«Jamais Carmen ne cédera! Libre elle est née et libre elle mourra!»
Lampedusa è una gabbia, una gabbia di solitudine, una gabbia di fatica e umiliazioni dopo il deserto e la paura. A Lampedusa si arriva, forse, dopo aver affrontato il mare nero e profondo. Ma Lampedusa è una gabbia che potrebbe aprirsi, forse. Non è un passato che la memoria possa cancellare o che i libri di storia possano modificare a seconda del potere al governo. E’ un dramma vero. E’ la vita vera di migliaia di profughi ogni anno. Persone spogliatesi di tutto nella fuga, pronte a spogliarsi anche della propria vita pur di rimanere ancorati al lontano miraggio della libertà.
Luciano Cannito ci parla della verità di Lampedusa dando voce a “una giovane donna che, come una leonessa, sa di possedere forza, bellezza, potenza e libertà”. Questa donna ha un nome a noi familiare, Carmen e porta il volto di Rossella Brescia. La grande opera, rivisitata e attualizzata approda da Siviglia in una metamorfosi che ci riporta solidi e attenti al reale.
Il regista e coreografo, nella sua rivisitazione contemporanea, ci spiega che “Carmen incarna la forza, la speranza, la bellezza ed il coraggio di tutte le donne che ogni giorno sbarcano sulle nostre coste”.
Dall’insuccesso clamoroso della prima nel 1875, è divenuta un’opera fondamentale nella storia della musica. Il genio di Bizet ha attraversato più di un secolo portando con sé la “Carmen”, tratta dalla novella di Mérimée, che è divenuta una delle storie più affascinanti di amore e morte dell’Occidente.
La pluripremiata interpretazione di Cannito, ricordiamo il Premio Bucchi 2008 per la miglior coreografia, il Premio DANZA & DANZA per la miglior colonna sonora di balletto e il Premio Ginestra d’Oro come miglior spettacolo dell’anno, verrà ospitata questa settimana a Spoleto il 28 luglio e in Val d’Aosta il 30, presso il Forte di Bard.
Accanto a Rossella Brescia, sulle musiche di Georges Bizet e Marco Schiavoni, ballerà il bravissimo José Perez.
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Maura Dessì