Renata Ambrosoli, per altro dichiaratasi sempre amica, ha voluto affermare con messaggio non veritiero, increscioso, oltre che ingeneroso. Il Premio Positano Léonide Massine per l’Arte della Danza, denominazione di mia creazione, è nato per sua semplice segnalazione, La predetta Signora, organizzatrice di vaglia ma del tutto fuori da ogni competenza teatrale relativa alla danza, dopo aver organizzato nel 1964 un Premio scarpetta d’argento, morto dopo Una sola edizione, venne da me per suggerirmi che sarebbe stato opportuno un Premio Positano per la danza. Accettai l’idea ma che tale rimase nei riguardi della Sig.ra Ambrosoli. Mi misi al lavoro e creai di mio pugno subito le singole motivazioni secondo le categorie dei premiati dal 1969. L’Ambrosoli si occupava dell’organizzazione (altra cosa della direzione artistica, sia ben chiaro) in loco (alberghi, pasti, fiorai, ecc.), io nella ricerca dei premiati, all’ossatura del premio, ai programmi delle varie edizioni, se mi è permesso, alla sua Anima. Nei primi anni Novanta l’Ambrosoli fu estromessa dal direttore dell’Azienda: il mai abbastanza rimpianto Luca Vespoli. Rimasi, per mia fortuna, solo; ne fanno fede i programmi, un libro, bellissimo su Positano e fui io ad ottenere la Targa d’Argento e il premio di Rappresentanza del Presidente della Repubblica, (non il patrocinio come non lei vuole affermare). L’Ambrosoli può dire quello che vuole nel suo libro Il castello dei sogni, che non è un capolavoro, ma la verità è un’altra. Il Premio non è una sua creatura. Le creature, create ed amate, si portano con noi, in tutto il cammino della nostra vita.
Molto distintamente