Nel cuore pulsante dell’Avana, nel quartiere Vedado, si erge un luogo dove la storia non è fatta di silenzio e polvere, ma di passi, costumi e passioni: il Museo della Danza di Cuba.
Non è un semplice contenitore di oggetti, ma un archivio vivo della memoria artistica di un Paese che ha fatto del corpo in movimento un emblema identitario.
Fondato nel 1998 per volere di Alicia Alonso, étoile e leggenda del balletto mondiale, il museo nasce con un intento chiaro: conservare, proteggere e raccontare l’evoluzione della danza cubana, dalle sue radici coloniali fino alle più audaci espressioni contemporanee.
L’edificio stesso è una dichiarazione d’intenti: un’elegante villa in stile eclettico degli anni Venti, che accoglie il visitatore in un’atmosfera sospesa tra storia e poesia. Varcare la soglia significa entrare in un palcoscenico invisibile, dove ogni sala è una scena.
Il percorso espositivo si snoda in diverse sale tematiche, ognuna dedicata a un periodo, a uno stile o a una figura chiave della danza cubana.
Si comincia con la Sala del XIX secolo, dove sono esposti abiti, litografie e documenti d’epoca che testimoniano l’influenza europea sulla danza a Cuba, per poi passare al periodo romantico e all’irrompere della tradizione russa con il balletto classico.
Il cuore pulsante del museo è, senza dubbio, la Sala Alicia Alonso. Qui si conservano i suoi costumi di scena, le lettere, le fotografie, le scarpe consumate da decenni di esibizioni, e persino bozzetti scenici dei suoi balletti più celebri, come Giselle o Carmen.
Ogni oggetto racconta non solo la carriera straordinaria della prima ballerina assoluta, ma anche il fervore con cui Cuba ha abbracciato il balletto come arte popolare.
Non mancano sezioni dedicate alla danza moderna, alla danza folklorica afrocubana, e al rapporto tra danza e arti visive, con opere di pittori, scultori e scenografi che hanno contribuito a costruire l’immaginario visivo della scena coreutica nazionale.
Ciò che rende unico il Museo della Danza non è solo la ricchezza dei suoi contenuti, ma la sua connessione profonda con il presente.
Qui il passato non è una reliquia: è un fondamento da cui partire.
Non di rado, nelle sue sale si organizzano laboratori, conferenze, proiezioni e incontri con coreografi e ballerini.
Il museo diventa così un laboratorio culturale permanente, in grado di ispirare le nuove generazioni di danzatori e appassionati.
Visitare il Museo della Danza significa toccare con mano l’anima artistica di Cuba. È un’esperienza che parla non solo agli amanti della danza, ma a chiunque voglia comprendere come l’arte possa diventare resistenza, bellezza e identità.
In un’epoca in cui i musei rischiano di diventare spazi muti, questo luogo dimostra come la memoria, se custodita con passione, possa ancora danzare.
Michele Olivieri
Foto di Epa/Alejandro Erneto
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