Il balletto classico preferito?
La Dame aux camélias.
Il balletto contemporaneo prediletto?
The Big Crying di Marco Goecke.
Il Teatro del cuore?
Le Silò a Marseille.
Un romanzo da trasformare in balletto?
Un uomo solo di Christopher Isherwood.
Mentre un film da cui ricavare uno spettacolo di balletto?
Queer di Luca Guadagnino.
Il costume di scena indossato che hai preferito?
Essere nudo e sentire che il mio corpo non avesse bisogno di orpelli per danzare.
Quale colore associ alla danza?
Nero.
Che profumo ha la danza?
Sudore.
La musica più bella scritta per balletto?
Le Sacre du Printemps di Stravinsky. Un pugno nello stomaco che diventa rituale.
Il film di danza irrinunciabile?
Billy Elliot. Perché ha reso politica la leggerezza.
Due miti della danza del passato, uomo e donna?
Nijinsky e Pina Bausch. Sovversivi, ciascuno a modo suo.
Il tuo “passo di danza” preferito?
La preparazione prima di ogni esercizio: il port de bras.
Chi ti sarebbe piaciuto essere nella vita reale tra i personaggi del grande repertorio di balletto classico?
Nessuno, il repertorio classico è troppo stereotipato per poter desiderare di essere uno di loro.
Chi è stato il genio per eccellenza nell’arte coreografica?
William Forsythe.
Tornando indietro, se incontrassi Tersicore, cosa le diresti?
Grazie, ma lasciami cadere!
Tre parole per descrivere la disciplina della danza?
Follia, amore, ossessione.
Come ti vedi oggi allo specchio?
In cambiamento.
Michele Olivieri
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