Il Festival Aperto 2021, tredicesima edizione, si svolge a Reggio Emilia dal 18 settembre al 24 novembre, a cura della Fondazione I Teatri con il Reggio Parma Festival. Trenta spettacoli, 43 repliche complessive, 11 fra produzioni e coproduzioni, 8 fra prime assolute e italiane. Concerti, opere, performance, coreografie, installazioni, spettacoli, multimedia destinati ad interrogarsi su una contemporaneità che – ed è il tema di quest’anno – non potrà che nutrirsi del “principio speranza”.
Un nuovo e importante evento si aggiunge al programma di Festival Aperto di Reggio Emilia: il coreografo e performer greco Dimitris Papaioannou presenterà in esclusiva per l’Italia il suo nuovo lavoro Transverse Orientation. Realizzata specificamente per Torinodanza e per Festival Aperto di Reggio Emilia , questa nuova creazione di Papaioannou si prospetta come un’installazione site specific all’interno di due teatri storici, il Carignano di Torino e il Valli di Reggio Emilia.
Dimitris Papaioannou torna in Italia con la sua nuova attesa creazione TRANSVERSE ORIENTATION, in programma 1 e 2 ottobre ore 20,30 Domenica 3 ottobre ore 16,00, Teatro Municipale Valli. Regista e coreografo d’eccellenza nel panorama della danza contemporanea, Papaioannou è oggi il più potente creatore di un linguaggio scenico che intreccia il corpo con l’arte visiva. Con riferimenti costanti al mito greco quale archetipo della cultura occidentale, affronta i grandi temi esistenziali che hanno attraversato la storia e offerto alla modernità una direzione con cui fare i conti. Transverse Orientation è una summa della sua poetica visionaria e una sintesi del gesto estetico a cui ci ha abituato negli anni. Avvolto nella musica di Vivaldi e ispirato alla naturale attrazione delle falene per le fonti di luce, il lavoro esplora in un vortice di citazioni e simbolismi l’insopprimibile tensione dell’uomo verso il senso ultimo della vita. Presentata per la prima volta alla Biennale de la Danse di Lione nel giugno del 2021, la produzione – che ha coinvolto per le audizioni più di 500 performer e danzatori provenienti da tutto il mondo – vede protagonisti sul palco Damiano Ottavio Bigi, Šuka Horn, Jan Möllmer, Breanna O’Mara, Tina Papanikolaou, Łukasz Przytarski, Christos Strinopoulos e Michalis Theophanous.
«I miei lavori – racconta Dimitris Papaioannou – si evolvono durante le prove, non sono ideati a priori. Preparo il materiale per avviare il processo creativo, ma quasi sempre lo butto via. Ho deciso di non sapere quale sarà il risultato in anticipo, preferisco fidarmi della creazione in itinere. Alla fine, se sono fortunato, l’opera si rivela, e cerco di capirla, di perfezionarla. Mi riservo il diritto di cambiare tutto all’ultimo momento. Ecco perché è difficile per me parlare di qualcosa prima che sia giunto effettivamente a compimento. A che serve pianificare? L’arte è prassi. Se ne parlo, finisco per ingannare lo spettatore o tradire lo spettacolo.»
Formatosi come artista visivo all’Accademia di Belle Arti di Atene, dopo essere stato allievo del pittore Yannis Tsarouchis, Dimitris Papaioannou (Grecia, 1964) è uno dei nomi più rappresentativi della scena internazionale nonché pioniere della danza contemporanea. Coreografo, regista, performer, designer di scene, costumi e luci, si è avvicinato alla danza a New York, fondando in Grecia la compagnia Edafos Dance Theatre nel 1986. Nei suoi oltre trent’anni di carriera, ha modellato un linguaggio ibrido fra danza sperimentale, teatro fisico e arte performativa, con cui ha messo in discussione la visione, l’identità e il patrimonio della memoria culturale occidentale. Nel 2004 ha curato la cerimonia di apertura dei Giochi Olimpici di Atene, per tornare poi al teatro, dando vita a più di venti produzioni fra spazi underground e arene. Nel 2018 è stato il primo coreografo chiamato a realizzare un lavoro integrale, Since She, per il Tanztheater Wuppertal Pina Bausch.
Sara Zuccari
Photo Julian-Mommert
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