Se la videodanza è ancora in progress, internet e i video di danza sono ormai fondamentali per la conservazione della memoria coreografica, e per la scoperta di nuovi progetti; come accade per Potential Energies, una coreografia che unisce musica e balletto nel vero senso della parola, nata dalla collaborazione tra il Nouveau Classical Project, giovane ensemble di musica classica, e TrioDance Collective, gruppo di danza contemporanea; andata in scena già il 29 maggio scorso al BAM Fisher di New York, per una sola replica.
Partendo dall’idea che ogni musicista è portato a muoversi durante una performance, Sugar Vendil, la direttrice di Nouveau Classical Project, ha deciso di unire danza e musica non in modo che dipendessero l’una dall’altra, ma in modo da avere una vera collaborazione e coincidenza.
Così, con il compositore Trevor Gurekis e la coreografa Barbie Diewald, nasce la coreografia Potential Energies, una messa in scena di 50 minuti, divisa in tre parti e tre movimenti, che ha al centro il tema del potenziale che possiedono i giovani artisti usciti dalle università, e si trovano a lottare per raggiungere il proprio sogno contro le pressioni artistiche ed economiche, senza seguire un plot narrativo, ma facendo interagire musicisti e danzatori.
Un po’ come fece Rent in ambito del musical, la coreografia sceglie come tema la vita dei giovani artisti, divisi tra sopravvivenza e talento, in un dualismo messo in scena dall’interazione tra danzatore e musicista, vera novità e spunto interessante della creazione. Le braccia della danzatrice attorno al torace del musicista infatti non sono l’inizio di un assolo o di un passo a due sul tema dell’amore, ma indicano una confusione tra le braccia del musicista, che seguono un talento, e le braccia che gli si aggrappano al torace, come simbolo delle pressioni ricevute al di fuori del percorso artistico; e allo stesso tempo sono il preludio del messaggio contrario: la ballerina ha più libertà di movimento, ha più spazio, come un sogno, mentre il musicista è costretto per necessità a stare fermo.
Così mentre le ballerine del TrioDance Collective eseguono i loro passi, contemporaneamente disturbano l’esecuzione delle musiche; oppure è lo stesso musicista che interrompe l’esecuzione per seguire i passi delle ballerine: immortalato in una foto il duo costituito da ballerina e tastierista (la stessa Vendil), è emblematico nella ripetizione, da parte di entrambe, di un movimento con le dita, mentre l’altra mano continua a suonare. Una scena che ricorda al pubblico che, anche se fino a poche battute prima erano in lotta per il riflettore, entrambe hanno lo stesso problema: sopravvivere e far sopravvivere la propria speranza di successo.
Quello che attrae di questa coreografia è come riesca a fare della bella danza, con arabesques, attitudes, e passi classici rivisitati in chiave contemporanea, e allo stesso tempo mandare un messaggio vicino ai più giovani (dopotutto parla di una situazione comune a tutti i ventenni: la lotta per uno stage, per iniziare la propria carriera cercando di poter fare un lavoro di cui poter dire “ogni giorno mi alzo e faccio ciò che amo”), e un messaggio che deve essere spunto di riflessione anche per chi una carriera l’ha già. E oltre a questo, l’energia potenziale di un gruppo di musicisti, compositori e coreografi, esplode in una collaborazione che fonde le arti e annulla il tradizionale dualismo danza/musica, che vede sempre separati, anche e soprattutto fisicamente, i due mondi mettendo in scena un dualismo ben più pericoloso, quello tra sogno da realizzare e realtà.
Barbie Diewald è certamente una coreografa giovane ma che sta crescendo molto: ha fatto delle scelte coraggiose negli ultimi quattro anni, mantenendo uno stile che de-costruisce la tecnica classica, e che in Potential energies aggiunge mimica, gesti e un uso del pavimento che ampliano la spazialità dei danzatori, arrivando a costruire la relazione tra musicista e ballerina in modo da avere tre passaggi: disturbo dell’esecuzione musicale, indifferenza, interdipendenza.
Potential Energies diventa così una coreografia dal grande potenziale che speriamo non si limiti a una sola replica newyorkese, ma che diventi parte di un progetto più ampio, dove la danza racconti la nostra società, la difficoltà di fare arte, ma pur sempre creando arte nella migliore forma di multidisciplinarietà.
INFO:
http://www.nouveauclassical.org/potential-energies/
Greta Pieropan
Foto: Emma Tammi, Henry Jacobson
www.giornaledelladanza.com