La Barbie cambia. Nell’era del nuovo femminismo, le nuove eroine Mattel sono la pittrice e attivista femminista Frida Kahlo e l’imprenditrice tedesco-iraniana Leyla Piedayesh, la scienziata della Nasa Katherine Jonhson e l’etoile del San Francisco Ballet Yuan Yuan Tan, ma persino il capitano della Nazionale italiana di calcio femminile Sara Gama. La storica Barbie, bambola dalle forme perfette (e impossibili) si rinnova: sempre meno principessa, sempre più donna reale, tanto da assumere le sembianze di personaggi femminili della vita contemporanea che si sono affermate con la loro personalità, superando barriere razziali e di genere.
“Stiamo assistendo ad un cambiamento lento, ma progressivo, che ha avuto un’accelerazione nell’ultimo periodo con la campagna #MeToo. Già da tempo esistevano modelli pionieri che indicavano alle bambine, alle giovani e alle donne strade diverse, ma la storia della bambola Barbie rappresenta una novità anche nel modo di giocare: il mondo irrealistico e stereotipato delle fiabe ha ceduto il passo a un rapporto diretto con il mondo reale, anche e soprattutto grazie al web. I bambini cominciano presto e confrontarsi con la Rete e hanno davanti a sé modelli più differenziati rispetto al passato” spiega a Donna Moderna Ugo Volli, docente di Semiotica alla Facoltà di Scienze della Comunicazione dell’Università di Torino.
Le nuove Barbie
Per la bambola della Mattel si tratta dell’ultima rivoluzione, dopo quelle iniziate con l‘introduzione dei modelli curvy (dalle forme più morbide e generose), tall e petit(rispettivamente alta e minuta) e multietnici. Come spiegato da Mattel che la produce da 59 anni, i 17 nuovi esemplari sono stati ispirati a donne che si sono distinte per le loro conquiste e le lotte contro pregiudizi di genere o razza. Secondo un sondaggio commissionato dall’azienda, l’86% delle madri chiede che le figlie possano ispirarsi a modelli reali. L’hashtag che ha accompagnato la presentazione social della nuova linea è eloquente, ovvero #MoreRoleModels. Lo stesso vale anche per lo slogan scelto: When a girl plays with Barbie, she immagine everything she can become. L’intento è quello di offrire esempi che vadano oltre quello della Barbie sposa, principessa, modella o persino shopping addicted. Mattel ha infatti varato il programma Shero (da She, Lei, e Hero, Eroina), realizzando delle bambole uniche dette Ooak, acronimo di One Of A Kind, ispirate a personaggi realmente esistenti o esistiti.
Anche un’italiana tra le nuove Barbie
Il risultato sono le 17 “donne in miniatura” che ricordano altrettante icone femminili del nostro tempo: la prima aviatrice donna della storia Amelia Earhart, la modella curvy Ashley Graham, l’artista e femminista Frida Kahlo, la pioniera matematica Katherine Johnson, la regista del film Wonder Woman Patty Jenkins, la chef Hélèn Darroze, la sciatrice statunitense Chloe Kim e la giocatrice di calcio italiana Sara Gama, capitano della squadra femminile della Juventus e della Nazionale che rappresenterà l’Italia ai Mondiali di calcio in Russia tra pochi mesi.
Proprio Gama è l’emblema della nuova eroina: 29 anni, nata a Trieste da padre congolese e madre italiana, si è distinta prima in alcune squadre locali, poi al Paris Saint Germain, per tornare in Italia, indossare la maglia azzurra della Under 19 ed essere convocata dal CT Antonio Cabrini con la Nazionale maggiore, di cui ora è capitano. “Anche lo sport ha avuto un contributo importante: in passato era uno spazio molto maschile, ma progressivamente si è aperto alle donne, con l’ingresso delle prime giornaliste sportive, ma anche grazie ai risultati nelle competizioni. Molte atlete rappresentano nuovi modelli di femminilità vincente” dice l’esperto di comunicazione.
Nessuna barriera geografica o politica
Sara Gama rappresenta un esempio di integrazione e superamento delle barriere razziali, oltreché dei pregiudizi di genere, dal momento che è una donna che eccelle in uno sport ancora appannaggio del mondo maschile. Mattel ha scelto anche altre sportive, attrici o ballerine da ogni angolo del pianeta: nella nuova collezione ci sono infatti anche Tan Yuan Yuan, etoile del San Francisco Ballet di origini cinesi, proprio come Guan Xiaotong, popolare attrice e ambasciatrice ONU in occasione del World Life Day 2017. Tra le nuove eroine c’è posto anche per Ibtihaj Muhammad, campionessa di scherma che indossa il velo.
Chi sono i nuovi modelli femminili, tra attrici e fashion blogger
Se un tempo le icone femminili erano rappresentate soprattutto dalle attrici di Hollywood (o di Cinecittà per quelle “nostrane”), oggi sono diversi i modelli ai quali teenagers e giovani adulte possono ispirarsi: influencer e fashion blogger hanno superato le star della tv e del cinema? I profili Instagram sono il nuovo specchio nel quale ammirare (e di riflesso ammirarsi, emulando) le celebrities? “Se parliamo di moda è chiaro che le fashion blogger contano molto perché una delle fonti di comportamento collettivo sono le comunicazioni e in particolare, nella nostra società, il linguaggio delle immagini. Un tempo le giornaliste di moda erano signore di grande intelligenza che raccontavano senza apparire fisicamente. Ora c’è confusione di ruoli, perché fanno loro stesse da testimonial. Viviamo, però, in un mondo in cui i modelli sono molto differenziati e internet contribuisce alla diversificazione: oggi una ragazza si trova davanti a un “supermarket” molto vasto di esempi da seguire, ma può sceglierne più di uno e mischiarli tra loro. Ad esempio può preferire il taglio di capelli di una star, ma seguire il modo di vestire di un’altra. Spesso, poi, le mode e i modelli si trasmettono orizzontalmente, all’interno di una stessa comunità di amici, che grazie a Facebook diventa sempre più allargata e internazionale” spiega il semiologo.
Via i tacchi alti, largo alle sneakers
Accanto ai progressi sociali, ci sono cambiamenti relativi alla moda, che spesso rappresentano lo specchio delle conquiste femminili. Un fenomeno al quale si sta assistendo è una parziale sostituzione delle scarpe coi tacchi, simbolo di femminilità, con le più comode sneakers. A rilevarlo è il Washington Post, citando i dati di una ricerca condotta negli Usa da NPD Group, che certifica un calo del 12% nel 2017 nelle vendite di scarpe coi tacchi, a fronte invece di un aumento del 17% nelle richieste di scarpe casual. Il fatto di trascorrere sempre meno tempo seduti a una scrivania, di avere una vita molto dinamica, insieme alla tendenza a sostituire il vecchio tailleur con un abbigliamento più informale, hanno contribuito al cambiamento. A livello mediatico, poi, sono aumentati i messaggi che invitano a condurre uno stile di vita più sano e a praticare più sport, con una crescita sempre maggiore del mercato del fitness.
Anche tra i capi di abbigliamento sembra ci siano sempre meno distinzioni tra quelli femminili e quelli maschili, con contaminazioni sempre più frequenti. Ma basta tutto ciò a spiegare le nuove tendenze?
Redazione www.giornaledelladanza.com