Tutti noi, atavicamente, sentiamo il bisogno di danzare e tutti dovrebbero avere la possibilità di soddisfare questo bisogno, vincendo eventuali giudizi esterni, timori infondati e spietate auto-critiche.
Esistono però alcune persone che vivono questo bisogno con maggiore intensità degli altri.
L’amatore danza per la gioia e per i molteplici benefici che derivano dal ballo. Chi invece sente la vocazione alla danza è un artista e lavora per perfezionare gli skills necessari per eseguirla come prevede la tecnica e al meglio delle sue possibilità.
L’artista della danza quindi si impegna per condividere con gli altri il risultato della sua passione, del suo lavoro e del suo bisogno di danzare, esibendosi su un palcoscenico o dedicandosi all’insegnamento.
Anche l’insegnante di danza, infatti, è un artista che trasmette agli allievi e l’arricchimento derivante dalla pratica di una disciplina così complessa e intensa, al fine di creare nuova bellezza.
Il maestro dunque è un artista anche nella comunicazione, quando trova il giusto canale di comunicazione con i suoi allievi che apprendono il linguaggio del movimento, del ritmo e della tecnica.
L’allievo inoltre interiorizza l’importanza della dedizione e dell’impegno, impara a conoscere il proprio corpo e le quasi illimitate potenzialità fisiche e mentali.
La danza crea una comunità. Un gruppo di ballerini che si incontra regolarmente in sala, che persegue un obiettivo comune e i cui membri si aiutano l’un l’altro per raggiungerlo, diventa una collettività.
La vita di ogni membro è diversa al di fuori della sala danza e spesso le strade si possono dividere, ma un gruppo di danzatori vivrà per sempre la sensazione di essere parte di comunità unita da un’arte collettiva che crea integrazione, accettazione, rispetto e libertà, fattori di estrema importanza specialmente nella società in cui viviamo, fatta di diffidenza e condizionamenti.
Stefania Napoli
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