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La distorsione della caviglia: il trauma acuto più frequente tra i danzatori

  Le patologie ortopediche che affliggono i danzatori sono prevalentemente di natura cronica ovvero da sovraccarico funzionale: esse sono legate, infatti, alla ripetizione dello stesso movimento per molte ore al giorno fino al superamento della soglia di tolleranza delle strutture sia ossee che muscolo-tendinee coinvolte. Il trauma distorsivo della caviglia rappresenta, in questo contesto, una sorta di eccezione: in tutte le indagini statistiche riguardanti danzatori, le distosioni sono riportate come il trauma acuto più frequente e spesso meno considerato dal punto di vista tecnico e riabilitativo. Per distorsione si intende l’insieme delle lesioni a carico delle strutture capsulo-legamentose che rivestono un’articolazione che avvengono a causa di una brusca sollecitazione dell’articolazione stessa in una direzione inusuale di movimento o per un eccessivo grado di mobilità. È utile ricordare che sia la capsula articolare che i legamenti sono composti da tessuto connettivo fibroso e che, al loro interno, sono presenti numerosi recettori di posizione (propriocettori) che sono responsabili della percezione a livello cerebrale della posizione della caviglia nello spazio e quindi, ovviamente, della abilità di un individuo di mantenere l’equilibrio. Dal punto di vista scheletrico, la caviglia (o articolazione tibio-tarsica) è composta dai due malleoli – tibiale e peroneale – che formano ...

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Storia della Danza: Alla scoperta dei Balletti Dimenticati di Flavia Pappacena

  Cesare in Egitto di Gaetano Gioia (Napoli, Teatro San Carlo, 27 giugno 1807)   Ballo eroico in cinque atti inserito nell’opera Climene. Libretto bilingue (italiano e francese). Il ballo è uno degli esempi più interessanti del filone neoclassico italiano e una delle creazioni più emozionanti di Gaetano Gioia (1768-1826), artista di fama internazionale, coreografo intelligente e profondo, musicista esperto. La vicenda è incentrata sulla vittoria di Giulio Cesare sugli Egiziani (48 a.C.) e sul suo rapporto con Cleopatra (vedi la stampa in alto). Particolarmente significativa è la modalità con cui è tratteggiata la figura del Dittatore, audace condottiero e astuto stratega, venerato dai Romani e amato con rispetto e devozione da Cleopatra. In Cesare non è difficile cogliere un omaggio al re di Napoli Giuseppe Napoleone I (fratello maggiore di Napoleone), scelta, questa, chiaramente condizionata dall’influenza del potere politico sull’indirizzo delle programmazioni teatrali. Che Gioia in questo periodo aderisse al Neoclassicismo napoleonico lo dimostrano anche la fastosità delle scene e la grandiosità con cui è condotta l’azione. Ma un aspetto peculiare distingue questo ballo, come anche le altre creazioni di Gioia: l’unitarietà dello spettacolo. La scenografia – complessa e tridimensionale – è parte integrante del dramma, come lo è ...

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“Ragazzi della danza”. Nico Benedetti da Polignano a Mare alla conquista del successo tra coreografia e impegno

    Forza, energia, talento ma soprattutto unione e fratellanza: questi sono stati gli elementi essenziali per il successo a Spoleto dei, come li ho definiti io, “Ragazzi della danza”! Un lavoro coreografico interessante e costruito per solo ragazzi, 13 per l’esattezza e tutti di Polignano a Mare. Una grande opera di diffusione della danza in “pieno sud”, sensibilizzando i ragazzi a ballare, quella di Nico Benedetti, coreografo pugliese di spiccato talento e genialità! Una forte passione per la danza che arriva al grande pubblico e non solo,  aggiudicandosi il primo premio nella categoria di composizione coreografica, ma soprattutto il prestigioso – Premio della Critica 2019 – . Da Polignano a Mare alla conquista della danza con il tuo talento. Ci racconti la tua forza? Esatto da Polignano a Mare, un piccolo borgo fantastico in cui il mare a volte è la mia forza, spesso mi rivolgo a lui nei momenti in cui ho bisogno di liberare un po’ la mia mente . Credo che la mia forza sia legata al fatto che , la mia passione è diventata il mio lavoro , il mio vivere quotidiano , e forse anche L aver superato molte situazioni in cui mi sono chiuso ...

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Spondilolisi e Spondilolistesi: quando una vertebra lombare “scivola”

  Nei due articoli precedenti abbiamo preso in considerazioni le più frequenti cause di dolore lombare nei danzatori, ovvero la lombalgia di tipo meccanico (cioè dovuta ad un cattivo utilizzo della colonna vertebrale sotto carico) e quella di origine discale (legata alla sofferenza del disco intervertebrale). Oggi invece parleremo di una particolare forma di mal di schiena che colpisce un numero più esiguo di danzatori ma che deve essere monitorata con cautela sia dai medici che dagli insegnanti di danza: in questo caso la lombalgia è legata alla presenza di una interruzione dell’istmo della vertebra (spondilolisi) che, se bilaterale, permette lo scivolamento del corpo di una vertebra rispetto a quello della vertebra  sottostante (spondilolistesi).  Per meglio comprendere le caratteristiche di questa condizione patologica, è necessario ricordare che ogni vertebra è composta da una porzione anteriore cilindrica detta corpo e da una porzione posteriore, a ferro di cavallo, detta arco vertebrale, da cui partono diversi prolungamenti: un processo spinoso, due processi trasversi e quattro processi articolari, di cui due superiori e due inferiori (vedi fig.1). Col termine istmo (o pars interarticularis), viene indicata una porzione ristretta dell’arco posteriore della vertebra che è compresa tra il processo articolare superiore e quello inferiore; ...

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Andrè De La Roche, storia di una leggenda della danza Jazz: “Non dimentichiamo le nostre origini”

Andrè De La Roche, definito il più grande ballerino jazz al mondo, è un fiume in piena quando ricorda i suoi esordi e ripercorre la sua vita nelle sue tappe salienti. Di origine corso-vietnamita e cresciuto negli Stati Uniti, De La Roche si avvicina alla danza per caso diventando famoso sia all’estero che in Italia. Da noi  divenne celebre con il balletto “Dancin’” di Bob Fosse. Lei è stato definito il “Nureyev della danza moderna”. E’ un’eredità importante. Come si è avvicinato alla danza? Per passione o per caso? In realtà la passione nasce grazie ai miei genitori adottivi.  Anche se vedendoli lavorare, inizialmente,  avrei voluto avvicinarmi alla recitazione. Mio padre lavorò come manager per diversi spettacoli  a Las Vegas. Per questa ragione ebbi una breve esperienza nel mondo della recitazione perché nella mia mente era ciò che volevo fare. A sette anni recitai in un telefilm degli Universal Studios. Il mio impegno consisteva nel  pronunciare solo qualche battuta ed inoltre si girava continuamente e pensavo: “che bello! Questa sì che è vita! Non quella dei ballerini che sudano tanto!”. Crescendo, ad undici anni, mio padre mi disse che avevo una postura sbagliata, le spalle erano troppo basse: “al provino non sei mai dritto come si deve. Da bambino avevi un portamento bellissimo” e, per questa ragione,  mi iscrisse ad una ...

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Lombalgia cronica nei giovani danzatori: perché molti soffrono di “mal di schiena”?

  La lombalgia, ovvero il dolore riferito a livello della parte lombare della colonna vertebrale, rappresenta una delle problematiche più comuni tra i danzatori di ogni età: in alcuni studi svolti su danzatori professionisti, ad esempio, tale problematica è riferita da oltre il 70% dei soggetti intervistati (Solomon et al., 1989). Il problema del “mal di schiena”, come viene comunemente chiamato, è dunque molto vasto e può essere riferito a molteplici cause: per tale motivo, ho deciso di suddividere l’argomento trattando, di volta in volta, specifiche tipologie di lombalgia. Iniziamo a considerare le cause della lombalgia cronica nei giovani danzatori, ovvero negli allievi delle scuole di danza:  parleremo, dunque, di quel senso di indolenzimento e di rigidità della colonna lombare che spesso accompagna i ragazzi per lunghi periodi senza mai divenire insopportabile, che si fa più intenso nell’ultima parte della lezione e/o delle prove, che risponde solo parzialmente alla terapia farmacologica e che, in ultima analisi, non richiede la sospensione dell’attività ma che impedisce la corretta esecuzione di molti esercizi. Proprio a causa delle caratteristiche di questo dolore (che insorge lentamente senza una causa apparente e non raggiunge mai una fase acuta), il giovane danzatore è portato, nella grande maggioranza ...

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Storia della Danza. Alla riscoperta di balletti dimenticati di Flavia Pappacena

  Elerz e Zulnida di Louis Henry (Milano, Teatro alla Scala, 6 maggio 1826). Musica di Cesare Pugni. Interpreti principali: Antonia Pallerini e Nicola Molinari. Scene di Alessandro Sanquirico. Nel 1844, in Studi sulle arti imitatrici, Carlo Blasis scrive che il genere “detto romantico”, “introdotto da venti anni a questa parte in ogni ramo di letteratura, ha confuso tutti i generi e ne ha fatto un genere misto”. Questa frase desta grande curiosità, se si considera che la storiografia della danza è concorde nell’attribuire l’avvio del balletto romantico francese agli inizi degli anni Trenta, più precisamente alla prima de La Sylphide (1832) o al suo prodromo Le Ballet des nonnes damnées (1831). Il balletto di cui parleremo in questa sede, Elerz e Zulnida (1826), testimonia, invece, come la sensibilità romantica serpeggi da tempo nell’ambiente ballettistico francese stimolata dai testi shakespeariani, dalle tragedie di Friedrich Schiller, oltre che dagli innovativi racconti  di Charles Nodier, autore di Trilby Il folletto di Argail  (1822), a cui è ispirato La Sylphide. Ne avevamo dato informazione già in una puntata precedente del giornaledelladanza.com (25/10/2015), quando avevamo posto l’attenzione sul Balletto delle suore dannate (Ballet des nonnes damnées). Elerz e Zulnida, “azione mimica di carattere”, fu composto da Louis Henry, ...

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The White Crow: Ralph Fiennes racconta Rudolf Nureyev nel suo nuovo film

Dopo Charles Dickens in The Invisible Woman, ecco Rudol’f Nureev in The White Crow. Dove stavolta Ralph Fiennes non interpreta il ruolo del protagonista ma lo lascia al ballerino russo Oleg Ivenko. Che mostra i primi passie l’ascesa di Nureev nel 1961 a Parigi e soffermandosi sull’episodio-chiave del 16 giugno in cui, per sfuggire al rimpatrio, ha chiesto asilo politico a Parigi. Scritto da David Hare e ispirato al libro Rudolf Nureyev: the Life di Julie Kavanagh, The White Crow alterna il presente con flashback del passato. Tra i primi passi che lo porteranno poi alla grande prova all’Opéra di Parigi e l’infanzia segnata dall’assenza del padre, la povertà con il letto condiviso con il resto delle sorelle. Fiennes (che si ritaglia il ruolo del suo insegnante Pushkin) cerca di sfuggire alle forme del biopic tradizionale, ma non ha la forza e probabilmente né la necessaria consapevolezza per farlo. Anzi, svuota il film, tra compiaciute citazioni pittoriche come per mostrare cme l’arte abbia influenzato la vita del ballerino, improbabili trame da spy-story con il KGB che stava alle costole del protagonista controllando le sue frequentazione e cercando di impedirgli di uscire alcune sere. Eppure forse pensa di farle il contrario. Infarcendo quella parte della sua vita come se si trattasse di una tragedia di ...

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Il controllo del “centro”: un lavoro importante nello studio della danza e nella vita quotidiana

Se osserviamo un danzatore che si muove nello spazio, il nostro sguardo rimane colpito soprattutto dall’ampiezza dei movimenti degli arti: braccia e gambe che disegnano ampie linee nell’aria in tutte le direzioni, quasi fossero “staccate” dal resto del corpo. Per riuscire ad ottenere questo risultato, tuttavia, il lavoro del tronco, o meglio del “centro” del corpo, risulta essere della massima importanza. Imparare a stabilizzare il “centro”, inoltre, rappresenta il miglior metodo attualmente conosciuto per la prevenzione delle patologie da sovraccarico funzionale della colonna vertebrale (lombalgia, sciatica, ecc.). Da queste premesse si comprende quanto sia importante che i danzatori, già dai primi anni di studio, siano abituati ad un tipo di lavoro biomeccanicamente corretto, che miri all’utilizzazione armonica della muscolatura, in modo da sviluppare contemporaneamente sia la flessibilità che la stabilità del tronco.  Gli studi scientifici degli ultimi 30 anni hanno portato a profonde modificazioni del concetto di stabilità del tronco: mentre in passato si associava l’idea di instabilità all’idea di debolezza muscolare o di lassità capsulo-legamentosa, oggi si pone l’accento sul concetto di corretto reclutamento del sistema muscolo-fasciale (sistema nervoso) e sull’attivazione della muscolatura profonda, capace di stabilizzare la colonna vertebrale all’interno della sua “zona neutra” , ovvero di quella ...

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Bella Ratchinskaja: “Per me le mani del Maestro sono le mani di una scultrice” [INTERVISTA ESCLUSIVA]

Negli scorsi mesi Bella Ratchinskaja è stata vittima di un polverone mediatico che narra di comportamenti poco consoni e altamente discutibili avvenuti nel mondo della danza. Ho avuto l’onore di conoscere Bella Ratchinskaja, di vederla tenere lezioni di danza, in una di queste occasioni eravamo proprio a Spoleto. Proprio lì ho avuto la possibilità di osservare il suo metodo di insegnamento e la sua metodologia che non può non prevedere rigore e disciplina, una caratteristica che contraddistingue chi insegna l’arte della danza. Ho avuto modo, in questi giorni, di confrontarmi con grandi professioniste della danza che hanno collaborato con la Maestra, come Anna Maria Prina, Paola Jorio, Francesco Ventriglia per citarne alcuni.  La Maestra Ratchinskaja ha fatto molta strada e il suo background è ricco di riconoscimenti. Nel mondo della danza in Italia, come nel mondo, è un punto di riferimento. A Milano al Teatro alla Scala, così come per il Teatro e la Scuola di Ballo dell’Opera di Roma riesce sempre a mantenere vivo l’interesse per l’attività coreografica.  Ad aprile 2019 l’ho raggiunta telefonicamente per una breve intervista e sentire la sua opinione sull’intera vicenda.  Maestra Ratchinskaja lei è stata travolta da uno “tsunami inaspettato”. Perché? Si è fatta un’idea? Io sono all’oscuro di tutto ...

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