Isadora Duncan è una delle più grandi ballerine di tutti i secoli. Nata in California da madre irlandese e padre scozzese, trascorse gli annidell’infanzia tra le note dei brani di musica classica suonati dalla madre, insegnante di pianoforte. Duncan cresce in un ambiente familiare impregnato diacuta sensibilità artistica e influenzato dalle teorie sulla mimica di F.Delsarte (1811-71), ricevendo così una formazione improntata all’amore per la libertà e per la natura, tipico dello spirito di frontiera americano.
Durante la sua vita molto movimentata i suoi successi artistici si alternarono ad episodi molto tragici, tra cui la morte prematura dei suoi due figli. Decisa a calcare il palcoscenico, rifiuta l’estetica del balletto accademico e dedica la sua vita ad elaborare una nuova, personale forma di danza classica, dove il termine classica è da intendere come ellenica, ispirata cioè all’antica Grecia. La danza di Isadora rivela i sentimenti più intimi dell’animo in modo istintivo ed autentico esprimendo uno stato naturale dell’uomo, il tendere cioè verso la liberazione spirituale e corporea: l’eleuteron greco.
La sua riforma fu drastica e completa. Infatti, mentre all’inizio del xx° secolo la danza è ancora schiava della perfezione, dell’ordine, chiusa in una tecnica fine a se stessa, arte decorativa, disumanizzata, futile e graziosa, che non implicava nessuna partecipazione umana, con Isadora nasce una concezione nuova della danza; la ballerina americana porta uno spirito nuovo che rese possibile il rinnovamento nella danza in Occidente; favorisce la liberazione del movimento corporeo, di un corpo vitale, da troppo tempo mortificato dalla perversione dualistica cristiana in cui ” la carne ” viene considerata ostacolo dell’ anima; un corpo invece capace di comunicare emozioni umane ma anche espressione visibile dell’anima e dello spirito.
Quella di Isadora fu una concezione religiosa della danza come anche della vita, “Una danza che fosse, attraverso i movimenti del corpo, espressione divina dello Spirito umano”. Danza musiche non create appositamente per il balletto, di Chopin, Beethoven, Bach, Gluck, Mozart e Schumann. Si sbarazza delle scarpette con la punta di gesso,che riducevano al minimo il contatto con il suolo e danza a piedi nudi, ritrovando le radici, il contatto con l’energia vitale della terra. Libera il busto da rigidi e stretti corsetti, permettendo al ventre di pulsare. Scioglie i capelli e, mostrando un corpo nudo velato solo da tuniche di leggera mussola, evidenzia la bellezza e la nobiltà del nudo nell’arte. La danza è per lei l’espressione naturale dell’ uomo e, sentendo fortemente la continuità tra il corpo e la natura, si muove basandosi sul sentimento e sulla passione dettate, inspirate da elementi naturali come le onde, il vento, le nuvole, movimenti che emergevano dal ” fondo emotivo”, un’ energia vitale che si manifestava all’esterno.
Il corpo viene ritenuto non più oggettivato ma fulcro di energia. La danza, secondo la sua concezione, non deve essere solo in armonia, in comunione con la natura,ma anche espressione dei sentimenti dell’umanità e specchio di una società, di un’ epoca, espressione artistica collegata a quel periodo storico. Il balletto rappresenta non solo liberazione personale ma lotta contro le istituzioni e costumi di oppressione e la volontà di restituire alla danza il potere di comunicazione.
“Per me la danza non è soltanto arte che esprime l’anima umana attraverso ilmovimento, ma è anche il fondamento di una concezione totale della vita, di una vita più libera, più armoniosa, più naturale. Quelle posizioni sgraziate e innaturali non esprimono assolutamente lo stato di abbandono dionisiaco, che ogni danzatore dovrebbe conoscere… inoltre i movimenti genuini non sono inventati, ma riscoperti… il principio unico e fondamentale sul quale ho buona ragione di basarmi è l’ unità ritmica presente in tutte le manifestazioni della Natura… e sempre inserisco nei miei movimenti un pò della continuità divina che dà a tutta la Natura la sua bellezza e la sua vita… per me la danza ha come meta l’ espressione dei sentimenti più alti, profondi dell’ anima umana, quei sentimenti che nascono dagli dei che vivono in noi, da Apollo, Pan, Bacco, Afrodite… la danza deve infondere in noi un’ armonia ardente e palpitante “. (Isadora Duncan da “Lettere alla danza “).
Citò Jean Jacques Rousseau,dell’ Emilio, Walt Whitman e Nietzsche, come gli unici maestri di danza che potesse avere . Isadora ,seppur in modo un pò confuso, non ben definito,indiaò la via ai creatori della Danza Moderna : Ruth Saint-Denis, Ted Shawn, Martha Graham, Mary Wigman, Rudolf Von Laban, Doris Humphrey… artisti che, attraverso una molteplicità di linguaggi, tecniche e stili differenti, furono mossi dalla medesima volontà di ricercare moduli espressivi originali, movimenti che annullassero ogni artificiosa scissione tra esteriorità e interiorità, tra forma e contenuto.
Via il tutù, le scarpette di raso, la calzamaglia, tutto è finalizzato perciò alla maggiore naturalezza e libertà del corpo, dei movimenti. Inoltre con l’uso delle antiche tuniche greche, unici capi di abbigliamento capaci di trasformare il corpo in una statua in movimento, la coreografa-artista poliedrica Isadora Duncan si mostra in linea con la riscoperta della cultura greca, propria della fine dell’ ‘800 e soprattutto incentivata dalla riscoperta di Troia da parte di Schliemann.
Il rifiuto di ogni accademismo fu fondamentale per la nascita della futura modern dance americana, mentre con il sostegno di musiche non nate per il balletto anticipò una caratteristica fondamentale del moderno balletto sinfonico che, attorno al 1930, vedrà in Massive e, successivamente, in Balanchine, i loro geniali propugnatori.
Giuseppe Tramontano