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Dopo 26 anni chiude il Festival “Invito alla Danza”, il dispiacere di Marina Michetti

marinamichetti

RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO

Caro pubblico di Invito alla Danza che dal 1990 segui il festival, nel mio ruolo di direttore artistico sento l’obbligo di comunicare che a causa degli accadimenti avvenuti e delle circostanze attualmente determinatesi, l’attività del 2016 non sarà realizzata. Invito alla Danza, espressione del mio pensiero artistico e della mia indomabile volontà, è cresciuta grazie all’apprezzamento del pubblico che sempre ci ha seguito, desidero quindi condividere con voi tutti gli avvenimenti degli ultimi mesi.

Questa estate non abbiamo potuto realizzare gli spettacoli programmati per una concatenazione di eventi indipendenti dalla nostra volontà, fra cui la cancellazione dei fondi del Comune di Roma per il Festival (nonostante Invito alla danza fosse vincitore di un bando triennale). Ci eravamo tuttavia organizzati per svolgere l’attività nella stagione autunnale, ma i ritardi del MiBact e della Regione Lazio nell’assegnazione e comunicazione dei contributi, hanno determinato una situazione incontrollabile, sia per la disponibilità dei teatri che delle compagnie. Sarebbe stato necessario depennare dal progetto originale gran parte degli artisti accontentandosi di ciò che la piazza poteva offrire all’ultimo minuto. Ma questo non è il nostro modo di operare: la coerenza è sempre stata per noi un valore inalienabile.

Da ciò nasce la dolorosa decisione di rinunciare all’attività. È per questo che, fatto più unico che raro, restituiremo al MiBact l’anticipo assegnato per l’attività 2016. Tengo a sottolineare che dal 2013 ad oggi “Invito alla Danza” ha subito un taglio del 50%, comunicato spesso a festival avviato. Ciò nonostante, abbiamo voluto proseguire l’attività con inevitabili gravosi indebitamenti che sono stati solo di recente sanati. Evidentemente professionalità, capacità artistiche, correttezza gestionale sia economica che amministrativa non sono fondamentali per l’individuazione dei soggetti sovvenzionati. Questa dolorosa e triste vicenda di Invito alla Danza appare espressione di una volontà precisa e di un gusto personale. Non importa che il Festival abbia portato a Roma, e spesso in prima assoluta, le più prestigiose compagnie internazionali, le più grandi étoiles e le più importanti compagnie italiane. Evidentemente questo non è più un valore. Neppure le aspettative di un pubblico attento ed esigente che sempre ci ha sostenuto, sembra abbiano peso.
Di recente su Repubblica è apparso un articolo di Ignazio Visco in cui definisce la cultura “…la risposta migliore che possiamo dare alle difficoltà di oggi e all’incertezza del futuro, consapevoli che finirà per ripagarci con gli interessi…”. Ci auguriamo che questa divenga una consapevolezza a livello individuale e collettivo e che permetta, nello scenario cupo che ci circonda, di far nascere uno spiraglio di luce per il futuro.

Grazie a tutti coloro che hanno contribuito, per 26 anni, al successo di Invito alla Danza.

Marina Michetti

Direttore Artistico

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