato di prima coreografa a ricevere, nel 1991, il riconoscimento McArthur Fellow.

Nata nel 1936 ad Aberdeen, nello stato di Washington (da cui proveniva anche Merce Cunningham), Trisha Brown si diplomò in danza moderna al Mills College nel 1958, per poi spostarsi qualche anno dopo a New York e fondare il gruppo avanguardista Judson Dance Theater, che puntava ad eliminare i caratteri tipici del balletto e anche della danza moderna di Martha Graham, come la tecnica troppo legata a virtuosismi accademici, la pantomima e la precisa musicalità.

Sue icone furono anche John Cage e lo stesso Cunningham, con cui coltivò un rapporto di reciproco scambio di idee e capacità, che aiutarono entrambi nella loro crescita artistica. Risale agli anni ’70 la fondazione della sua compagnia, con la quale ha portato la danza in luoghi non convenzionali, come gli spazi museali e i grattacieli.

Innovazione, purezza, ampiezza, morbidezza, questi sono solo alcuni degli aggettivi che si potrebbero utilizzare per descrivere la meravigliosa danza all’avanguardia di Trisha Brown, che ha saputo creare uno stile riconoscibile e in continua evoluzione, in grado di confrontarsi con l’avanguardia artistica (sia essa quella di Rauschenberg appunto, o di Cage) sia con la tradizione (confrontandosi con Bach, Monteverdi, Rameau ad esempio).

Coreografa e interprete di grande intelligenza, autrice di una tecnica difficilmente codificabile, cui sono stati dedicati diversi saggi anche da storici dell’arte contemporanea, la sua danza fragile e indelebile ha segnato numerosi artisti di danza, e continuerà certamente a farlo anche in futuro.

Redazione
www.giornaledelladanza.com

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