Sono performances originali e insolite – tipiche di chi ha studiato a Wuppertal con la compagnia di Pina Bausch, ha attinto al butoh e alla filosofia orientale – quelle di Caterina Genta, danzatrice-coreografa propugnatrice di un teatro ‘totale’.
L’11 agosto la danzatrice si esibirà insieme col noto compositore e polistrumentista Marco Schiavoni – le cui creazioni musicali sono indirizzate soprattutto a compagnie di danza, e al quale ella è professionalmente unita da alcuni anni – nel freschissimo giardino della monumentale Fontana dell’Acqua Paola al Granicolo, inscenando la coreografia multimediale del 2005 “Bolero del Drago Rosso”, nell’ambito della rassegna romana di teatro, musica e danza ‘FontanonEstate 2010’.
Danzerà da sola Caterina Genta, come ne “Il maleficio della farfalla” di vari anni fa, ispirato alla poesia di García Lorca come altre sue performances, o in “Da qui a 5 anni”, sempre immersa, quasi impastata nella musica di Schiavoni: e questi anche per l’odierna coreografia passerà dall’arpa cinese (Gu-Jang) suonata con plettri, archetto, oggetti metallici, al suono prodotto da corde e bottiglie.
In uno degli ultimi interventi interpretativi della Genta, nel grandioso Omaggio a Cunningham presentato da Dino Verga con la sua compagnia nella St.Stephen’s School di Roma, la danzatrice ha evidenziato grande perfezionamento delle potenzialità espressive della sua danza e del suo teatro-danza, per l’intensità del movimento corporeo unito a bellissimo, originale uso del vocalizzo.
Oggi ella, in uno spazio mutante, muterà a sua volta, da geisha ad essere organico proteiforme, a dark lady ipertecnologizzata, sempre alla incessante ricerca di un ‘continuum’ con l’universo tutto e con la sua perpetua trasformazione.
Paola Pariset