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È morta a 89 anni una delle più straordinarie ballerine russe della sua generazione, Maya Plisetskaya. Ne ha dato notizia il direttore del teatro Bolshoi, Vladimir Urin, comunicando di essere stato informato dal marito della ballerina, il celebre compositore russo Rodion Schedrin.
«Il suo cuore ha smesso di battere», ha detto Vladimir Urin alle agenzie russ. «I medici non hanno potuto salvarla». La danzatrice, che era nella sua casa a Monaco, è morta per un infarto improvviso.
Scelta come prima ballerina del Bolshoi ad appena 18 anni, dove aveva debuttato a undici, l’unica ad arrivare tanto presto a un traguardo di tale responsabilità (che mantenne dal 1943 al 1989), la Plisetskaya era «capace di trasformare la danza in una forma di poesia in movimento», come scrisse la giuria che, nel 2005, le assegnò il Premio Principe delle Asturie. Danzò fino a 65 anni. Plisetskaya fu la prima ballerina assoluta di una generazione in cui figurano anche la cubana Alicia Alonso e la britannica Margot Fonteyn.
Tra le étoile russe è stata sicuramente quella più ben voluta dal regime negli anni cupi dell’Urss, anzi la sua fama come ballerina “nazionale” venne comunque utilizzata per la propaganda durante la Guerra Fredda. Fu Nikita Krusciov ad annullare il divieto di viaggiare per l’etoile nel 1959, considerandola “La miglior ballerina del mondo”. Da notare che Plisetskaya aveva sempre rifiutato di scappare dal suo paese, anche negli anni bui, quando molti dei suoi colleghi approfittavano delle tournèe per rifugiarsi all’Ovest, compresi partner illustri che con lei avevanoc condiso successi e popolarità come Rudolf Nureyev, Natalia Makarova e Mikhail Baryshnikov.
Sara Zuccari
Direttore www.giornaledelladanza.com