Davit Galstyan, straordinario danzatore di origini armene, formatosi alla Royal Ballet School e attualmente solista al Ballet du Capitole de Toulouse…
Com’è nato il tuo interesse per la danza? Raccontami dei tuoi insegnanti e della tua formazione…
Sono nato a Yerevan, in Armenia in una famiglia di danzatori. Mio padre è stato principal dancer del Teatro Bolshoi per molti anni e Direttore Artistico dell’Armenian National Ballet e mia madre una prima ballerina. Sono cresciuto in teatro circondato da danzatori. I miei genitori non volevano che io danzassi, dunque ho seguito un regolare corso di studi presso una scuola pubblica, ma, vedendo ogni giorno i miei genitori e la compagnia danzare, ho deciso e sono andato a fare l’audizione all’Armenian National Ballet School. Ci andai da solo, quando avevo nove anni e fui ammesso alla scuola senza che i miei genitori lo sapessero. Ho studiato sei anni a Yerevan e poi, all’età di 15 anni, ho partecipato al Concorso Internazionale di Losanna, poi ho vinto la borsa di studio Rudolf Nureyev per la Royal Ballet School e sono andato a studiare per tre anni a Londra, dove ho conseguito il mio diploma.
Quando sei entrato a far parte del Ballet du Capitole? Da quanto tempo sei in Francia?
Sono entrato a far parte del Ballet du Capitole nel 2004 e ormai sono sei anni che lavoro sotto la direzione di Nanette Glushak.
Trovi che ci siano differenze fra la cultura armena della danza ed altri luoghi?
Sì, c’è una grande differenza, perché l’Armenia è un paese molto antico con una storia molto difficile, la nostra danza ha molto a che fare con il genocidio armeno, che spiega tutte le difficoltà che la mia nazione ha dovuto affrontare.
Secondo antiche tradizioni orientali la danza e la musica avevano come scopo il raggiungimento della perfezione e della spiritualità per elevare l’anima e la coscienza fino alla dimensione divina, cos’è la danza oggi secondo te?
Io sono un fanatico della danza e la danza assorbe una gran parte della mia vita e della mia anima. Quando sono in scena sento che posso condividere tutte le mie emozioni con il pubblico.
Senti di essere un danzatore a cui capita di essere umano o un umano a cui capita di essere un danzatore?
Un umano a cui è capitato di essere un danzatore.
Passione… nell’arte e nella vita… il significato di questa parola per te?
Passione… Io penso di essere una persona molto passionale, sia nell’arte che nella vita privata, la cosa bella nell’arte è che posso condividere tutta la mia passione senza pericoli, nella vita è diverso.
Lavorare con dei coreografi ha sempre i suoi momenti memorabilia, raccontamene qualcuno…
Mi è piaciuto molto lavorare con Jacopo Godani in una sua creazione qui a Tolosa, è stata un’esperienza memorabile. Con Davide Bombana per la sua Carmen è stata un’altra grande esperienza.
Hai una partner preferita?
Le mie partner preferite sono Jurgita Dronina e Maria Gutierrez.
E il tuo stile di danza preferito?
Mi piace Balanchine, per il rapido lavoro di piedi e la sua musicalità, ed anche Jiří Kylián e William Forsythe.
Alcuni danzatori amano girare il mondo come guest o partecipare a gala. Questo ti attira o preferisci esser parte di una compagnia stabile?
Mi piace far parte di una compagnia stabile, ma, nello stesso tempo, mi piace viaggiare e danzare come guest in giro per il mondo, perché ogni volta incontro grandi artisti e imparo molto da loro.
Cosa saresti disposto a sacrificare per essere il danzatore più famoso?
Penso di aver sacrificato tante cose per essere dove sono oggi. Essere famoso è bello, ma il mio obiettivo è essere il miglior danzatore che io possa essere.
Il tuo ruolo più recente è stato Spartacus… ti è piaciuto interpretarlo?
Ho assistito mio padre nella sua versione di Spartacus in Argentina ed è stata una grande esperienza.
Come te lo immagini il tuo futuro?Parlami dei tuoi progetti…
Quest’estate ho danzato in molti gala in Italia, a Praga, a Manila e nelle Mauritius. Ad ottobre danzerò in un gala ad Ostrava, nella Repubblica Ceca e a gennaio al Prague International ballet Gala.
Lorena Coppola
Foto David Herrero