RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO
Sento di dover ringraziare molto, ma molto Alessio Buccafusca che mi carica erroneamente quanto pesantemente della responsabilità di aver scritto lettere dai toni molto accesi al sindaco di Positano, dandomi così l’opportunità di chiarire alcune cosette una volte per tutte. Sia il sindaco che il direttore dell’Azienda di Soggiorno e Turismo di Positano si risentirono con me lo scorso anno poiché, mentre trattavo con loro l’ipotizzato passaggio di consegne della direzione artistica del Myth Festival al Maestro Testa, proprio mentre ero a Positano in occasione della mia mostra L’Opéra de Paris et la Danse concepita nella speranza di non fare interrompere la tradizione del Premio, ebbene proprio in quella occasione Alessio Buccafusca consigliò maldestramente il Maestro invitandolo a spedire la nota lettera di protesta al Il Mattino.
La lettera partì da Torino dove il Maestro si trovava in vacanza. Io mi trovavo invece a Positano, ignaro. La trattativa si interruppe in malo modo, ed io incassai le furenti rimostranze dei miei interlocutori che non riuscirono a capire perché trattassi con loro in termini collaborativi, concilianti, facendo contemporaneamente apparire quella dura lettera su Il Mattino. Solo un folle avrebbe potuto comportarsi come me. Né il Buccafusca si è mai premurato (e di ciò l’ho già rimproverato a voce) di chiarire quanto io fossi totalmente estraneo a quella iniziativa inopportuna, improvvida. Ma tutti dovevano sentirsi autorevoli difensori di strategie a favore del Premio o di ruoli che non avevano. E proprio in quella occasione le simpatie del sindaco e del direttore verso Alberto Testa e il sottoscritto vennero meno. Non certo per le lettere dai toni troppo accesi che, a suo avviso, avrei spedito.
Ma io non ho mai scritto una riga al sindaco di Positano, anzi ho cercato semmai di spegnere le ire di Alberto Testa, offeso dal comportamento delle due amministrazioni locali. Le “mie” presupposte lettere dai toni accesi le ha scritte sempre il Maestro in persona, ieri da Torino oggi da Roma servendosi del mio computer in quanto egli ne è sprovvisto ma non certo usando la mia testa. Ha la sua che funziona molto meglio della mia e si assume le responsabilità del suo acuto pensiero. Stiamo parlando di una delle persone più lucide d’Italia ma anche più rigorose, intransigenti.
Ciò di cui sono certo, avendolo scritto anche recentemente, è che Alberto Testa costituisca un autentico patrimonio culturale nella nostra nazione che, pertanto, vada difeso ad oltranza. Lo farò sempre in nome, sì, di una antica amicizia e stima che ci legano da anni sul piano professionale. Ma lo farei in ogni caso per chiunque fosse vittima di un torto, sostenendo chiunque nel quale mi riconoscessi o verso il quale nutrissi sentimenti di gratitudine proprio per il contributo di prestigio dato alla cultura in senso lato che solo una grande personalità ci può riservare con la propria scienza e la saggezza di una lunga vita. Dunque, Alberto Testa non ha bisogno di “cattivi consiglieri”.
Mi auguro invece che i responsabili delle amministrazioni pubbliche campane, si ravvedano e si scusino con il Maestro, per amore di Positano, del Premio e della Verità poiché, a giudicare dai commenti del mondo coreutica, apparsi numerosi sul Giornaledelladanza.com, essi vengono giudicati molto negativamente dall’opinione pubblica. Ma sono ancora in tempo prima che il Maestro, oggi pronto ad una riconciliazione, decida domani di esportare definitivamente il Premio. E la responsabilità poi ricadrebbe tutta sulle loro spalle. E’ il consiglio che mi sento di dare, certo che essi potranno usare tutta quella bella intelligenza campana che altrimenti verrebbe miseramente offuscata. Sbagliare è umano, persistere sarebbe diabolico.
Cesare Nissirio