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Il primo ballerino Michele Satriano “allo specchio”

 

Il balletto classico preferito?
Romeo e Giulietta.

Il balletto contemporaneo prediletto?
Uno dei contemporanei che più mi ha colpito e che ho avuto la fortuna di danzare è “Sèlon désir” di Andonis Foniadakis.

Il Teatro del cuore?
L’ex Teatro del Maggio Musicale Fiorentino a Firenze e il Teatro dell’Opera di Roma.

Un romanzo da trasformare in balletto?
Il Dottor Jeckyll e Mr Hyde di Stevenson.

Mentre un film da cui ricavare uno spettacolo di balletto?
City of Angels (Brad Siberling).

Il costume di scena indossato che hai preferito?
Don José in “Carmen” di Roland Petit e Jean de Brienne in “Raymonda” di Rudolf Nureyev.

Quale colore associ alla danza?
Il colore del tramonto, un colore indefinito ma un qualcosa che ogni giorno ti sorprende ed emoziona.

Che profumo ha la danza?
Per me di legno… l’odore del parquet lo associo alla danza, alla sala ballo; l’odore della lacca per capelli che usano le ballerine per fissare uno chignon è un profumo che associo alla danza perché entrambi sono sentori che mi fanno ricordare quando ero bambino ed entravo nella scuola di danza.

La musica più bella scritta per balletto?
Manon di Massenet.

Il film di danza irrinunciabile?
Il Ritmo del successo di Hytner. Il sole a mezzanotte di Hackfort.

Due miti della danza del passato, uomo e donna?
Sylvie Guillem, Julio Bocca e José Manuel Carreno sono stati per me la massima ispirazione.

Il tuo “passo di danza” preferito?
Non c’è un passo in particolare ma amo il “Passo a due” in generale.

Chi ti sarebbe piaciuto essere nella vita tra i ruoli del grande repertorio di balletto classico?
Des Grieux in “Manon”.

Chi è stato il genio per eccellenza nell’arte coreografica?
Rudolf Nureyev ha decisamente rinnovato il mondo della coreografia; però mi piacciono molto sia William Forsythe che Mats Ek.

Tornando indietro, se incontrassi Tersicore, cosa le diresti?
Non avrei niente da chiederle, credo invece che la ringrazierei.

Tre parole per descrivere la disciplina della danza?
Sacrificio (dedizione), Solitudine, Amore.

Come ti vedi oggi allo specchio?
Non sono fisicamente lo stereotipo di danzatore che piace a me, ma sicuramente mi guardo con molta normalità, senza paura e con la coscienza pulita.

Michele Olivieri

Foto di Jean-Charles Verchère

www.giornaledelladanza.com

© Riproduzione riservata

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