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Alessandra Tripoli e Luca Urso: la danza sportiva, le gare, i successi dei due campioni del ballo

Urso-Tripoli

Alessandra Tripoli e Luca Urso sono tra le coppie italiane più affiatate e vincenti nel panorama internazionale della danza sportiva. Dopo aver scalato le vette della danza agonistica in Italia, la loro carriera internazionale li vede protagonisti in molte competizioni europee prestigiose. Tra le più importanti ricordiamo la finale al German Open Championship, il 3° posto a Londra al UK Open 2013, un bel 1° posto al Galaxy Imperial Championship e il prestigioso Blackpool Dance Festival dove ottengono la semifinale. Alessandra Tripoli, tra l’altro, è stata scelta, in qualità di maestra, per il programma televisivo “Ballando con le Stelle 9” su Rai 1. 

 

Luca e Alessandra siete una coppia di danza sportiva molto unita. Cosa ricordate dei vostri primi passi da ballerini?

Luca: Ho iniziato a ballare per puro caso. Ricordo di essere stato da sempre un fan di Michael Jackson. I miei genitori mi raccontavano che già all’età di due anni mi muovevo al ritmo di musica davanti la tv. Crescendo, durante i fine settimana con gli amici, organizzavamo delle balere fai da te improvvisate, dove potevamo ballare tutti insieme. Questo rappresenta il lato ludico del ballo in tenera età. Comunque sono entrato per la prima volta in una scuola di danza a sette anni per studiare classico e moderno.

Alessandra: Anch’io ho cominciato a ballare fin da subito. Praticamente avevo solo tre anni quando mi cimentavo con la lambada, quel tipico ballo brasiliano molto sensuale e dinamico. Credo di aver iniziato a fare danza spinta dall’influenza del programma televisivo Non è la Rai. Ricordo di aver studiato ogni singola coreografia al punto che mia madre si dovette arrendere all’evidenza: dovevo diventare una ballerina. Ad otto anni cominciai a muovere i miei primi passi nell’ambito della danza classica e moderna. Le prime gare di ballo sono arrivate in modo naturale. Considerato il fatto che se una coppia si allena costantemente ogni giorno per più ore, pian piano ci si accorge che uno non lo fa solo per diletto ma per passione.

La danza è prima di tutto un’arte. Per la vostra esperienza, cosa pensate delle competizioni nella danza?

È difficile dire perché nella danza si gareggia. Quando eravamo molto piccoli probabilmente l’abbiamo fatto per inerzia. Adoravamo ballare e se diventare ballerini richiedeva fare competizione noi le facevamo probabilmente senza neanche chiederci il perché. La sfida è un confronto delle tue capacità rispetto agli altri ma anche rispetto a te stesso, superare i tuoi limiti in modo più elementare, più genuino, forse più banale. La competizione è anche una sorta di spinta in più per fare meglio, per allenarsi meglio e per sentire ancora meno la stanchezza.

Cosa si prova in quei pochi minuti durante un importante campionato?

Cosa si prova in quei minuti è difficile da descriverlo. Perché esistono gare di difficoltà e importanza diversa. Sicuramente Blackpool, l’International o l’Uk Championship sono manifestazioni di danza sportiva che hanno una presa psicologica non indifferente. Non potremmo mai dimenticare quale emozione fantastica è ascoltare la voce di Markus Hilton quando chiama i tuoi numeri per scendere in gara. Allo stesso modo è difficile descrivere cosa si prova a varcare la soglia del Royal Albert Hall. L’adrenalina di fare ciò che ami, di farlo con la persona che ami, in luoghi che ti emozionano particolarmente, come il Winter Garden e di lottare per soddisfare le tue aspettative non ha prezzo. Probabilmente un giorno ci mancherà quando non saremo più competitori ma solo insegnanti.

Dei cosiddetti 10 balli, quali preferite e perché?

Dei famosi 10 balli il nostro preferito è il Tango. Perché crediamo che il tango racchiuda in sé tante meravigliose contraddizioni. Odio e amore, passione e indifferenza, sensualità. Invece da competitori di danze latino americane possiamo dire che il nostro ballo preferito è indiscutibilmente la Rumba. Sarà per il rapporto che ci contraddistingue, perché sicuramente essere una coppia nella vita e non solo nel ballo aiuta e rende molto più intense certe sensazioni. Ma anche perché se dovessimo definire il nostro stile di ballo sarebbe sicuramente drammatico. Intenso, vero, puro. Quindi nella rumba ogni sfaccettatura di noi viene fuori al 100%.

Che cos’è per voi la danza?

Come diceva Billy Elliot nell’omonimo film, è elettricità. È una carica intensa che ti fa andare avanti nei momenti brutti, che ti è vicina quando ti senti solo, che gioisce quando gioisci, che ti dà forza quando pensi. La danza è il rumore della pioggia, è il sole ad agosto, è poesia, è dolore, è amore, è il battito del cuore, è vita.

Per la serie vita di coppia nel ballo e non solo, cosa potete dirmi?

Come ogni cosa ci sono i pro e i contro. Tra le cose positive c’è sicuramente la libertà di espressione per cui non sei costretto a recitare ma soltanto a vivere alcune situazioni che già vivi nel rapporto di coppia e che trasformi in passi di danza. I contro sono fastidiosi perché ogni litigio e confronto che avviene durante gli allenamenti non rimane tra le mura della scuola di danza ma continua tra le mura domestiche. Quindi è difficile scindere la vita privata dalla carriera. Qualcosa che nel nostro caso succede spesso è di saltare qualche allenamento perché psicologicamente avendo litigato non riusciamo a ballare in modo sincero, non riusciamo ad essere falsi.

Caraibici, latini, standard, insieme dove vi esprimete meglio tecnicamente?

Sicuramente ci esprimiamo meglio nelle danze latino americane perché, pur avendo cominciato la preparazione nei 10 balli, sin dall’infanzia per un fattore sia economico che di preferenza abbiamo rinunciato a proseguire la nostra carriera in entrambe le discipline prediligendo le danze Latino Americane. Il caraibico invece ci piace solo Ballarlo per diletto.

Nei panni di maestri cosa fate per dare il vostro contributo a chi vuole avvicinarsi seriamente a questa forma di arte non solo come hobby?

Da insegnanti vediamo il ballo con occhi diversi. Cerchiamo sicuramente di impedire ai nostri allievi di commettere gli stessi errori che noi abbiamo commesso nel corso della nostra carriera. Li alleniamo alla competizione in maniera genuina perché lo scopo di ogni competizione deve essere riuscire ad effettuare una performance migliore della gara precedente. Un’altra cosa bella che nella nostra carriera di insegnanti abbiamo apprezzato è che quando prepari una coppia alla competizione devi riuscire a toccare nel profondo dell’animo. Ottenuta la loro fiducia sapranno spogliarsi di ogni inibizione, paura, preoccupazione. Per capire al meglio cosa significa ballare e cosa significa farlo in due.

Le gare di ballo spesso vi portano in giro nel mondo. Un posto particolare che avete visitato, un evento da segnalare.

Il ballo ci ha portato in giro per il mondo per le competizioni ma più che posti che ci sentiamo di raccomandare è che, secondo noi, ogni ballerino almeno una volta nella vita deve partecipare al Blackpool e l’International. Perché l’emozione di ballare all’interno del Winter garden e del Royal Albert hall è qualcosa di indescrivibile. Poi sicuramente le nostre esperienze in Asia ci hanno segnato particolarmente perché adoriamo la cultura asiatica. Quindi città come Shanghai, Hong Kong, Tokyo, sono un tuffo in un mondo nuovo.

E in Italia? Come vedete questo settore sportivo del danzare?

Crediamo che l’Italia sia piena di grandi talenti ma riguardo al campo F.I.D.S. non ci dilungheremo nel parlarne. Non abbiamo condiviso il modo in cui il ballo in Italia è stato gestito per cui da quattro anni abbiamo deciso di ballare unicamente per noi stessi senza far parte di nessuna federazione.

Il vostro sogno nel cassetto

Penso che entrambi abbiamo esaudito ogni nostro sogno nel cassetto. Quando qualcosa sembrava irraggiungibile con perseveranza e costanza è stata raggiunta quindi adesso viviamo giorno per giorno e continuiamo a credere in questo magico mondo che è il ballo. 

 

Massimiliano Raso 

www.giornaledelladanza.com

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