Il 23 agosto del 1912 nasceva a Pittsburgh, in Pennsylvania, Eugene Curran Kelly, destinato a diventare semplicemente Gene Kelly: danzatore, attore, coreografo, regista e produttore, ma soprattutto un innovatore che avrebbe cambiato per sempre il modo in cui il cinema si muove.
Nel celebrare il suo anniversario, non rendiamo omaggio solo a un artista del passato, ma a una figura che ha rivoluzionato l’immaginario collettivo della danza sullo schermo, trasformandola in qualcosa di più che un momento di spettacolo: in un linguaggio narrativo, in pura emozione visiva.
Quando si parla di Gene Kelly, l’immagine che viene immediata alla mente è quella del suo iconico numero sotto la pioggia, cappello e ombrello in mano, in Singin’ in the Rain.
Gene Kelly ha portato nel cinema un tipo di danza maschile nuova: atletica, virile, popolare.
Non l’eleganza aristocratica di Fred Astaire, ma un’energia muscolare, terra-terra, capace di parlare anche alla classe operaia da cui proveniva.
Le sue coreografie erano dinamiche, spesso fuse con lo spazio urbano – scale, marciapiedi, palazzi – e anticipavano una concezione moderna e cinematografica della danza.
Dietro l’apparente leggerezza dei suoi movimenti si nascondeva un rigore tecnico quasi scientifico.
Kelly era perfezionista, pignolo fino all’ossessione. Ma era anche profondamente consapevole della forza espressiva del mezzo cinematografico: usava la macchina da presa come un partner di danza, non solo come un osservatore.
In Cover Girl, per esempio, fu il primo a utilizzare la tecnica della sovrimpressione per ballare con una versione fantasma di se stesso. Una trovata geniale e mai vista prima.
E poi c’era il cuore. Ogni sua performance raccontava una storia, trasmetteva emozioni, parlava di sogni e di possibilità.
Gene Kelly fu anche invitato a creare una coreografia originale per il Balletto dell’Opéra di Parigi. Questa è stata la prima commissione per un balletto affidata ad un artista americano presso la rinomata istituzione francese. Il 6 luglio 1960 debuttò il Pas de Dieux al Palais Garnier. Fu l’unico balletto scritto da Gene Kelly, e fu classificato come il primo balletto jazz di sempre: musica di George Gershwin.
Gene Kelly – e tutto il cast di ballerini – ricevettero al debutto ben ventitré chiamate alla ribalta. La produzione originale vedeva in scena Attilio Labis nel ruolo di Zeus e Claude Bessy in quelli di Afrodite.
Gene Kelly ha ispirato registi, attori e appassionati di musical. Il suo spirito vive oggi in ogni coreografia che cerca di fondere tecnica e narrazione.
Nel giorno del suo anniversario, ricordiamo Gene Kelly non solo per quello che ha fatto, ma per come lo ha fatto: con grazia, con passione, con una visione.
È stato un uomo che ha fatto del movimento un’arte, del corpo un racconto.
Michele Olivieri
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