Era il 1966 quando diventò prima ballerina al Teatro dell’Opera di Roma e il 1972 quando fu nominata étoile. Musa ispiratrice e una tra le prime ballerine italiane a collaborare con il danzatore e coreografo Roland Petit, che realizzò per lei, Elisabetta Terabust, coreografie come lo Schiaccianoci, Charlot e la Valse Triste. Ma la carriera della grande étolie non termina di certo qui: dopo essere stata la partner artistica di importanti stelle della danza come Rudolf Nureyev, le è stato affidato il compito di dirigere il corpo di ballo del Teatro alla Scala.
Questo percorso artistico sarebbe già sufficiente per completare il nuovo libro dedicato all’étolie, pubblicato per Gremese Editore ed intitolato “ Elisabetta Terabust. L’assillo della perfezione”.Tuttavia il volume contiene un prezioso ed irripetibile materiale che racchiude ricordi, recensioni, profili critici, interviste inedite e rarissime fotografie di scena e di retroscena della protagonista.
L’autore, Emanuele Burrafato, suo ballerino al Teatro San Carlo di Napoli, concentra l’attenzione sulla carriera artistica e sul forte impegno della Terabust nel migliorare la qualità tecnica e la consapevolezza culturale durante gli anni, forse più difficili per la danza italiana, per giungere ad un punto di arrivo ambito da molti: la perfezione.
A completare il quadro, infine, nel volume interviene la stessa protagonista, Elisabetta Terabust. Ricordando nostalgicamente nomi come quello di Roberto Bolle e Massimo Murru, all’epoca giovanissimi talenti, che lei stessa nominò ballerini alla Scala, l’artista offre nuove prospettive sulla danza ai giovani ballerini di oggi.
Antonia Nedelcu