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Redattori

GD Web TV: Scottish Ballet, Emergence 2017

Una pièce affascinante che porta in scena un fantastico gruppo di ballerini, in un universo parallelo: Emergence. L’ensemble Scottish Ballet, prima compagnia inglese che porta in scena un lavoro di Crystal Pite, sarà anche la prima compagnia in Europa a portare sul palco questo bellissimo balletto.   www.giornaledelladanza.com  

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“Aterballetto al Piccolo”: pilastri dello Spettacolo italiano si rincontrano per la sesta volta

“Aterballetto al Piccolo”: pilastri dello Spettacolo italiano si rincontrano per la sesta volta

  Quando un teatro emblema dello spettacolo dal vivo italiano ospita – per la 6a volta – sul proprio palcoscenico una tra le connazionali compagnie di danza contemporanea famose e apprezzate su scala internazionale il successo è indubbiamente garantito. Naturalmente si tratta della compagnia Aterballetto/Fondazione Nazionale della Danza in scena dal 7 al 9 giugno al Piccolo Teatro Strehler di Milano con Aterballetto al Piccolo, spettacolo composto da tre creazioni di nuovissima produzione: Words and Space, Phoenix e Narcissus. Recentemente performate – insieme a #hybrid – a chiusura della stagione ParmaDanza 2017 del Teatro Regio sito nell’omonimo capoluogo emiliano (LEGGI ANCHE: ATERBALLETTO SI FA IN TRE PER LA CHIUSURA DI PARMADANZA 2017), le prime due opere sono firmate rispettivamente da Jiří Pokorny e Philippe Kratz per quanto riguarda la coreografia, nonché dalle luci di Carlo Cerri, dalle musiche di repertorio barocco (Words and Space) e di Borderline Order (Phoenix), dai costumi di Carolina Mancuso (Words and Space) e di Costanza Maramotti (Phoenix), e infine dal sound design di Yukari Sawaki (Words and Space). Words and Space proietta immagini in movimento di un dipinto o di un libro traboccante di storie fluttuanti, è un racconto personale,intimo e poetico. […] Sebbene la ...

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Dal movimento al gesto: intervista con Valerio Longo

Valerio Longo nasce a Roma nel 1976, si diploma al “Liceo Coreutico” di Torino. Durante i cinque anni di studio partecipa ad alcune produzioni della “Compagnia del Teatro Nuovo di Torino” debuttando ne “Il tango delle ore piccole” di Robert North. Studia in seguito con Robert Strayner, Luc Buy, Irina Rosca, George Bodnarciuk. Nel 1992 partecipa, vincendolo, al concorso “Giovani talenti” di Chiavari e al Concorso “Città di Rieti” (3° posto). Nel 1996 vince il concorso “Vignale Danza”. Nel 1998 lavora come Solista nella compagnia “Danza Prospettiva” del M° Vittorio Biagi e successivamente entra a far parte del “Balletto di Toscana” e dall’autunno 2001 in “Aterballetto”. Nel 2004 crea assieme ad Adrien Boissonnet e a Beatrice Mille “Il corpo che narra. Trasformazioni”. Nel 2005 è autore di “Pororoca” e nel 2006 di “Saminas”, entrambe per Aterballetto. Nel 2008 ha creato “Hasmu” per lo “Scapino Ballet”. Torna a creare per Aterballetto nel 2010 con “Minima sospensione”, nel 2011 “Indomato effetto”, nel 2012 “Short Rock”, nel 2013 “White Night” e nel 2014 “Nude Anime” (per questa creazione ha ricevuto il Premio speciale al “Coreografo nell’evento” a Milano). Sempre nel 2013 ha coreografato “L’Atteso” un’opera rock su musiche di Daniele Ricci, commissionata da ...

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Creazione artistica, azione e intenzione in “Prometeo: il dono” di Simona Bertozzi

Il 30 maggio 2017, all’interno del Festival Interplay, presso Lavanderia a vapore di Collegno andrà in scena la prima regionale di Prometeo: il dono, ideazione e coreografia Simona Bertozzi, musiche Francesco Giomi, interpreti Aristide Rontini, Stefania Tansini, Bertozzi, produzione Nexus 2015, con il contributo di MIBACT e Regione Emilia Romagna. Coreografa, danzatrice e performer, vincitrice del concorso Giovane Danza d’Autore 2007 e del premio del pubblico a Masdanza17 Festival Internazionale di Danza contemporanea di Canarias 2012, selezionata per Aerowaves 2007 e per Fringe Festival Edimburgo 2013, Bertozzi è considerata una tra le più affermate coreografe italiane e conduce con la sua compagnia Simona Bertozzi/Nexus un percorso di ricerca e scrittura coreografica di grande successo. Prometeo: il dono è il secondo di cinque quadri coreografici facenti parte del progetto Prometeo e racconta la creatività umana come un dono, che si realizza attraverso il gesto e il movimento generati dall’intenzione, dall’azione e dall’emozione di chi lo mette in essere. Spettacolo intenso, profondo e coinvolgente che spinge a ritrovare e accendere la scintilla dell’arte che vive in tutti noi. ORARI & INFO 30 maggio 2017, ore 21.00 Lavanderia a Vapore Corso Pastrengo, 51, 10093 Collegno TO Telefono: +39 011 432 0786 Stefania Napoli Fotografie: Luca Del ...

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Il musical “Divo Nerone Opera Rock” infiamma l’estate romana 2017!

Il musical “Divo Nerone Opera Rock” infiamma l’estate romana 2017!

  L’estate romana 2017 si infiamma con Divo Nerone – Opera Rock, il nuovo musical prodotto dalla Nero Divine Ventures, in scena alla Vigna Barberini sul Colle Palatino della Capitale dal 1° giugno al 10 settembre sempre alle ore 21:30. Lo spettacolo – che andrà in scena ogni martedì, giovedì, venerdì e domenica in lingua inglese e sottotitolato in italiano, mentre ogni mercoledì e sabato in lingua italiana e sottotitolato in inglese – si preannuncia essere una sfida al trionfo dell’intrattenimento performativo made in Italy. Roma, anno 53 dopo Cristo. È un momento cruciale per l’avvento e la diffusione della cultura cristiana nel mondo. Lucio Domizio Enobarbo è ancora un ragazzo allegro, spensierato e pieno di entusiasmo. La bellissima, ambiziosa e calcolatrice madre Agrippina e Seneca, uomo di consumata doppiezza, progettano per Lucio un ruolo di protagonista nella Storia. A 16 anni, nonostante l’amore sincero per la giovane Atte, Lucio viene costretto dalla madre a sposare la sorellastra dodicenne Ottavia, figlia dell’imperatore Claudio, padre adottivo di Lucio. È un matrimonio d’interesse che rientra nel grande disegno dell’astuta Agrippina: portare il figlio a diventare il quinto Imperatore di Roma e con lui governare l’Impero. È il 12 ottobre del 54, l’imperatore ...

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Un’intima creazione armonica

Bigonzetti ha avuto la capacità di esaltare, tramite la ricerca del movimento, la bellezza del barocco giungendo ad un equilibrio artistico, a mio avviso, di raffinata visione. L’eccellente organico del Corpo di Ballo della Scala, diretto dal neoeletto M° Frédéric Olivieri, ha adottato pienamente il linguaggio del coreografo, alternando e quasi sovrapponendo all’unisono l’accompagnamento dei brani händeliani a cura di James Vaughan, Francesco De Angelis, Fabien Thouand, Andrea Manco, Sandro Laffranchini. La produzione, in prima assoluta sulle Suites e composizioni cameristiche, si rivela colta e a tratti poco empatica nella comprensione estetica pur lasciando trasparire una limpidezza tra arte coreica e arte musicale. Dinamiche interessanti – non sempre aderenti – perlopiù consone ad un pubblico preparato. Non essendoci narrazione “i quadri” necessitano di una attenta cultura musicale nell’apprezzare appieno il crescendo di figure, pose, intrecci e incastri sulla scena nuda illuminata da Carlo Cerri con i costumi di Helena De Medeiros. Mauro Bigonzetti ha maturato l’obiettivo finale tessendo una delicata performance dove nell’ossequio ad Händel si ritrova l’essenza della sua squisita opera e a tratti si percepisce, nella visione coreografica, la matrice drammatizzata del grande compositore tedesco naturalizzato inglese. “Progetto Händel” propone agli spettatori una brillante sintesi del periodo Barocco ...

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Agnese De Donato e la sua mostra “Anni ’70: io C’ero”

Si inaugura stasera alle 18.30 la mostra realizzata grazie alle foto di Agnese De Donato, giornalista e fotoreporter, femminista e scrittrice, scomparsa a Roma lo scorso 5 marzo –che, con i suoi scatti, ha ritratto quell’irripetibile stagione di fermenti che furono gli Anni Settanta. Con passione e determinazione Agnese ha lavorato per oltre un anno, fino agli ultimi giorni, all’allestimento di questa mostra che documenta la sua speciale messa a fuoco, singolare e ravvicinata, su alcuni aspetti fra i più intensi e significativi di quegli anni: l’arte e lo spettacolo d’avanguardia, le battaglie delle donne, i protagonisti della cultura e della scena italiana e internazionale. La mostra è accolta – dal 25 maggio al 30 giugno – nelle ampie e luminose sale della galleria De Crescenzo e Viesti, creata nel 1996 alle spalle di Piazza del Popolo da Stefano De Crescenzo e Floriana Viesti e specializzata nella valorizzazione dell’arte contemporanea. Le stampe, scelte personalmente dall’autrice con la collaborazione della curatrice,  Greta Boldorini, sono – con poche eccezioni – stampe d’epoca e spesso stampe d’autore realizzate nel piccolo laboratorio di sviluppo e stampa annesso allo studio De Donato. Il che dà alla mostra un valore aggiunto di speciale testimonianza. Gli scatti ...

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Danzare è stata la fortuna più grande: intervista ad Elisabetta Terabust

Elisabetta Terabust nasce a Varese, frequenta la Scuola di Ballo del Teatro dell’Opera di Roma diretta dalla scaligera Attilia Radice e, conseguito il diploma, entra a far parte del Corpo di ballo del Teatro, di cui diviene prima ballerina ed in seguito étoile. In questo periodo si perfeziona con il danese Erik Bruhn, con il quale danza nei pas de deux di “Don Chisciotte” e di “Infiorata a Genzano”; collabora col maestro Žarko Prebil di cui interpreta, tra gli altri, “Schiaccianoci” e “Cenerentola” e si esibisce in alcune creazioni del coreografo ungherese Aurel Milloss fra cui “Estri” su musiche di Goffredo Petrassi. Nel 1973 danza come prima ballerina nel “Ballet de Marseille” diretto da Roland Petit, che crea per lei “Schiaccianoci” e di cui interpreta “Le Loup”, “Carmen”, “Coppelia”, “Notre Dame de Paris”. Quindi si trasferisce a Londra dove avvia la sua collaborazione con il “London Festival Ballet”, oggi “English National Ballet”, consolidando la sua carriera internazionale e maturando la sua sensibilità di interprete contemporanea. Infatti, oltre ad affrontare i balletti del repertorio classico (da “Il lago dei cigni” a “La Sylphide”), Terabust rivela speciale duttilità esibendosi nei lavori di autori più attuali come Glen Tetley (Sphinx, Greening), Barry Moreland, ...

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Corpo, guerra e istinto di sopravvivenza nella prima nazionale di “Under the flesh” di Bassam Abou Diab

Il 26 maggio 2017, all’interno del Festival Interplay, presso Fonderie Teatrali Limone andrà in scena la prima nazionale di Under the flesh, di e con Bassam Abou Diab, musiche ed esecuzione live Samah Tarabay. Folklorista, attore e artista di danza contemporanea, Abou Diab lavora per molti anni con Maqamat Dance Theatre e recita in diverse opere teatrali in Libano, con registi come Ossama Halal, Rouaida al Ghali, Badih Abou Chakra e Malek Andary. Con Under the flesh, il giovane coreografo libanese presenta una riflessione su come il corpo reagisca in situazioni di guerra o di minaccia alla sua incolumità, dando vita a una performance che unisce danza, movimento e istinto di sopravvivenza, raccontando l’allerta costante di un uomo in pericolo e chiedendosi quanto la ripetizione di un certo tipo di violenza possa influenzare le azioni e le reazioni di chi sopravvive. In questo progetto, realizzato a sostegno del dialogo interculturale, Abou Diab sarà accompagnato da Samah Tarabay, percussionista libanese specializzato in musica tradizionale e folkloristica. ORARI & INFO 26 maggio 2017, ore 21.00 Fonderie Teatrali Limone Via Pastrengo, 88 10024 Moncalieri TO Telefono: +39 011 640 1411 Stefania Napoli www.giornaledelladanza.com

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Davide Dato al Festival Tener-a-mente nel ruolo di Don José

Si erano progressivamente ridotti fino a sparire, gli appuntamenti di danza nel cartellone del Festival Tener-a-mente a Gardone Riviera (BS) nella splendida cornice del Teatro del Vittoriale dannunziano. Per fortuna quest’anno accanto a numerosi eventi musicali o legati alla letteratura, torna la danza, con un appuntamento speciale. Domenica 30 luglio alle ore 21.15, va in scena infatti Carmen di Amedeo Amodio, che vede nei panni di Don José il primo ballerino del Wiener Staatsballett Davide Dato, affiancato dalla Carmen di Alice Firenze (collega all’opera viennese) e dall’Escamillo di Marco Lo Presti. In questa versione di Carmen, ispirata comunque al racconto di Merimée e accompagnata dall’immortale musica di Bizet, i due personaggi si incontrano dopo la fine della rappresentazione: in palcoscenico inizia lo smontaggio delle scene, ma a poco a poco il personale e quanti altri hanno assistito allo spettacolo da dietro le quinte, vengono catturati dai fantasmi del dramma appena trascorso e un gesto, una frase, uno sguardo li spinge ad immedesimarsi in ognuno dei personaggi, per puro caso. Sarà, dunque, per puro caso che Don José incontra Carmen, che rappresenterà per lui l’unico momento di vita autentica, intensa, ma anche quello della morte: è tutto stabilito, meno il percorso o labirinto dei ...

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