La Mazurka è una delle danze di coppia più conosciute al mondo. Le ipotesi sulle origini di questo ballo sono quasi tutte riconducibili alla Polonia e si attesterebbero intorno ai primi anni del XVI secolo. La diffusione straordinaria della Mazurka avviene nell’800 grazie soprattutto alla riscrittura colta e perlopiù pianistica di Chopin che ne motivò, sul piano intellettuale, anche l’aspetto coreutico troppo popolare fino ad allora. Il compositore polacco scrisse più di cinquanta mazurche nell’arco di tutta la sua vita: alcune vivaci, altre introspettive, tutte ugualmente dotate di grande intensità espressiva che si aprivano con una melodia popolare per poi svilupparne il tema principale con grande delicatezza.
Danza a volteggi su tempo ternario, la sua peculiarità musicale si trova nella caduta dell’accento ritmico sul secondo tempo della misura. Una sonorità che sembra richiamare il trotto dei cavalli. A farci caso, infatti, il secondo battito degli zoccoli è più accentuato rispetto al primo, proprio come nella Mazurka. Henry Cellarius, nel manuale La danse des salons del 1847, sosteneva l’assoluta libertà del cavaliere di personalizzare la Mazurka laddove la dama aveva il privilegio di potersi scegliere l’uomo ed abbandonarsi a lui. In Italia la Mazurka si è diffusa soprattutto al Nord, particolarmente nella regione della Romagna. In questa parte dell’Italia alcune orchestre mantengono ancora oggi viva la tradizione musicale della Mazurca legandola al folklore e al ballo liscio. Sarà per la minore difficoltà esecutiva ed interpretativa, nonostante sia caratterizzata da una notevole varietà di figure coreografiche, la Mazurka ha fatto presa sulla gente a tal punto da adottarla come ballo caratteristico di tutte le feste locali.
Tra i maggiori fautori del genere, l’orchestra (Secondo) Casadei, grazie ad una paziente opera di rielaborazione di brani classici iniziata nel 1925, ha avuto il merito di averla portata in giro per le piazze d’Italia, facendo innamorare giovani e vecchi. Pur essendo un ballo polacco possiamo considerare la Mazurka come facente parte della nostra tradizione coreica, appannaggio di feste di paese, rievocazioni storiche, sagre e danze caratteristiche. Del resto quanti balli sono giunti nel Bel Paese e, quasi naturalizzati, hanno fatto innamorare gli italiani? Attualmente la Mazurka, ma come gran parte dei balli cosiddetti da sala, sta avendo un momento di stasi dovuto ad un numero notevole di nuove tendenze musicali, e annesse facili coreografie, cui i giovani sono più attratti. Ad ogni modo bisogna continuare a ballare la Mazurka, a tenerla in considerazione, perché parte di un patrimonio di conoscenze coreiche e tradizionali del nostro Vecchio Continente.
Massimiliano Raso
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