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PROSPETTIVE01 – Maurizio Marino: “Il corpo dei ballerini rappresenta il connubio tra forza ed armonia” [ESCLUSIVA]

“Prospettive01” è una rubrica rivolta ad artisti e contesti che rappresentano un mondo di talenti in continua evoluzione. Ideata e curata da Lorena Coppola, la rubrica si propone di raccogliere una serie di interviste e di articoli mirati a dar voce e spazio a tutte le fasce creative del mondo coreutico che costituiscono giovani realtà in via di sviluppo ed espansione, progetti innovativi, o realtà già consolidate, di spiccato talento, meritevoli di attenzione. Un luogo di rivelazione e di incontro di nuove prospettive.

Marino

Maurizio Marino è un brillante danzatore con un ricco percorso artistico sviluppato con grandi nomi del panorama coreutico nazionale ed internazionale. Da anni si dedica al  GYROTONIC®, disciplina inventata fa Juliu Horvath, basata su esercizi  ritmici di allungamento e potenziamento finalizzati all’accrescimento della capacità funzionale di tutto l’apparato locomotore e al fluire dell’energia. Si tratta di un metodo molto amato dai danzatori e particolarmente adatto alle loro esigenze fisiche. Maurizio Marino si dedica in particolare al GYROTONIC® applicato ai ballerini. In questa intervista si racconta in esclusiva al Giornale della Danza.

Cos’è il GYROTONIC®, su che principi si basa e in che modo si incontra con la danza?

GYRO indica i movimenti circolari che si effettuano durante una lezione, TONIC si riferisce al suono, la vibrazione il tono che il nostro corpo emette, o meglio può emettere, eseguendo questi stessi movimenti. Basta scomporre la parola per intendere il significato di GYROTONIC®, la genialità è questa: i movimenti circolari hanno la capacità di produrre vibrazione nel corpo e questa vibrazione genera un suono, il nostro proprio suono. In pratica il GYROTONIC® è un sistema di esercizi che ci educano e ci dirigono verso un Movimento Intelligente: con un minimo sforzo siamo in grado di produrre il massimo della forza del nostro organismo. Il focus è quello di recuperare e generare nuovamente spazio nel nostro corpo. I movimenti circolari, eseguiti con la giusta dinamica ed abbinati ad una efficace respirazione, ridanno libertà ai nostri movimenti ed agevolano una migliore funzione articolare. In quanto alla danza, Juliu Horvath, l’inventore del GYROTONIC®, era un ballerino, e nel suo geniale processo di ricerca dei movimenti che noi oggi utilizziamo, ha sicuramente inserito principi che gli erano familiari data la sua formazione: la danza, lo yoga, le arti marziali, il nuoto. Va da sé che i ballerini, ma non solo essi, traggono benefici nell’esecuzione di tali movimenti. Voglio dire… non solo essi, ma è evidente che il corpo dei ballerini rappresenta il connubio tra forza ed armonia ed è ovvio che testare e verificare su questa categoria di atleti l’efficacia del GYROTONIC® sia diventato automatico per chi opera in questo settore. Per questo motivo sono nati nel tempo format specifici sulla danza, sul miglioramento delle prestazioni e molti dei danzatori che hanno cominciato ad assaporarne i frutti sono poi diventati loro stessi trainer.  I risultati sono sorprendenti, per questo i ballerini ne sono attratti.

Possiamo definirlo un approccio o una vera e propria filosofia di movimento?

Un approccio, spesso un po’ strano per la singolarità dei movimenti, che poi diventa una filosofia di movimento. Bizzarro da capire, ma reale.

Qual è la differenza tra GYROTONIC® e GYROKINESIS®?

La GYROKINESIS® si esercita a corpo libero, mentre il GYROTONIC® con vari macchinari, ma sarebbe inesatto dire che la differenza è rappresentata dagli attrezzi e dagli strumenti. Diciamo che la GYROKINESIS® è la madre del GYROTONIC®, nasce prima, ed è assolutamente portante e protagonista in tutto ciò che è nato e si è evoluto nei tempi. Si può affermare che la GYROKINESIS® rappresenta il contenitore dei principi che si utilizzano in tutte le evoluzioni e le branche di questo sistema.

 Su che cosa si basano gli esercizi?

Sempre sul concetto dello spazio… fare spazio nel proprio corpo attraverso movimenti circolatori e di espansione. Si organizza una seduta attraverso varie famiglie di esercizi che impegnano diversi settori del nostro corpo rimanendo in connessione con le stesse catene cinetiche muscolari. Sono sedute individuali che durano circa un’ora e lo scopo del trainer è quello di preparare il corpo del cliente ad accogliere sempre più informazioni e movimenti.

È corretto dire che è come “guidare la forza che muove il corpo”?

Prima di guidarla bisogna riconoscerla, per alcuni addirittura conoscerla per la prima volta. Sì, comunque è molto bella questa definizione, ma a volte il processo è lungo. Il GYROTONIC® lavora molto bene sulla “consapevolezza” del nostro corpo e viene un momento in cui le informazioni diventano dati. Acquisiti questi dati si guida meglio e più sicuri

Oltre ai danzatori, è una disciplina che può praticare chiunque?

Assolutamente sì. È un sistema di espansione del corpo che genera benessere sempre ed in ogni caso. Parliamo di un sistema che lavora sulla postura, sulla tonicità muscolare, sull’elasticità e sul recupero degli spazi vertebrali, sulla respirazione cardiovascolare. Sportivi, bambini, anziani, tutti trovano un motivo per avvalersi di questi benefici. Nel caso di patologie, questi principi aiutano e supportano i percorsi terapeutici ai quali sono sottoposti i pazienti.

Oltre ad essere una pratica di grande importanza per l’equilibrio psicofisico, ha anche una valenza terapeutica in caso di traumi ed incidenti di percorso ai quali possono andare incontro i ballerini. In che modo riesci ad intervenire sulle varie problematiche?

Tutto ciò che ho descritto fino ad ora, poiché, in quanto a benefici,  il GYROTONIC® lavora in primo luogo nella “prevenzione”. Un fisico connesso, esteso, lubrificato e libero è un fisico che difficilmente si fa male. Questo è lo scopo principale verso gli atleti. Il mio lavoro con i ballerini è principalmente questo. Ovviamente vengo dalla danza, ho patito infortuni e mali che mi hanno accompagnato spesso nella mia carriera (ahimè non esisteva il GYROTONIC®). Questo mi ha dato l’opportunità e la fortuna di capire quasi sempre da cosa è scaturito quel male e come evitare che accada nuovamente. Non sono un medico, sono stato troppe volte “un paziente” ed ho fatto molta esperienza sui mali della danza. Mi piace individuare con i danzatori quale parte del corpo può aiutare quel male. Il nostro corpo è composto da elementi che sono molto contenti di aiutarsi tra di loro.

 

Marino -

Nel caso invece di danzatori che non abbiano problemi di natura scheletrica o traumatica da risolvere, oltre ad essere una pratica per tenersi in forma, quali sono i benefici nell’ottica della danza?

Come dicevo prima, la consapevolezza. Molti ballerini utilizzano il proprio corpo senza la precisa consapevolezza di cosa lo muove. Sapere precisamente quale sistema muscolare sto utilizzando per fare un développé o cosa mi conviene sfruttare o non impegnare quando effettuo un salto cambia in maniera decisiva il rendimento del passo stesso. Oltretutto, lavorare ottimizzando le forze e non usando forze sbagliate ha un effetto di definizione sulla muscolatura.

Quanti sono i danzatori che aiuti al momento?

Io lavoro sia con gli allievi che con i professionisti. I professionisti li chiamo meteore, perché, molto spesso, quando sono in produzione e zeppi di lavoro, spariscono e ritornano con i famosi “mali”. Diciamo che lavoro con una trentina di ballerini al momento.

Tu sei stato un danzatore con una carriera importante e hai condiviso il palcoscenico con grandi nomi della danza, qual è stato il tuo percorso?

Ho iniziato a studiare danza un po’ tardi, avevo 13 anni, ma fortunatamente un po’ per le doti, un po’ per la passione che pian piano si è accesa in me, ho accelerato molto i miei studi. Ho cominciato e mi sono diplomato al Lyceum di Mara Fusco e da quel momento in poi ho sempre avuto la fortuna di incontrare le persone giuste (anche qualcuna sbagliata), ma oggi sono il prodotto di ciò che ho vissuto, pensato e fatto nella mia vita e ringrazio tutti. Difficile elencare quante “grandi” persone hanno fatto parte della mia carriera. La mia carriera è iniziata in America, dove vinsi una borsa di studio al N.Y.C.B. a 18 anni ed è terminata al Maggio Musicale Fiorentino. In questo meraviglioso percorso ho ballato tanto, tutto ed in tutti i ruoli, ma, ciò che è ancor più importante, ho avuto la fortuna di conoscere e vivere i migliori ballerini della mia epoca. Questo basta, non mi è mai piaciuto ostentare i miei successi. Una volta un amico leggendo cosa avevo fatto mi disse: “ma perché non mi hai mai detto niente?”

Come sei arrivato al GYROTONIC®?

Cercavo qualcosa che desse un valore aggiunto al mio know-how, in quel periodo insegnavo danza e seppi che Pietro Gagliardi, amico di infanzia ed oggi ancora amico fraterno (che fortuna), aveva un grande studio di GYROTONIC® a Roma, forse il primo. In una cena mi spiegò cosa fosse e me ne innamorai. Grande serata, non la dimenticherò mai

 Come si diventa Trainer di GYROTONIC®? “Trainer” è una definizione corretta in questo caso?

Sì, Trainer va benissimo. Il percorso per diventare Trainer di primo livello ha più o meno la durata di un anno e si divide in 5 steps, durante i quali si apprende l’intera gamma di esercizi, si impara ad insegnarli, si effettua un apprendistato che accompagna fino alla certificazione finale.

Tutti possono diventare trainer?

Sì, è necessario che prima si diventi fruitori, che ne si comprendano i principi. È ovviamente necessario che si abbia comunque una dimestichezza con il movimento e il ritmo.

 Si può fare carriera?

Non la chiamerei carriera, meglio definirlo percorso evolutivo. Il GYROTONIC® e la GYROKINESIS® sono due certificazioni ben distinte. La certificazione di entrambi offre la possibilità di accedere, se vengono riconosciute le caratteristiche, alla formazione (Pre-Trainer e Master). Poi esistono vari livelli, varie certificazioni di vari macchinari, vari format specialistici sportivi e non. È ovvio che più si incamera, più cose si hanno da trasmettere e condividere. Si può scegliere di essere solo un Trainer di primo livello o decidere di fare più passi e questo implica sempre comunque un percorso improntato alla serietà e alla professionalità.

M-Marino

Lorena Coppola

www.giornaledelladanza.com

 

 

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