Considerate le crescenti evidenze di come la danza giovi a mente e corpo, sembrerebbe logico iniziare a ballare all’inizio la vita, quando il cervello si sta ancora formando ed è fresco e pronto a recepire rapidamente i numerosi stimoli sensoriali. La danza si rivolge al corpo, alla mente e all’anima, integrandoli, richiede concentrazione, tanto che la sala danza può essere a tutti gli effetti considerata un laboratorio, uno spazio in cui i ballerini studiano, sperimentano e affinano nuove tecniche e idee.
Il modo in cui i ballerini elaborano le informazioni, infatti, è diverso da quello di chi svolge altre attività fisiche. Quando si impara il repertorio e le varie combinazioni, al cervello viene chiesto di lavorare in maniera variegata e complessa, ed ecco perché danzare crea una persona sana fisicamente e dotata di una personalità completa.
Se la danza svolta fin da ragazzini costruisce un apparato scheletrico forte che aiutare a ridurre il rischio di osteoporosi connesso all’avanzare dell’età, essa prepara altresì a superare ostacoli, insegnando la perseveranza, la disciplina, l’autostima e la motivazione.
Danzare inoltre attiva i circuiti del piacere contenuti nel cervello e grazie all’innalzamento dei livelli di serotonina e noradrenalina, neurotrasmettitori che aumentano la capacità di far fronte allo stress e alla depressione.
Danzare può addirittura indurre la produzione di proteine che aumentano la crescita di nuovi neuroni nel cervello, favorisce la nascita di nuove sinapsi o connessioni tra neuroni, processi che migliorano la neuro- plasticità del cervello e la sua capacità di farlo cambiare e adattarsi a nuovi ambienti, comportamenti e persino guarire da un infortunio.
L’improvvisazione in questo senso svolge un ruolo essenziale, incrementa il ‘pensiero divergente’, una concentrazione mentale spontanea, fluida e non lineare, caratterizzato dalla capacità di generare soluzioni molteplici e ingegnose per un determinato problema.
La danza strutturata, come il balletto, invece contribuisce a migliorare il ‘pensiero convergente’, il percorso logico-deduttivo di tipo lineare e consequenziale mediante il quale attuiamo strategie di soluzione note e consolidate per affrontare criticità che già conosciamo.
Danzare, in definitiva, alimenta indipendenza ed elaborazione creativa, offre uno sbocco per esprimere la propria individualità, rendendo chi la pratica flessibile, energico, automotivato, orientato al dettaglio, in grado di trovare soluzione e di gestire critiche e correzioni, traendo forza dai propri errori per diventare un danzatore e soprattutto una persona migliore.
Stefania Napoli
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