
L’11 dicembre ricorre l’anniversario della nascita di Sir Kenneth MacMillan, uno dei coreografi più influenti e visionari del XX secolo.
Nato a Dunfermline, in Scozia, nel 1929, MacMillan avrebbe trasformato il linguaggio del balletto narrativo con una profondità psicologica e un realismo emotivo che ancora oggi continuano a definire gli standard della danza teatrale.
Trasferitosi a Londra da giovane, MacMillan entrò alla Sadler’s Wells School (oggi Royal Ballet School), dove il suo talento come danzatore venne presto affiancato da un forte interesse per la creazione coreografica.
Le sue prime opere rivelavano già una sensibilità drammatica fuori dal comune, capace di sondare i territori più complessi dell’animo umano.
MacMillan non si accontentò mai dell’estetica tradizionale. Le sue potenti coreografie esploravano temi come l’alienazione, la fragilità psicologica, la violenza sociale e le contraddizioni dell’amore.
Opere come: “Romeo and Juliet” (1965), che lo consacrò internazionalmente. “Anastasia”, con la sua narrazione sospesa tra identità e follia. “Mayerling”, uno dei suoi capolavori più controversi e intensi. “Manon”, tragedia sensuale e disperata che rimane un punto fermo del repertorio mondiale.
Queste coreografie dimostrano la sua capacità di unire virtuosismo tecnico, drammaturgia complessa e una rara attenzione alla verità emotiva dei personaggi.
MacMillan fu direttore artistico del Royal Ballet dal 1970 al 1977. Il suo impatto fu profondo: ampliò la gamma tematica e stilistica del repertorio, rendendo la compagnia un laboratorio creativo capace di affrontare sfide drammatiche e coreutiche senza precedenti.
Sebbene le sue opere generassero talvolta polemiche, nessuno poté negare la forza innovativa della sua visione.
MacMillan venne a mancare il 29 ottobre 1992, colpito da un malore dietro le quinte della Royal Opera House mentre assisteva a una rappresentazione di “Mayerling”: una fine tragicamente simbolica per un artista la cui vita era inscindibile dalla scena.
A più di trent’anni dalla sua scomparsa e 95 anni dopo la sua nascita, il suo repertorio continua ad essere rappresentato nei teatri di tutto il mondo.
Le sue opere parlano ancora con forza, grazie alla loro capacità di raccontare la fragilità e la grandezza dell’essere umano.
Celebrando Sir Kenneth MacMillan, ricordiamo non solo un grande coreografo, ma un autore teatrale nel senso più pieno: un artista che ha dato al balletto una voce nuova, capace di affrontare verità scomode e sentimenti profondi senza perdere la bellezza del movimento.
La sua eredità rimane un invito a non temere le ombre, a cercare la complessità e a credere nella danza come forma d’arte totale.
Michele Olivieri
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