È ormai dalla metà di novembre che i lavoratori della Fondazione Arena di Verona sono in Assemblea Permanente e in occupazione della sede amministrativa della Fondazione, per protestare contro il piano industriale proposto per il 2016/2017. Il piano industriale nasce da un buco di bilancio molto grave, dovuto a precedenti bilanci negativi (dovuti nel 2014 ad esempio a un’estate piovosa, alla diminuzione di contributi statali, da pubblici e privati, e dai fondi territoriali) che hanno costretto a ricorrere al credito bancario (“hanno speso soldi che non avevano, e ora un debito porta all’altro, con conseguente lesione dell’immagine della Fondazione” affermano i sindacati). Per ovviare alla situazione è stato studiato un complesso piano che prevede la riduzione della produzione per le prossime stagioni, il contenimento dei costi del personale, la cancellazione degli integrativi dal 2016 (con un taglio del 30% circa sugli stipendi dei lavoratori), l’esternalizzazione del corpo di ballo e la chiusura dei laboratori di scenografia. Si prevede un taglio del settore artistico e si spera in un aumento di entrate da biglietteria e contributi territoriali; il taglio delle spese di gestione della sede di Amo – Arena Museo dell’Opera (una creatura costantemente in deficit, purtroppo, per la quale si ...
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