Classico intramontabile, anzi titolo centrale nel canone del balletto, Il lago dei cigni torna al Regio (dal 19 al 28 dicembre 2025) con il Balletto Nazionale della Lettonia di Riga, per la prima volta ospite di un teatro italiano. In un allestimento classico, che ha mietuto successi nelle principali città europee, prenderà di nuovo vita la fiaba della regina Odette, imprigionata nelle sembianze di un bellissimo cigno bianco; del principe Siegfried, cui spetta il compito di rompere l’incantesimo; e di Odile e Rothbart, che cercano di ostacolarli. Come un manto stellato che avvolge tutto, la musica di Čajkovskij guida al loro esito i destini dei personaggi. Con questo suo primo balletto, rappresentato per la prima volta al Teatro Bol’šoj di Mosca nel 1877, il compositore russo trovò la forma di spettacolo ideale entro cui incanalare la sua musica, dove un’immensa tristezza si accompagna a un’infinita delicatezza: il furore e le lacrime trovano qui la grazia del cristallo, le sue melodie geniali, dai riflessi iridescenti, sgorgano una dopo l’altra come da sorgente inesauribile. Le convenzioni del balletto classico danno loro il giusto spazio in scene che permettono di sfoggiare contemporaneamente lo sfarzo musicale e il virtuosismo del corpo di ballo, come ...
Read More »Il coreografo Marco Goecke “allo specchio”
Il balletto classico preferito? Swan Lake. Il balletto contemporaneo prediletto? 1980 di Pina Bausch. Il Teatro del cuore? Kammertheater Stuttgart. Un romanzo da trasformare in balletto? Il Profumo di Patrick Süskind. Mentre un film da cui ricavare uno spettacolo di balletto? Rosemary’s Baby. Il costume di scena indossato che hai preferito? Non mi è mai piaciuto niente. Quale colore associ alla danza? Nero. Che profumo ha la danza? Polvere. La musica più bella scritta per balletto? La sagra della primavera. Il film di danza irrinunciabile? A Chorus Line. Due miti della danza del passato, uomo e donna? Eva Evdokimova e Pina Bausch. Il tuo “passo di danza” preferito? Piqué arabesque. Chi ti sarebbe piaciuto essere nella vita tra i ruoli del grande repertorio di balletto classico? Non ho idea. Chi è stato il genio per eccellenza nell’arte coreografica? Molti. Tornando indietro, se incontrassi Tersicore, cosa le diresti? Di portare un sacco di lavoro!!! Tre parole per descrivere la disciplina della danza? Passione, frustrazione, vita. Come ti vedi oggi allo specchio? Invecchiato. Michele Olivieri Foto di © Die arge lola www.giornaledelladanza.com © Riproduzione riservata
Read More »“Abracadabra” di Francesca Pennini: una danza impossibile e ubiqua
Alle Fonderie Limone di Moncalieri arriva Abracadabra, il nuovo lavoro di Francesca Pennini e del CollettivO CineticO, in scena dal 2 al 4 ottobre 2025 nell’ambito di Torinodanza Festival. Un titolo evocativo per una pièce che esplora il confine sottile tra assenza e presenza, tra immaginazione e materia, tra verità e illusionismo. Lo spettacolo ‒ coprodotto da Fondazione Teatro Stabile di Torino-Teatro Nazionale/Torinodanza Festival, Festival Aperto/Fondazione I Teatri di Reggio Emilia e Centrale Fies | Art Work Space ‒ si presenta come un atto performativo sospeso tra corpo e pensiero, una coreografia invisibile che prende forma tra palco e platea, nella mente stessa dello spettatore. “Abracadabra” nasce da una sparizione. Nasce da una storia vera. Dalla mia storia ‒ racconta Francesca Pennini, che in quest’opera crea una coreografia per pensiero e corpo che si rivela nell’invisibilità: una danza impossibile e ubiqua, una voce ventriloqua, una visione non pettinata dalle ciglia per rimettere assieme la donna tagliata a pezzetti. Un’esplorazione che indaga i concetti di assenza e sparizione, una pièce dedicata alla magia dell’immateriale e a quello stato di relazione intima con qualcosa o qualcuno di sconosciuto, come lo spettatore che siede nel buio del teatro. CollettivO CineticO incanta con uno ...
Read More »Buon compleanno a Brigitte Bardot, che sognava la danza
Oggi Brigitte Bardot compie gli anni (Parigi, 28 settembre 1934), e il mondo torna a omaggiare non solo la diva che ha segnato un’epoca, ma anche la donna che, prima di diventare simbolo del cinema francese, sognava di vivere tra le quinte di un teatro, sulle punte di una scarpetta da danza. Pochi ricordano che Bardot – nata Brigitte Anne-Marie Bardot – iniziò il suo percorso artistico come ballerina classica. Entrò giovanissima al Conservatoire de Paris, dove studiò danza con rigore e passione. Era destinata forse a una carriera da étoile, prima che la macchina del cinema la scoprisse e la trasformasse in mito. Fu proprio durante quegli anni di formazione, tra esercizi alla sbarra e audizioni, che Brigitte imparò la disciplina del corpo e il controllo del gesto, qualità che avrebbe poi portato sul grande schermo. La grazia, la postura e la spontaneità che l’hanno resa celebre nascevano lì, tra le ombre delle sale prova, molto prima del clamore mediatico. Il debutto nel cinema arrivò nel 1952, ma fu con Et Dieu… créa la femme (1956) di Roger Vadim che Bardot esplose come fenomeno globale, incarnando un ideale di libertà femminile e sensualità rivoluzionaria per l’epoca. Eppure, nonostante la ...
Read More »Il primo ballerino Andrea Sarri “allo specchio”
Il balletto classico preferito? Giselle. Il balletto contemporaneo prediletto? God and dogs di Jiří Kylián. Per me è stata un’esperienza bellissima. Mi piacerebbe tantissimo ballare la Sagra della primavera di Pina Bausch. Il Teatro del cuore? Ovviamente l’Opéra di Parigi. Ma anche il Teatro Massimo di Palermo. Teatro della città dalla quale vengo. Un romanzo da trasformare in balletto? Un romanzo che mi ha colpito di recente è La canzone di Achille di Madeline Miller. Penso possa essere una bella storia da reinterpretare. Mentre un film da cui ricavare uno spettacolo di balletto? Baarìa di Giuseppe Tornatore. O direi anche Il Gattopardo di Luchino Visconti. Il costume di scena indossato che hai preferito? I costumi all’Opéra di Parigi sono tutti bellissimi ma il costume che ho preferito è quello del secondo atto di Albrecht in Giselle perché è iconico e indossarlo è veramente emozionante. Quale colore associ alla danza? Multicolore. Perché la danza ha tante sfaccettature e tante sfumature diverse da esplorare. Che sia nella tecnica o anche nell’interpretazione. Che profumo ha la danza? Un misto tra libertà impegno e tanta dedizione. La musica più bella scritta per balletto? Difficile scegliere ma direi quella di Romeo e Giulietta scritta da ...
Read More »Annunciata la Stagione teatrale 25/26 di Spoleto
Il Direttore del TSU Nino Marino: “Con questa nuova Stagione il Teatro Gian Carlo Menotti riafferma la sua funzione di presidio culturale per la città: uno spazio vivo, che ospita anteprime nazionali, produzioni di rilievo e artisti capaci di parlare al nostro tempo. In un’epoca segnata dal flusso incessante delle informazioni, il teatro ci offre la possibilità di ritrovarci, trascorrere una serata in cui nutrirci di arte e ritrovare uno sguardo più limpido sulla realtà.” Il Sindaco di Spoleto Andrea Sisti: “Ogni stagione teatrale è portatrice di nuova cultura, nuove emozioni, nuova arte. Per la nostra città il lavoro portato avanti con instancabile professionalità dal Teatro Stabile dell’Umbria è sempre stato e continua ad essere occasione di crescita e di ispirazione. Il risultato della collaborazione tra Spoleto e lo Stabile è, anche questa volta, un viaggio interpretativo che spazia dalla poesia al romanzo, dalla commedia alla danza, un percorso di conoscenza attraverso nove appuntamenti di grande levatura e qualità. Il teatro d’altronde resta un insostituibile stimolo al confronto, uno spazio che ci invita non solo a riflettere sulla natura umana, ma che ci spinge a comprendere anche i cambiamenti della società in cui viviamo, utilizzando quale riferimento principe la forza ...
Read More »Odette e Odile: il doppio volto dell’anima
In un regno sospeso tra sogno e destino, dove la musica non è solo suono ma respiro, vivono due nomi – Odette e Odile – specchio e ombra dello stesso battito d’ali. Odette, candore che danza nella luce dell’alba, cigno bianco di un’anima prigioniera, è la promessa dell’amore puro, l’innocenza che resiste al sortilegio del tempo. Odile, nera come la notte che seduce, è la scintilla del desiderio travestita da verità, il volto che mente con grazia e sorriso, l’incanto dell’illusione fatta carne e pirouette. Due corpi, un solo danzare. Un’unica ballerina che li incarna entrambi: non come scelta, ma come necessità. Perché dentro ogni essere umano coabitano la grazia e la tentazione, la verità che implora fedeltà e la maschera che vuole essere vista. Il principe, in mezzo, non sa vedere. Non sa distinguere tra ciò che luccica e ciò che brilla. E come spesso accade, l’inganno ha la voce più forte. Ma la verità, anche trafitta, non svanisce. Odette non muore: si trasfigura. Va oltre la carne, oltre la danza. E così, Il Lago dei Cigni non è solo una favola tragica, ma una meditazione sull’identità. Chi siamo, davvero? Siamo Odette quando amiamo senza difese. Siamo Odile quando ...
Read More »Da riscoprire il balletto “L’Angelo Azzurro” di Roland Petit
C’è un angelo che non ha ali, ma gambe lunghissime e uno sguardo che brucia. Non scende dal cielo, ma da un cabaret fumoso. Non salva, ma distrugge. È L’Angelo azzurro, balletto firmato da Roland Petit (libretto di Marius Constant, Gert Reinholm, Roland Petit) che nel 1985 trasformò una delle figure più ambigue del Novecento in una creatura coreografica ammaliante. Donna sensuale e misteriosa, una vamp che conquistava il pubblico con la sua aura enigmatica e il suo incanto peccaminoso. L’opera prese le mosse da Professor Unrat, romanzo del 1905 di Heinrich Mann, reso immortale dalla versione cinematografica diretta da Josef von Sternberg nel 1930, Der blaue Engel, intriso di un erotismo simile alla pittura di Henri de Toulouse-Lautrec, con interprete la magnetica Marlene Dietrich nei panni di Lola-Lola, femme fatale da palcoscenico, dove la diva tedesca canta la celeberrima canzone di Friedrich Hollaender Ich bin von Kopf bis Fuß auf Liebe eingestellt. Roland Petit raccoglie il testimone di questa storia e ne fa un balletto dai sentori oscuri, carico di desiderio, dissoluzione, decadenza e rottura morale. La sua è una trasfigurazione. Lola non è più solo un simbolo erotico, ma diventa l’incarnazione del potere distruttivo della fascinazione. Petit racconta non solo la caduta ...
Read More »Il Solista Daniele Bonelli “allo specchio”
Balletto classico preferito? La bella addormentata di Rudolf Nureyev. Balletto contemporaneo preferito? Kontakthof di Pina Bausch. Il teatro del cuore? Teatro alla Scala. Un romanzo da trasformare in un balletto? Credo, ancora tra i non creati, come accompagnamento al teatro per i bambini Il piccolo principe di Antoine de Saint-Exupéry. Un film da cui ricavare uno spettacolo di balletto? Amante del compositore Ennio Morricone e sostenitore dell’emotività infantile, direi Nuovo Cinema Paradiso. Il costume di scena che hai indossato e che hai preferito? Le sacre du Printemps di Marcos Morau. Quale colore associ alla danza? Bianco. Che odore ha la danza? Un misto di legno, lacca e polvere. La musica più bella scritta per il balletto? Pas de deux dal secondo atto di Schiaccianoci Pyotr Ilyich Tchaikovsky. Il film di danza imperdibile? Shall we dance di Peter Chelsom mi ha accompagnato durante la mia infanzia. Ne sono emotivamente legato. Due miti della danza del passato, maschile e femminile? Michail Baryšnikov e Natalija Makarova. Il tuo “passo di danza” preferito? Petite allegro. Chi ti sarebbe piaciuto essere nella vita reale tra i personaggi del grande repertorio del balletto classico? Armand Duval dalla Dama delle Camelie di John Neumeier. Chi è stato ...
Read More »Ricordiamo Olivia Newton-John nel giorno della sua nascita
Il 26 settembre si celebra l’anniversario della nascita di Olivia Newton-John, icona senza tempo della musica, del cinema e – meno ricordato ma profondamente significativo – della danza. Nata nel 1948 a Cambridge, in Inghilterra, e cresciuta in Australia, Olivia è stata un’artista poliedrica capace di fondere voce, espressività e movimento in un connubio unico che ha lasciato un’impronta indelebile nella cultura pop del Novecento. Molti associano immediatamente il nome di Olivia Newton-John al personaggio di Sandy in Grease (1978), un film che ha definito una generazione. Ma al di là della voce cristallina e dell’indimenticabile duetto con John Travolta in You’re the One That I Want, ciò che ha incantato il pubblico è stata anche la sua capacità di muoversi con grazia e naturalezza, trasformando la danza in un linguaggio universale. Olivia non è mai stata una ballerina nel senso tecnico e accademico del termine. Eppure, nella sua danza c’era verità, libertà e energia positiva – qualità che l’hanno resa immediatamente riconoscibile. I suoi passi erano un’estensione del suo spirito: spontanei, sensuali, accessibili. Non cercava mai la perfezione formale, ma quella connessione emotiva con chi la guardava. Nel 1980, con il musical Xanadu, Olivia Newton-John porta sullo schermo uno ...
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