RICEVIAMO e PUBBLICHIAMO:
Circa tre anni fa, dopo le due serate di spettacolo, il Gala dei Premiati del Premio Positano e il “Pas des Dieux” del giorno dopo, con i miei collaboratori mi incontrai con il Sindaco Domenico Marrone e gli prospettai l’utilità di effettuare sulla Spiaggia Grande di Positano una sorta di “Festival della Danza”, strettamente collegato al Premio in quanto emblema della città. Non c’è bisogno di ricordare che Positano per tradizione è la Città della Danza. Oggi purtroppo passa come la città del Mith Festival. Da fare orrore a Massine ed a Nureyev ai quali noi ci richiamiamo. Come “brillante” risposta alla nostra richiesta, lo scorso anno fu ideato, in concorrenza e nello stesso periodo, appunto, il Myth Festival che non aveva la danza per vocazione ma un “pastiche” di eventi. Lo “sgarbo” alla danza è stato perpetrato nuovamente quest’anno. Stesso luogo, stessa scena, stesso periodo. Quarant’anni ed uno staff di prim’ordine, a sentire il Sindaco del tempo, sarebbero stati incapaci di promuove l’evento. E allora ci si rivolse a Ravello, molti più soldi ed uno staff ben pagato contro la gratuità riservata al nostro. Protestai allora e “J’accuse!” oggi. Si vuole fare un Festival di arte varia a Positano? Lo si faccia in altro periodo e si lasci in pace la danza che non ha bisogno di miti visto che essa stessa lo è di per sé e dalle origini dei tempi. Perché dunque insistere con ottusa testardaggine ad oltraggiare Positano con saggi di scuole, cantanti sconosciuti e spettacoli di danza che nulla hanno a che dividere con il Premio storico? Protagonismo dei politici? Incapacità e scarsa efficienza delle strutture a preservare il Premio? Ho chiesto varie volte, prima di spedire la mia lettera polemica al Presidente e al Vicepresidente della Regione, di poterli incontrare attraverso l’Azienda. Non c’è stato verso. Bisognava attendere! Che cosa? Che il Premio fosse soppresso per fare un favore al Comune affinché gestisse quella “rottura di scatole” del Premio Massine? In effetti, ho cercato di collegarmi per mio conto con le autorità regionali e mi è stato fatto capire che mi ero mosso troppo in ritardo. Peccato! Ho rilevato fra le righe che c’era, questa volta a Positano, la volontà di fare di due eventi uno soltanto. Troppo facile ma non per me, quando il peso specifico, la portata storica dell’uno sono così diversi dalle improvvisazioni dell’altro. Non è forse chiaro che il Premio non può subire accostamenti del genere? Si è cercato di sostituire e di copiare (male) il Premio ma i due eventi sono molto dissimili. Il Myth Danza non indica nulla, non propone, non crea, come dovrebbe fare, (almeno mettere in scena in forma coreografica alcuni dei tanti miti antichi che alitano intorno ai lidi e alle acque positanesi). Invece, il Premio ha sempre sentito vivo il compito di segnalare chi si mette in evidenza nell’arco di una stagione di spettacoli di danza come è stato fatto esattamente nei suoi quarant’anni di vita. Il Premio Positano, iniziato quasi in sordina, senza clamori pubblicitari, è divenuto il più famoso del genere nel mondo. Ha riscosso i boati di un pubblico elettrizzato (Attenzione: ci sono le registrazioni in DVD che ne fanno fede!). Cusioso: in Italia ogni volta in cui un evento d’arte si afferma e si consolida trova in agguato gelosie e invidie che cercano di affossarlo. Alla direzione artistica del Myth Danza, dall’alto della mia età e della mia esperienza, mi permetto di dire una sola cosa che molte ne racchiude in sé: non basta essere assistente una volta, bisogna studiare, non smettere di imparare, di fare scelte oculate e precise e non affastellare brani diversi, insomma fare di ogni erba un fascio. Mi è chiesto come ho potuto dare un giudizio così “tranchant” sul Gala del 28 agosto senza averlo visto. Semplicissimo! In tutti questi anni ho imparato a leggere un programma; siccome conosco i pezzi, gli interpreti, il modo e i modi con i quali li si presenta, casualmente un po’ dappertutto, ho capito che quel programma era sbagliato, deplorando che alcuni brani erano già stati eseguiti nella scorsa edizione del Premio.
Perché avrei dovuto recarmi a Positano: per vedere ciò che io stesso avevo già presentato? Altri brani, come “La Signora delle Camelie”, li avevo messi nel programma del Premio oggi soppresso. Mi si fa presente che uno dei figli di Massine (proprio Theodor che nulla ha da spartire con la danza) è stato invitato per il Gala del 28 scorso. Semmai il figlio Lorca, danzatore e coreografo emerito, è stato proprio lui a salire sul nostro palco per ricevere il Premio. Infine vorrei precisare quanto ebbe a dire Nureyev e cioè che il ricevimento del Premio del 1982, proprio quello, gli permise di conoscere Positano e di innamorarsi dell’isola Li Galli che poi acquistò. Come può permettersi il signor Sindaco di dire che non ha ricevuto nessuno scritto né telefonata di rammarico per l’eliminazione del Premio quando io sono stato tempestato per una decina di giorni di telefonate e messaggi in internet? Evidentemente ci sono stati solidarietà e rammarico in ampia misura.
Come si può parlare di competizione quando nulla è accomunabile tra un Premio unico e consolidato ed un neonato Festival, senza considerare le differentissime persone che li gestiscono? Accorpare il Premio? Lo chiedo a voi, cari positanesi e non ai nostri politici che hanno logiche mediatiche prioritarie rispetto all’Arte ed alla Cultura. Il Sindaco De Lucia desidera fare un Premio che vada in TV, con le veline? con i soliti cantanti regionali? con le sfilate? Ottima idea ma non lo si associ al Premio Massine, premio di eccellenza, entrato nella storia della danza e che oggi rischia di sparire dalla memoria e dal cuore dei suoi più affezionati assertori.
Grato per l’ascolto e l’attenzione, saluto distintamente.
Alberto Testa