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Gli otto comportamenti che un insegnante di danza non dovrebbe mai tenere in classe

Nella mente umana, i giudizi negativi permangono nella memoria più a lungo di quelli positivi e possono produrre effetti devastanti per le personalità più fragili, specialmente se provengono da qualcuno di cui abbiamo stima e rispetto. Ecco perché, nel comunicare con le persone, dobbiamo prestare molta attenzione a ciò che diciamo e al modo in cui lo diciamo. In particolare, l’insegnante di danza deve valutare attentamente non solo il tipo di correzione che impartisce ai suoi allievi, ma anche il modo in cui la comunica.

In un articolo precedente abbiamo parlato di ciò che gli studenti non dovrebbero mai dire a un insegnante di danza, vediamo ora quali sono invece i comportamenti che un insegnante non dovrebbe mai tenere a lezione e le frasi che non dovrebbe mai dire ai suoi allievi.

  1. ‘La tua gamba non sale come quella del tuo compagno’.

Il confronto tra allievi costituisce una parte importante dell’essere un ballerino, tuttavia, confrontare uno studente con un altro in termini negativi crea una competizione dannosa e inutile.  Compito del maestro al contrario è stimolare la sana competizione e interazioni positive tra allievi. Anziché paragonare, meglio far lavorare assieme il ballerino più ferrato in un certo passo con il compagno che ha bisogno di crescere in quel determinato ambito. E’ essenziale incoraggiare lo scambio di competenze, far capire che ognuno di noi è migliorabile e che il confronto serve a spronare, non a denigrare.

  1. ‘Guai a te se arrivi un’altra volta in ritardo a lezione!’

Per quanto il ritardo faccia infuriare ogni insegnante di danza che tenga al suo lavoro in sala, gridare contro lo studente non è mai un buon esempio di rispetto e disciplina. Agli allievi che arrivano in ritardo, va spiegato con calma il motivo per cui è essenziale la puntualità, ossia il rispetto per l’impegno preso, per l’insegnante e per gli altri allievi che vengono distratti dall’ingresso del ritardatario. E’ più efficace far sedere lo studente ad assistere alla lezione, chiarendo che non si tratta di una punizione, ma  dell’importanza di seguire la lezione dall’inizio alla fine, per salvaguardare della sua salute fisica. Se lo studente ha perso i primi dieci minuti di lezione, ha perso anche il riscaldamento e correrà maggiori rischi di infortunarsi. Se il ritardo è cronico, bisogna capirne il motivo, se si tratta di carenza organizzativa, di voglia o, nel caso di allievi non autonomi, se la problematica organizzativa riguarda i genitori. Responsabilizzare l’allievo, comunque, rimane essenziale, in quanto produrrà effetti positivi sul resto della sua esistenza.

  1. ‘Sei troppo grasso per ballare’.

Orribile e inutile mortificare un allievo che non ha il corpo di una silfide. Il peso è una questione seria e importante nel mondo della danza, ed è quindi indispensabile discuterne con gli allievi in maniera positiva e privata. E’ anche importante comprendere la motivazione che spinge un allievo a prendere lezioni di danza, se si tratta di un percorso professionale, chiaramente il discorso è diverso da un amatore. In ogni caso, umiliare l’allievo è squalificante non per lo studente, ma per l’insegnante stesso. Il compito più importante di un maestro consiste, infatti, nell’aiutare a forgiare l’autostima, incoraggiando gli allievi a essere il meglio che possono essere, dentro e fuori la sala di danza.

  1. ‘Ci vuole un genio per ricordarsi come si tiene il braccio alla sbarra?’

E’ comprensibile provare un senso di frustrazione quando uno studente non si dimostra all’altezza del potenziale che il maestro vede in lui, tuttavia, far sentire l’allievo stupido non riduce tale frustrazione e non è funzionale all’apprendimento. E’ invece importante ricordare all’allievo che è sua responsabilità imparare, applicare e mantenere le correzioni e che solo così potrà migliorare. Se la correzione non viene attuata neppure dopo la centesima ripetizione, allora significa che l’allievo non è stimolato  e il bravo insegnante suggerirà un’attività alternativa o un corso che preveda uno stile differente e più in linea con le capacità e le aspettative dello studente.

  1. Discutere con un genitore, specie se di fronte all’allievo.

È inevitabile, alla fine i genitori diranno qualcosa che scatenerà le ire dell’insegnante. Se accade è preferibile mantenere la conversazione privata e su piano educato e civile, e solo in un secondo tempo riferire all’allievo l’esito del colloquio avvenuto con i genitori. E’ anche importante che l’insegnante capisca quanta energia investire in tali colloqui. Se il genitore viene a sfogarsi perché i figlio non è in prima fila nello spettacolo (magari dopo numerose assenze) e non accetta la spiegazione dell’insegnante sulla scarsa preparazione dell’allievo, meglio glissare. Il lavoro di un maestro di danza non è discutere con i genitori, ma insegnare danza.

  1. ‘Correggi il tuo compagno’.

Errore da penna rossa. Mai chiedere a uno studente di correggerne un altro. L’insegnante deve stimolare la collaborazione e sostenere l’aiuto reciproco che gli allievi si danno l’un l’altro ripassando coreografia o diagonali, ma non deve mai e poi mai mettere gli studenti su piani diversi. Certo, ci sarà sempre un ballerino più bravo o portato, tuttavia la correzione è appannaggio esclusivo del maestro, non di qualcun altro che è lì per la stessa ragione di tutti gli altri, ossia imparare.

  1. ‘Questo passo è facile.’

Non c’è niente di facile nella danza, se viene eseguito come si deve. L’allievo non deve avere l’impressione di fare qualcosa che non richieda impegno o non imparerà mai davvero a farlo, ma soprattutto non capirà che le cose migliori si ottengono con il massimo della fatica e della determinazione, in sala danza e fuori.

  1. ‘Non importa se ti fa male. Fai quella spaccata come si deve!’

Da denuncia. Forza eccessivamente un en dehors e spingere gli studenti a ignorare il dolore avranno ripercussioni non solo sul corpo, ma anche sullo spirito dei danzatori. Non si tratta di non spronarli a dare il massimo, ma di rispettare il corpo e le sue caratteristiche fisiologiche, puntando sulle sue possibilità e sulle sue doti migliori innate.

In conclusione, ogni insegnante porta in classe il proprio stile personale, il proprio bagaglio di esperienze come ballerino e come allievo. Tuttavia, passare dall’altra parte implica una grande responsabilità e una notevole presa di consapevolezza. Il maestro non deve sfogare sui suoi allievi le frustrazioni che spesso ha dovuto subire da studente, anzi, deve mantenere uno spirito positivo, deve insegnare rispetto elargendolo per primo, perché è con i fatti che si impara, nella danza e nella vita.

Stefania Napoli
www.giornaledelladanza.com

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