Prima della fine di questa settimana confido di comunicarvi questo piano e di illustrarvi i dettagli di questo articolato programma” per la fase 2 del Coronavirus. “Una previsione ragionevole è che lo applicheremo a partire dal prossimo 4 maggio”. Lo annuncia in un lungo post sui social il presidente del Consiglio Giuseppe Conte
Considerando che le palestre, scuole di danza e le piscine, rimarranno chiuse ancora per molto, l’idea è quella di allargare da 200 a massimo 500 metri, dalla propria abitazione, la possibilità di fare jogging e sport ma sempre per “un tempo necessario” e da soli. Un piccolo passo avanti, “leggero ma percettibile” dicono all’Adnkronos fonti del governo, che richiederà la responsabilità dei cittadini nel rispetto delle regole, che saranno comunque soggette a controlli rigidissimi. Non è ancora sul tavolo invece l’ipotesi di riapertura di parchi e ville.
Insomma la fase due partirà “non prima del 4 maggio”, ma per bar e ristoranti “ci vorrà più tempo, questo almeno è al momento l’orientamento prevalente” dicono le stesse fonti del governo spiegando che prima della deadline del 4 maggio -superati dunque i due ponti del 25 aprile e della festa dei lavoratori- poco cambierà nella vita degli italiani.
Distanza di sicurezza di un metro per tutti i tipi di file
Il ministero della Salute a quanto pare intende confermare la distanza di sicurezza di un metro per fare la fila davanti ai negozi e in tutte le altre situazioni. Negli spazi chiusi dove c’è il rischio di sovraffollamento il distanziamento potrebbe essere invece il doppio di quello attuale. “Se si è in due basta alzare ognuno il braccio e rimanere a quella distanza, questo serve ad evitare rischi anche se ci si entra in contatto con persone positive”, chiarisce il viceministro della Salute Pierpaolo Sileri.
COSA SUCCEDERÀ AL NOSTRO SETTORE?
Una fase di convivenza con il virus porta infatti con sè tanti interrogativi, legati in primis a quelle che saranno le normative che verranno introdotte nelle prossime settimane, ma anche legati alle reazioni psicologiche che ognuno di noi, legittimamente, sarà portato ad avere. Nel momento in cui la pandemia dovesse rientrare e dovesse essere controllata, quando riusciremo a tornare alla normalità? Quanta paura ci sarà tra le persone? E quindi, quanto ci vorrà perché tale paura si esaurisca e si torni a riempire le sale italiane e le scuole di danza?
La danza e il teatro vivono inevitabilmente del contatto, prossimo o meno che sia, delle emozioni che nascono dalla vicinanza tra le persone, delle ore che ogni insegnante spende nel formare gli artisti di domani. Artisti che avranno bisogno sempre di un palco davanti a persone vere, non di videocamere e schermi.
LA DANZA SI MUOVE
Nelle ultime ore si segnala anche l’annuncio di Giuseppe Picone: “Ci tenevo a comunicarvi che sono in contatto con Eleonora Abbagnato per predisporre un documento di riapertura e risanamento del settore Danza che sarà indirizzato, via PEC:
- al Presidente del Consiglio Sig.re Giuseppe Conte
- al Segretario Generale del Mibac Sig.re Salvatore Nastasi
- al Ministro per i beni e le attività culturali Sig.re Dario Franceschini,
- al Presidente del CONI Sig.re Giovanni Malago’
- al Ministro per le politiche giovanili e lo sport Sig.re Vincenzo Spadafora
- Presidenti di Regione, Sindaci e Sovrintendenti.
Anche i Maestri Frederic Olivieri, Manuel Legris e Davide Bombana firmeranno la suddetta proposta.“
Sara Zuccari
Direttore www.giornaledelladanza.com