Virgilio Sieni, coreografo internazionale e autore di una delle più significative ricerche nel campo della danza presenterà De anima, che ha debuttato ’8 giugno 2012 alla Biennale Internazionale di Danza Contemporanea di Venezia nel giugno 2012 e viene proposto per la prima volta sul palcoscenico di CanGo. Il titolo rimanda a De Anima di Aristotele non è dichiarato nel sottotitolo ma il trattato filosofico dovrà essere inteso come una suggestione da cui inoltrarsi “nella penombra dove il realismo si scioglie in una caduta continua nelle forme dell’anima”, come spiega lo stesso coreografo.
Sul palcoscenico aperto si muoveranno sei presenze, sei arlecchini senza maschera di picassiana memoria, inquieti e disarticolati, che emergono e scompaiono da quel fondale rosa che ha il tenue cromatismo degli affreschi del Tiepolo e che è unico elemento aggiunto al palcoscenico nudo. Il cappello nero di Arlecchino è quasi un feticcio, passa di testa in testa a segnalare uno spirito che non ha pace, che salta di corpo in corpo come la stessa urgenza al danzare. “Una raccolta di appunti”,” un ciclo di quadri che si stagliano su un’oscurità profonda”, “un’instabilità umana che nutre, in questo caso, il sorriso e l’ingegno originario dei danzatori”. Sieni è maestro nell’ unire momenti diversi, saltimbanchi e Arlecchini di Picasso che rimandano a universi simbolici fluttuanti, poetici per giungere, con Aristotele, all’anima come forma del vivente,
Come spiega Virgilio Sieni : Le danze sono come una raccolta di appunti. Arrivano dal buio, dal fondo, vicine. In questo arrivare dal fondo, nel presentarsi in scena, si cerca di esporre un ciclo di figure ai bordi di stanze immerse nella penombra dove il realismo si scioglie nella caduta continua nelle forme dell’anima. Stanze del vivere in quanto sempre in attesa dell’altro. L’anima come forma del vivente (Aristotele) apre a squarci dell’umano. In questo contesto emergono le figure dello spettacolo, apparentemente malinconiche. Un’oscurità profonda, un’instabilità umana che nutre, in questo caso, il sorriso e l’ingegno originario dei danzatori. E infine, chi sono questi giovani dal viso pallido che arrivano dal fondo, declinati con forza e abbandono al gesto della danza, e che noi incontriamo lungo il sentiero impervio della quotidianità? Senza volerlo ci indicano il tempo racchiuso nelle particelle di movimento che formano la figura fragile del passaggio nel trasparente del bosco: come boscaioli vedono nella fitta selva i sentieri erranti che edificano il corpo nel suo evaporare al gioco fanciullesco della maturità.
ORARI&INFO
Dal 27 dicembre al 6 gennaio ore 21
(Domenica ore 18, riposo 31 dicembre e 4 gennaio)
CANGO Cantieri Goldonetta,
Via Santa Maria 25, Firenze
Tel. 055 22 80 525
Loredana Adinolfi