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La danza: un potente farmaco curativo per corpo, cervello e anima

La Società italiana per la prevenzione cardiovascolare ha dichiarato la danza un efficace rimedio per prevenire la pressione alta o addirittura farla abbassare e per curare altre patologie cardiovascolari, che in Italia sono responsabili del 41% dei decessi.

Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità sono circa tre milioni le persone che muoiono ogni anno proprio a causa della sedentarietà. Numerosi e recenti studi internazionali hanno identificato i benefici della danza in termini di salute fisica e hanno dimostrato che, a prescindere dallo stile scelto, danzare migliora forza e resistenza muscolare, agilità, equilibrio e coordinazione, e previene osteoporosi e rischi cardiovascolari, obesità e diabete e varie patologie neurodegenerative.

Chi pratica il ballo, infatti, migliora lo stato di salute del cuore, la respirazione e la qualità della vita in modo significativo rispetto a chi, per esempio, corre in bicicletta o si allena in palestra. La danza stabilizza i valori della pressione sia a riposo che sotto sforzo, allenta le tensioni emotive, abbassa la frequenza cardiaca e riduce la rigidità delle pareti arteriose.

Uno studio pubblicato sul Journal of Physiological Anthropology ha inoltre confermato che la pratica costante di danza di tipo aerobico permette di perdere il peso in eccesso, alla pari del ciclismo e dello jogging, aiutando a mantenere un buono stato di salute generale.

Ma, ormai lo sappiamo, danzare produce numerosi altri effetti benefici. Secondo una ricerca pubblicata sul The Scholarly Publishing and Academic Resources Coalition, un programma settimanale di ballo può migliorare il rendimento fisico e aumentare l’energia prodotta dal corpo uman.  Ballare, infatti, regola i livelli di serotonina e dopamina, i preziosi ormoni del benessere, e contribuisce a superare il senso di isolamento, migliorando al tempo stesso anche l’autostima.

Da uno studio pubblicato sul New England Journal of Medicine, è emersa l’importanza della danza nel prevenire la comparsa della demenza, ossia il lento e progressivo declino delle funzioni mentali, memoria, pensiero, giudizio e capacità di apprendimento. Danzare contrasta la naturale perdita di volume dell’ippocampo, area del cervello deputata al controllo della memoria, e aumenta l’intelligenza perché richiede decisioni rapide e adattative, preservando e migliorando l’acutezza mentale.

Sono numerose, infatti, le aree cerebrali che contribuiscono all’apprendimento della danza. La corteccia motoria è coinvolta nella pianificazione, nel controllo e nell’esecuzione del movimento volontario; la corteccia somatosensoriale, situata nella regione centrale del cervello, è responsabile del controllo motorio e svolge un ruolo nella coordinazione occhio-mano; i gangli della base, un gruppo di strutture profonde nel cervello, contribuiscono al movimento volontario e ad altre forme di comportamento come le funzioni scheletro-motorie, oculomotorie, cognitive ed emozionali; il cervelletto, infine, integra gli input provenenti dal cervello e dal midollo spinale, e aiuta nella pianificazione di azioni motorie complesse.

A questi benefici prettamente fisici, si aggiungono quelli prodotti dagli aspetti espressivi della danza, che aiutano a elaborare emozioni e sentimenti, e riducono notevolmente il livello di stress quotidiano, altro fattore che contribuisce a minare la nostra salute.

La danza, dunque, può essere considerata a tutti gli effetti un farmaco impiegato per curare o prevenire le malattie, il cui unico effetto collaterale consiste nella passione che scatena e di cui non si potrà più fare a meno, per il resto della propria vita.

Stefania Napoli
Fotografia: Andrey Guryanov
www.giornaledelladanza.com

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